ROMA - Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out è fissato per lunedì "Primo marzo 2010 - Una giornata senza di noi": e "noi" sono i quasi 5 milioni di immigrati che vivono in Italia. La "rivoluzione in giallo" (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo "sciopero degli immigrati" aderisce anche il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti. L'appuntamento è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia. Non si tratterà di uno sciopero in senso tecnico, in verità. "Ci sarà uno sciopero solo in alcune città come Trento, Trieste e Modena, dove le sigle sindacali hanno accolto questa richiesta che arrivava dal basso - spiega Stefania Ragusa, presidente del Comitato "Primo marzo 2010" - per il resto i grandi sindacati a livello nazionale non ci hanno supportato, eppure nessuno ha mai pensato di indire uno sciopero etnico. Sarebbe bello che in Italia si tornasse a fare scioperi per tutti i diritti, non solo per quelli contrattuali. Vogliamo dare alla gente la possibilità di riflettere sull'importanza degli immigrati per la tenuta della società italiana. Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole". Il logo della giornata (otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti) è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per testimonial è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E il giallo sarà il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei palloncini, dei braccialetti e dei foulard che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell'iniziativa. Il calendario con tutti gli appuntamenti città per città è sul sito del movimento (http://www.primomarzo2010.it/). E il primo marzo è solo l'inizio. Una campagna unitaria sotto il nome di "Primavera antirazzista" che andrà dal 1° al 21 marzo è stata infatti lanciata da un coordinamento costituito da diverse organizzazioni e comitati (tra queste Acli, Arci, Blacks out, Cgil, daSud, Nessun luogo e lontano, Sei-Ugl, Sos Razzismo, Uil, Antigone e Cnca). "Non c'è solo il primo marzo. Anche lo sciopero generale della Cgil del 12 marzo - spiega Pietro Soldini, responsabile immigrazione del sindacato - avrà tra i suoi punti la difesa dei diritti dei lavoratori immigrati. Sarà insomma un grande sciopero multietnico, perché i problemi dei lavoratori stranieri sono i problemi di tutti i lavoratori. Poi si proseguirà con le iniziative antirazziste fino al 21". "E' indubbio - prosegue Soldini - che senza immigrati ci sarebbe un black out. Il primo settore ad arrestarsi sarebbe quello delle costruzioni. Soprattutto nelle grandi città, dove la manodopera straniera raggiunge punte del 50%. I cantieri si fermerebbero di colpo. Poi toccherebbe all'industria manifatturiera: tessile, metalmeccanica, alimentare. Nelle fabbriche, infatti, i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Un esempio? Gli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. Dopo l'industria entrerebbe in crisi l'agricoltura: la raccolta è in mano a immigrati stagionali e irregolari. Resterebbero vuoti i mercati ortofrutticoli. Poi sarebbe la volta delle aziende zootecniche: nella macellazione degli animali gli stranieri superano il 50% della forza lavoro. E ancora: nelle grandi città dovrebbero chiudere molti ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatenerebbe il panico e un crollo della qualità della vita, per la scomparsa di badanti, colf e babysitter. Infine, ne risentirebbe la sanità: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi". In queste ore è stato pubblicato il Manifesto contro il razzismo in Italia ("Non toccare il mio amico!") dell'associazione Sos Razzismo, per denunciare le leggi italiane sull'immigrazione e chiedere un risveglio della società civile contro la "deriva xenofoba" del Paese. Per sottoscrivere l'appello, simboleggiato dalla Gioconda in black di Oliviero e Lola Toscani, basta andare sul sito: http://www.nontoccareilmioamico.net. Tra i primi firmatari Roberto Saviano, Dario Fo, Beppe Grillo. Sul web circola anche un prontuario curato, tra gli altri, da Andrea Civati e Ernesto Ruffini, che smonta punto per punto tutti i luoghi comuni più negativi sugli immigrati. Rubano il lavoro? Commettono più crimini degli italiani? Si prendono tutte le case popolari? Voterebbero a sinistra? Tutto falso, come dimostrano i numeri citati su http://www.civati.it/mandiamoliacasa.pdf.
sabato 27 febbraio 2010
Senza di loro...
Il primo marzo la mobilitazione che apre la Primavera antirazzista. Cortei in molte città. Per la "rivoluzione in giallo" 50mila adesioni su Facebook e 60 comitati sul territorio. Arriva il primo "sciopero" degli immigrati. "Un giorno senza di noi e l'Italia si ferma". Dalle fabbriche alle famiglie, così il Paese non può fare a meno dei lavoratori stranieri di Vladimiro Polchi
ROMA - Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out è fissato per lunedì "Primo marzo 2010 - Una giornata senza di noi": e "noi" sono i quasi 5 milioni di immigrati che vivono in Italia. La "rivoluzione in giallo" (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo "sciopero degli immigrati" aderisce anche il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti. L'appuntamento è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia. Non si tratterà di uno sciopero in senso tecnico, in verità. "Ci sarà uno sciopero solo in alcune città come Trento, Trieste e Modena, dove le sigle sindacali hanno accolto questa richiesta che arrivava dal basso - spiega Stefania Ragusa, presidente del Comitato "Primo marzo 2010" - per il resto i grandi sindacati a livello nazionale non ci hanno supportato, eppure nessuno ha mai pensato di indire uno sciopero etnico. Sarebbe bello che in Italia si tornasse a fare scioperi per tutti i diritti, non solo per quelli contrattuali. Vogliamo dare alla gente la possibilità di riflettere sull'importanza degli immigrati per la tenuta della società italiana. Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole". Il logo della giornata (otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti) è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per testimonial è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E il giallo sarà il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei palloncini, dei braccialetti e dei foulard che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell'iniziativa. Il calendario con tutti gli appuntamenti città per città è sul sito del movimento (http://www.primomarzo2010.it/). E il primo marzo è solo l'inizio. Una campagna unitaria sotto il nome di "Primavera antirazzista" che andrà dal 1° al 21 marzo è stata infatti lanciata da un coordinamento costituito da diverse organizzazioni e comitati (tra queste Acli, Arci, Blacks out, Cgil, daSud, Nessun luogo e lontano, Sei-Ugl, Sos Razzismo, Uil, Antigone e Cnca). "Non c'è solo il primo marzo. Anche lo sciopero generale della Cgil del 12 marzo - spiega Pietro Soldini, responsabile immigrazione del sindacato - avrà tra i suoi punti la difesa dei diritti dei lavoratori immigrati. Sarà insomma un grande sciopero multietnico, perché i problemi dei lavoratori stranieri sono i problemi di tutti i lavoratori. Poi si proseguirà con le iniziative antirazziste fino al 21". "E' indubbio - prosegue Soldini - che senza immigrati ci sarebbe un black out. Il primo settore ad arrestarsi sarebbe quello delle costruzioni. Soprattutto nelle grandi città, dove la manodopera straniera raggiunge punte del 50%. I cantieri si fermerebbero di colpo. Poi toccherebbe all'industria manifatturiera: tessile, metalmeccanica, alimentare. Nelle fabbriche, infatti, i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Un esempio? Gli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. Dopo l'industria entrerebbe in crisi l'agricoltura: la raccolta è in mano a immigrati stagionali e irregolari. Resterebbero vuoti i mercati ortofrutticoli. Poi sarebbe la volta delle aziende zootecniche: nella macellazione degli animali gli stranieri superano il 50% della forza lavoro. E ancora: nelle grandi città dovrebbero chiudere molti ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatenerebbe il panico e un crollo della qualità della vita, per la scomparsa di badanti, colf e babysitter. Infine, ne risentirebbe la sanità: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi". In queste ore è stato pubblicato il Manifesto contro il razzismo in Italia ("Non toccare il mio amico!") dell'associazione Sos Razzismo, per denunciare le leggi italiane sull'immigrazione e chiedere un risveglio della società civile contro la "deriva xenofoba" del Paese. Per sottoscrivere l'appello, simboleggiato dalla Gioconda in black di Oliviero e Lola Toscani, basta andare sul sito: http://www.nontoccareilmioamico.net. Tra i primi firmatari Roberto Saviano, Dario Fo, Beppe Grillo. Sul web circola anche un prontuario curato, tra gli altri, da Andrea Civati e Ernesto Ruffini, che smonta punto per punto tutti i luoghi comuni più negativi sugli immigrati. Rubano il lavoro? Commettono più crimini degli italiani? Si prendono tutte le case popolari? Voterebbero a sinistra? Tutto falso, come dimostrano i numeri citati su http://www.civati.it/mandiamoliacasa.pdf.
ROMA - Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out è fissato per lunedì "Primo marzo 2010 - Una giornata senza di noi": e "noi" sono i quasi 5 milioni di immigrati che vivono in Italia. La "rivoluzione in giallo" (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo "sciopero degli immigrati" aderisce anche il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti. L'appuntamento è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia. Non si tratterà di uno sciopero in senso tecnico, in verità. "Ci sarà uno sciopero solo in alcune città come Trento, Trieste e Modena, dove le sigle sindacali hanno accolto questa richiesta che arrivava dal basso - spiega Stefania Ragusa, presidente del Comitato "Primo marzo 2010" - per il resto i grandi sindacati a livello nazionale non ci hanno supportato, eppure nessuno ha mai pensato di indire uno sciopero etnico. Sarebbe bello che in Italia si tornasse a fare scioperi per tutti i diritti, non solo per quelli contrattuali. Vogliamo dare alla gente la possibilità di riflettere sull'importanza degli immigrati per la tenuta della società italiana. Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole". Il logo della giornata (otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti) è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per testimonial è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E il giallo sarà il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei palloncini, dei braccialetti e dei foulard che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell'iniziativa. Il calendario con tutti gli appuntamenti città per città è sul sito del movimento (http://www.primomarzo2010.it/). E il primo marzo è solo l'inizio. Una campagna unitaria sotto il nome di "Primavera antirazzista" che andrà dal 1° al 21 marzo è stata infatti lanciata da un coordinamento costituito da diverse organizzazioni e comitati (tra queste Acli, Arci, Blacks out, Cgil, daSud, Nessun luogo e lontano, Sei-Ugl, Sos Razzismo, Uil, Antigone e Cnca). "Non c'è solo il primo marzo. Anche lo sciopero generale della Cgil del 12 marzo - spiega Pietro Soldini, responsabile immigrazione del sindacato - avrà tra i suoi punti la difesa dei diritti dei lavoratori immigrati. Sarà insomma un grande sciopero multietnico, perché i problemi dei lavoratori stranieri sono i problemi di tutti i lavoratori. Poi si proseguirà con le iniziative antirazziste fino al 21". "E' indubbio - prosegue Soldini - che senza immigrati ci sarebbe un black out. Il primo settore ad arrestarsi sarebbe quello delle costruzioni. Soprattutto nelle grandi città, dove la manodopera straniera raggiunge punte del 50%. I cantieri si fermerebbero di colpo. Poi toccherebbe all'industria manifatturiera: tessile, metalmeccanica, alimentare. Nelle fabbriche, infatti, i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Un esempio? Gli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. Dopo l'industria entrerebbe in crisi l'agricoltura: la raccolta è in mano a immigrati stagionali e irregolari. Resterebbero vuoti i mercati ortofrutticoli. Poi sarebbe la volta delle aziende zootecniche: nella macellazione degli animali gli stranieri superano il 50% della forza lavoro. E ancora: nelle grandi città dovrebbero chiudere molti ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatenerebbe il panico e un crollo della qualità della vita, per la scomparsa di badanti, colf e babysitter. Infine, ne risentirebbe la sanità: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi". In queste ore è stato pubblicato il Manifesto contro il razzismo in Italia ("Non toccare il mio amico!") dell'associazione Sos Razzismo, per denunciare le leggi italiane sull'immigrazione e chiedere un risveglio della società civile contro la "deriva xenofoba" del Paese. Per sottoscrivere l'appello, simboleggiato dalla Gioconda in black di Oliviero e Lola Toscani, basta andare sul sito: http://www.nontoccareilmioamico.net. Tra i primi firmatari Roberto Saviano, Dario Fo, Beppe Grillo. Sul web circola anche un prontuario curato, tra gli altri, da Andrea Civati e Ernesto Ruffini, che smonta punto per punto tutti i luoghi comuni più negativi sugli immigrati. Rubano il lavoro? Commettono più crimini degli italiani? Si prendono tutte le case popolari? Voterebbero a sinistra? Tutto falso, come dimostrano i numeri citati su http://www.civati.it/mandiamoliacasa.pdf.
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10 commenti:
Ma basta! Prima il rosso, poi il viola e ora il giallo? Hanno intenzione di impossessarsi dell'intera tavolozza di colori per dire la loro?
Ok... commento frivolo... maccheccacchio!
E ora commento meglio... intanto già mi stanno sui cosiddetti le organizzazioni che nulla hanno a che fare con questa faccenda, ma pur di saltare sul proverbiale bandwagon, farebbero di tutto. Ecco quindi Legambiente, per dirne una (ma scommetto che anche Arcigay e simili daranno il loro contributo... sempre fuori luogo). Poi ovviamente i partiti... i soliti... vedi sopra.
Poi ancora: la frase "Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole" rischia di essere un boomerang per questa tizia... perchè sappiamo bene, tu ed io, che 'sta gente come arriva ha già più diritti di noi, mentre a noi li stanno togliendo per non "urtare la loro sensibilità" medievale.
Se poi devo commentare la sparata i Soldini... apriti cielo! Secondo questo genio, se domani non ci fossero più immigrati nelle aziende italiane, andremmo a gambe all'aria. Beh, certo, visti quanti sono, per qualche giorno avremmo dei disguidi, ma chissà, magari una volta scomparsi quei 5 milioni di immigrati, le aziende assumerebbero quei 5 milioni di italiani che si sbattono da mesi o anni senza trovare uno straccio di lavoro, no? Perchè mi viene da pensare che il signor Pietro Soldini e i suoi amici Civati e Ruffini ci stiano dando degli ignoranti creduloni se crediamo nei "luoghi comuni" di "rubano il lavoro e si prendono le case popolari", ma riguardo il luogo comune secondo cui gli italiani non farebbero il lavoro che fanno gli immigrati perchè c'hanno la puzza sotto il naso, sembra che non ci sia nulla di male. Forse perchè sono proprio loro i primi che non farebbero il bracciante o la colf, e ne è la prova il fatto che vivano sotto l'ala dei sindacati (Soldini), o sotto quella del PD (Civati), o che siano avvocati (Ruffini). E quello che ne capiamo da questo è il loro interesse: Soldini intercetta Lavoratore Straniero (tramite il sindacato)!
e passa a Civati (che li indottrina per bene sul voto "utile"), . Civati serve Ruffini (un sacco di immigrati, un sacco di cause, un sacco di soldi), Ruffini dribbla (la legge) e GOAL!
E lunedì avremmo milioni di coglioni vestiti da canarini.
Ecco, vorrei averlo scritto io questo commento. Non ci sarei riuscita.
Ti quoto. E lunedì, i milioni di coglioni saranno felicissimi di "mettere in ginocchio l'italia". Peccato che non sia vero niente.
Qualcuno ha proposto una contromanifestazione silenziosa: senza scendere in piazza, chiudere i rubinetti al fisco! Smettiamo di pagare qualunque imposta: vediamo se la indispensabile risorsa continua a cantare senza lo stato sociale pagato dai soliti fessi razzisti! La guardia di finanza non ci può ingabbiare tutti: soprattutto se non cediamo!
I capi di partito attuali sono troppo presi a fare i conti di fantapolitica internazioanlistica, commerciale e fiscale: ne va della loro poltrona! Poracci devono pur campare anche loro!
Non saranno mai disposti a guidarci!
Ma è più che ora (anzi siamo già in ritardo) perchè i cittadini italiani, francesi, spagnoli, portoghesi, olandesi, belgi, tedeschi, danesi, svedesi... forse persino gli inglesi... prendano la situazione in mano! Quando la storia bussa alla porta non si può fingere di essere fuori casa!
Tra bloggers e gruppi su facebook siamo un bel numero di scontenti: e nella quotidianità silenziosa molti anonimi capi chini non aspettano altro che qualcuno accenda quella disperazione di cui sono intrise le loro anime! Divamperà più della benzina!
Ogni supermercato, ogni autobus, ogni bar può diventare una caserma, tanti sono gli animi provati che vi si agitano con tristezza e rabbia.
Bisogna riuscire ad organizzare voto e protesta! E il primo concetto che deve passare è: "i partiti, qualunque partito, agiscono contro il tuo interesse: perchè votarli ancora?"
Mussolini parlava di democrazie plutocratiche, di inganno parlamentarista: destra e sinistra sono la traduzione del materialismo mondialista di divide et impera.
Multiculturalismo, internazionalismo, integrazione sono la maschera politicamente corretta per mettere gli schiavi contro gli schiavi: cosicchè i padroni possano ingrassare indisturbati!
e come si fa a smettere di pagare il fisco?a me li trattengono direttamente ...non sono un libero professionista.
Maria Luisa
Demiurgo, scusa sai... ma questa delle tasse è una scemenza colossale.
Sarebbe come togliere la linfa ad un albero per far morire l'edera. Magari l'edera alla fine si secca, ma molto dopo che l'albero è morto.
Vogliamo PENSARE a quello che scriviamo prima di sparare bordate?
Elly R, ho girato una proposta trovata sulla rete di cui comprendo la difficoltà e la pericolosità. Sparo boiate perchè sembra che ormai siano l'unica alternativa alla disperazione! Meglio cercare di proporre qualcosa - e sparar boiate - che restare qui a rigirare il nostro malcontento da una piattaforma all'altra senza combinare nulla! L'unica forma di organizzazione del pensiero che riusciamo a realizzare è il logo di questa o di quella protesta al posto della foto del profilo. Questo su Facebook: sui blog nemmeno questo.
Quelle zecche dei centri sociali, viola o gialli che siano, almeno vanno in piazza e usano il web per coordinarsi. Noi stiamo qui, in balia dei nostri rappresentanti, a parlarci addosso, mentre l'Italia passa di mano! Atteggiamento saggio e riflessivo! Intanto continuiamo a votare lega, piuttosto che pdl, sperando che si sveglino di luna buona quando devono andare a Montecitorio a far presenza!
Il voto per Forza Nuova, per La Destra, per Fiamma Tricolore sono, allo stato attuale, meri voti di protesta, con scarsa capacità di incidenza: addirittura rischiano di favorire la sinistra (il male assoluto in questi frangenti). Stesso discorso valga per l'astensione: su Facebook avevo cercato di mobilitare i gruppi di destra all'astensione dal voto per cercare di far pressione sul PDL e portare allo strappo definitivo con Fini. Quando ho ottenuto risposta, il risultato è stato sempre lo stesso: "vuoi rischiare di destabilizzare il centrodestra proprio sotto elezioni? Ne vale la pena?". Bravi!
Quella boiata di cartaccia di cui tutti i professionisti della politica si riempiono la bocca - la Costituzione - ha solo due articoli fondamentali, al di là dei quali tutto il resto è cacchetta: il 1° (la democrazia appartiene al popolo), il 49° (la democrazia partecipativa per mezzo dei partiti politici). Li stanno abrogando implicitamente giorno per giorno, Fini, sinistri e destri!
Livio Paladin, esimio professore di diritto costituzionale all'ateneo patavino, presidente della corte costituzionale, nonchè viva vox iuris per i suoi discepoli, diceva che i padri costituenti non hanno inserito un apposito articolo per l'abrogazione complessiva della costituzione, in quanto questo effetto sarebbe conseguito ipso facto al sovvertimento politico di questo cosiddetto nocciolo duro (comb. disp. 1 e 49 cost.). In parole povere, tra Lisbona, Onu e Parlamentari d'assalto, che non sentono più nemmeno il bisogno di cambiare partito per tradire il voto, possiamo dire tranquillamente che il nostro stato non ha più una costituzione formale! E tu mi parli di boiate? Altro che fisco: in tempi meno rammolliti il popolo si sarebbe riunito intorno al palazzo con asce e forconi! E ora ci masturbiamo commentando i giornaletti di opinione mentre a Roma ci stanno rendendo schiavi! Oltre a pensare occorre agire, certe volte, se no si perde il contatto con la realtà!
A costo di essere pedante, ti faccio notare che ho detto "bordate" e non "boiate". Le bordate per me sono esclamazioni molto sopra le righe, utopia pura. E parlare di utopie vuol dire farsi le seghe mentali.
Le "boiate" invece sono stupidaggini, e non ho usato questa parola perchè non credo che quella proposta fosse del tutto una stupidaggine. Penso che sarebbe bello se funzionasse, ma non funzionerà mai, e anche se per assurdo la si riuscisse a mettere in pratica, non accadrebbe nulla di buono e credimi: gli ultimi che ne soffrirebbero sarebbero proprio quelli contro cui ce la prendiamo (l'edera, per intenderci), perchè in un modo o nell'altro loro hanno sempre qualcuno che gli para il culo. Noi no. Tra associazioni di volontariato dai mille nomi, i culimosci dei centri sociali, la Chiesa, lo stramaledetto parlamento europeo e i loro amici dei paesi d'origine. Quindi è proprio pensando ad azioni come queste che ci si masturba inutilmente.
E' dura ammetterlo, ma non ne usciremo con marce di protesta, sit-in e manifestazioni colorate. Ne usciremo solo quando ogni individuo in modo indipendente capirà la situazione. E questo vuol dire che gli imprenditori finalmente la finiranno di dare lavoro all'ultimo arrivato sapendo che ci sono milioni di italiani a piedi, le amministrazioni aboliranno gli innumerevoli benefici accordati ai soliti prepotenti, e chi di dovere rimetterà i paletti legislativi che ora con tanto fervore stanno togliendo. Si chiama "cambiamento di coscienza collettiva", e finchè non arriva possiamo sbraitare, manifestare, scrivere blog o stare in poltrona a fare l'uncinetto. Dammi pure della pessimista, ma ho cercato per anni di aprire gli occhi alla gente e non credo di esserci riuscita con nessuno.
Chiedo scusa: mi era proprio parso che ci fosse scritto "boiate". Ammetto l'errore!
Per quanto riguarda la coscienza collettiva ti do pienamente ragione.
Purtroppo però anche qui siamo sul piano dell'utopia se contiamo che la coscienza collettiva maturi da sola.
Facciamo un ragionamento di sistema.
Negli anni '80 si piangeva la piaga della disoccupazione poi arrivano i '90, le crisi internazionali in mezzo mondo, gli immigrati e improvvisamente c'è una richiesta pazzesca di manodopera... ?
L'imprenditore agisce per profitto: massimizzare i guadagni e minimizzare le perdite; il sistema fiscale, previdenziale e prevenzionistico italiano è una perdita. Gli immigrati erano una risorsa (boomerang, come s'è visto) principalmente perchè si tuffavano a pesce nel nero, si lasciavano tritare come carne di terza scelta e si accontentavano di vivere nelle topaie, dando un aiutino anche ai locatori abusivi. Il sistema dell'immigrazione su richiesta altro non fu che un immenso condono per salvare da quintali di sanzioni i datori di lavoro in nero; moneta di scambio con cui i politici, che avevano chiuso entrambi gli occhi di fronte al fenomeno, si levavano di dosso lo spettro di una nuova tangentopoli.
Poi ci sarebbero la questione del petrolio, la immunità per l'ENI, le questioni diplomatiche. Se non ci teniamo gli immigrati e non ce ne prendiamo un tot all'anno, ci tolgono la caramella.
In pratica, se aspetti che la coscienza collettiva di queste cloache deambulanti si riformi da sola, facciamo tutti prima a spararci una palla alla tempia!
La coscienza collettiva ha bisogno di essere indirizzata, provocata e guidata: se continuiamo a lasciarla guidare ai vari Fini, Berlusconi, Casini, Bersani, resteremo per tutta la vita a ravanare nelle mutande del Berlusca per vedere se ci sono o no tracce delle sue presunte malefatte. E intanto le sanguisughe continuano a succhiare egli immigrati a corrodere! Fino a qualche tempo fa c'era la Lega a far la voce grossa ma, a quanto pare, era solo un esercizio canoro. Ora non c'è nessuna guida degna se non gli intoccabili della destra extraparlamentare che sono visti, dai più, come lebbrosi che agitano la campana!
In questa situazione è necessario che si muova qualcosa dal basso a denunciare la spossatezza di un mondo e far capire che l'immigrazione non è una risorsa, è viceversa la belva che sta azzannando il corpo di un animale stanco. Non la cura ma la conseguenza della malattia.
Internet può essere l'ultima speranza per unire le forze e concordare un'azione. Prima di entrare in contatto con le comunità on line io mi sentivo un emarginato politico: stavo morendo democristiano! Ora vedo che c'è un mondo di persone che la pensano come me. Una svolta incredibile! Fino a pochi anni fa non avrei saputo mettere insieme un decimo delle parole che ho scritto su questo blog! Elly sa quanto io sia persona moderata: non sono un esaltato da cortei; sono invece uno dei tanti borghesucci con la pancetta. Però sono stanco di vedere la mia Italia cadere a pezzi in questa fogna!
Non saprei cosa aggiungere a quel che hai già detto. Forse la mia speranza sul "cambiamento di coscienza collettiva" era data dal fatto che se noi abbiamo capito la situazione - e non siamo certo dei geni - allora ancora altri potrebbero riuscirci. Concedimi un piccolo barlume di ottimismo, forse a sproposito.
Ma abbiamo a che fare con generazioni "di sinistra" che credono di avere la verità in tasca, di essere gli unici ad interessarsi al prossimo, e chi non è con loro è satana. Cioè noi. E, in effetti, come si convince una nazione a passare al "lato oscuro"? Loro hanno in mano la stampa, la cultura, i mezzi di comunicazione coi giovani, e rivoltano le notizie come meglio credono. Quando io iniziai a leggere i libri della Fallaci mi ritrovai contro mio nonno, ex partigiano rosso, che mi urlava contro che aveva letto su "Patria" che la Fallaci era fascista. E credimi, per quanto io gli cercassi di spiegare che era stata una giovane partigiana anche lei, lui non volle credermi. Per dirti quanto possono essere diabolici i loro mezzi.
Non ho ancora perso del tutto la speranza che quel risveglio collettivo ci sia, ma qui si sta facendo di tutto per sotterrarla. Ormai sono...- quanti anni? Quattro, credo -... che mi sgolo ma siamo ancora circondati da gente che "se non lo dice la tv, non è vero".
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