domenica 21 febbraio 2010

Firenze

Non porta il velo, massacrata di botte dal marito marocchino, lui finisce in tribunale di Adriana Bolchini

Firenze - A suon di botte fece anche abortire la moglie giovanissima che non poteva uscire di casa nemmeno per andare a fare la spesa. In aula è arrivata protetta dai carabinieri. Indossare il velo era una delle costrizioni che il marito, un operaio saldatore di 39 anni, regolare in Italia, le imponeva sotto minaccia affinché non prendesse abitudini occidentali. Picchiata dal marito, un immigrato marocchino come lei, perché rifiutava di indossare il velo, un giorno abortì a causa delle percosse e quindi denunciò l’uomo, poi arrestato dai carabinieri. Ieri la giovane moglie – all’epoca dei fatti, tra il 2004 e il 2005, aveva 17 anni; adesso ne ha 23 – ha raccontato la sua storia per la prima volta in un processo a Firenze, dove l’uomo è imputato, dopo aver disertato altre udienze per timore di ritorsioni da parte dei parenti di lui. In tribunale è arrivata protetta dai carabinieri. Indossare il velo era una delle costrizioni che il marito, un operaio saldatore di 39 anni, regolare in Italia, le imponeva sotto minaccia affinché non prendesse abitudini occidentali. L’aveva sposata giovanissima, sedicenne, in base a nozze combinate dai parenti, poi dopo un anno e mezzo l’aveva portata con sé in Italia. «Qui in Italia mio marito mi diceva che dovevo indossare il velo quando uscivo di casa perché ero una donna sposata. Ma in Marocco non l’avevo mai messo prima, e anche mia madre sceglie lei se portare o no il velo, nessuno la obbliga», ha raccontato la marocchina nella sua deposizione in aula. «Se non mi mettevo il velo – ha raccontato ancora – mi picchiava dopo avermi insultata e minacciata. Una volta per questo mi chiuse in casa, spesso era ubriaco. E poi non voleva che andassi a fare la spesa, temeva che incontrassi altre persone, mi seguiva per controllarmi, diceva anche che il figlio che aspettavo era di un altro». Una storia andata avanti tra la provincia di Arezzo e Firenze, dove i due hanno vissuto insieme dall’estate del 2004 fino al 20 marzo 2005: quel giorno la giovane perse sangue per altre percosse subite proprio perché il marito l’aveva vista rincasare senza il velo. Fu lo stesso uomo a chiamare un’ambulanza. In ospedale, a Firenze, la donna abortì e anche con il consiglio di assistenti sociali, si decise a denunciarlo. Al processo l’uomo è imputato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, lesioni, sequestro di persona, violenza privata.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La foto nell'intestazione del blog... un frontale a carnevale ?

Eleonora ha detto...

Ahahah, mi sa di si. :)

dethita ha detto...

gli daranno un paio d'anni, se va bene, poi sarà libero di uscire e andarla a cercare...