Roma - Gli stranieri residenti in Italia ammontano a circa 4 milioni 279 mila al primo gennaio 2010, facendo così registrare un incremento di 388 mila unità (per un saldo totale del 10%) rispetto al primo gennaio 2009. Secondo le stime fornite dall’Istat sugli indicatori demografici 2009, lo scorso anno la stima del saldo migratorio è pari a 360mila unità in più dall’inizio dell’anno, per un tasso pari al 6 per mille, in calo rispetto al 2008, anno in cui il saldo migratorio risultò pari a +434mila unità con un tasso del 7,3 per mille.
Gli ingressi in Italia. Gli ingressi dall’estero da parte di cittadini stranieri si mantengono dunque elevati anche nel 2009, ma risultano in calo rispetto ai due anni precedenti, forse a causa della crisi occupazionale che ha interessato il mercato italiano, sia in termini di calo dei posti di lavoro complessivi (-306 mila tra dicembre 2008 e dicembre 2009) sia in termini di crescita della popolazione in cerca di occupazione (+392 mila). Sul fronte dei provvedimenti legislativi, spiega l’Istat, ha sicuramente costituito un fattore di attrazione il decreto flussi 2008 (DPCM 3 dicembre 2008) che prevedeva un tetto massimo di nuovi ingressi di lavoratori extracomunitari non stagionali nella misura di 150 mila individui. Inoltre, per via del cumulo di pratiche inerenti la concessione del permesso di soggiorno (prerequisito essenziale per un’eventuale iscrizione in anagrafe) parte delle iscrizioni anagrafiche del 2009 possono esser dovute anche ai decreti flussi degli anni precedenti. È invece di scarsa influenza per il 2009 la procedura di emersione del lavoro irregolare di colf e badanti extracomunitari. Tale provvedimento, che non prevedeva quote alle domande pervenute (in totale 295 mila, 35 mila quelle finora accolte), è stato infatti messo in atto nel mese di settembre e sortirà un incremento delle iscrizioni anagrafiche prevalentemente nel corso del 2010.
I fattori di attrazione. Tra i fattori di attrazione va citato, inoltre, il protrarsi dell’effetto allargamento dell’Unione europea dal primo gennaio 2007 ai cittadini romeni e bulgari, comunità in crescita secondo le stime rispettivamente del 20% e del 16% nel 2009. A seguito dei processi di integrazione della popolazione immigrata aumentano poi i ricongiungimenti familiari: nel 2008 (ultimo dato disponibile) sono stati 124mila i visti di ingresso rilasciati dalle autorità consolari italiane a cittadini extracomunitari contro gli 89 mila del 2007 (+39%) . Infine, il 2009 ha visto un calo delle domande di asilo accolte per protezione internazionale o umanitaria, 7.154 il dato provvisorio, contro le 10.849 del 2008. A questa stima concorrono 405mila unità in più per effetto delle migrazioni con l’estero, 70 mila unità in più per effetto della dinamica naturale positiva (74 mila nati stranieri contro appena 4 mila decessi), 28mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, 59mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana.
Gli stranieri residenti. La popolazione residente straniera costituisce dunque il 7,1% del totale (6,5% nel 2008). Le cittadinanze straniere maggiormente rappresentate sono quella rumena (953 mila), albanese (472 mila) e marocchina (433 mila) le quali, messe insieme, costituiscono il 43% delle presenze. Tra i Paesi asiatici la prima comunità è quella cinese, con 181 mila presenze. La prima comunità tra i Paesi sub-sahariani è quella senegalese, con 71 mila presenze. Tra i Paesi americani primeggia, invece, la comunità ecuadoriana, 85 mila presenze, seguita da quella peruviana con 83 mila.
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