Via libera al permesso di soggiorno a punti. Andrà presto in Consiglio dei Ministri un decreto in base al quale i nuovi richiedenti di permesso di soggiorno dovranno sottoscrivere un accordo per l'integrazione con una serie di doveri da adempiere che, solo se portati a termine, permetteranno di raggiungere i 30 punti indispensabili per ottenere il documento. È quanto prevede una intesa raggiunta dai ministri dell'Interno e del Welfare Roberto Maroni e Maurizio Sacconi. Ieri il titolare del Viminale, a margine della presentazione della rivista Libertà civili,ha spiegato: "Abbiamo oggi discusso il regolamento che prevede la stipula di un accordo di integrazione al momento del rilascio del permesso di soggiorno. La formula sarà inserita, in un decreto, sarà applicato solo ai nuovi permessi e avrà la durata di due anni. Sono definiti specifici obiettivi tra cui anche la conoscenza della lingua italiana". "L'accordo – ha precisato Maroni – prevede poi una valutazione da parte dello Sportello unico sul raggiungimento di questi obiettivi. E' un sistema per garantire l'integrazione: 'Io ti dico cosa fare, ti suggerisco cosa fare affinché tu possa integrarti perfettamente nella comunità in cui sei venuto a vivere'. Se alla fine di questo percorso sono stati raggiunti gli obiettivi, c'è il rinnovo del permesso di soggiorno. Se non sono stati raggiunti – ha concluso il ministro dell’Interno – c'è l'espulsione". Sui tempi per il varo dell'accordo di integrazione, Maroni ha risposto: "Siamo praticamente pronti per farlo e lo applicheremo solo ai nuovi permessi con durata di due anni e alla fine ci sarà la valutazione dei risultati raggiunti". "E' un interesse di chi richiede il permesso di soggiorno sottoscrivere questo accordo. Chi non lo fa – ha proseguito Maroni – vuol dire che non vuole integrarsi". A proposito dei costi, il titolare del Viminale ha poi aggiunto: "Non si può certo chiedere all'integrando di metterci dei soldi. Pagheremo e organizzeremo tutto noi, così avremo anche sotto controllo l'organizzazione e potremo garantire standard uniformi per tutte le province italiane". Il lavoro fra i due ministeri, dell'Interno e del Welfare, ha detto Maroni, ha portato "a questo accordo che sarà, a breve, trasformato in un provvedimento con un decreto, un dpr, che regolamenterà la materia". Il ministro Sacconi ha annunciato che nei prossimi giorni sarà varato un piano sull'integrazione che "sottolineerà la responsabilità della persona, diritti e doveri". Comprenderà, tra i vari punti, per chi vorrà intraprendere un percorso di integrazione, la conoscenza della lingua italiana, l'iscrizione alle scuole dell'obbligo e la trasparenza dei certificati abitativi. Il permesso di soggiorno 'a punti' prevede il raggiungimento di un credito (30 punti) in due anni (è la durata di un permesso). Al termine di questo percorso, se non dovesse essere raggiunto l'obiettivo, sarebbe previsto un anno di proroga. Al termine di questo percorso, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati nell'accordo, gli immigrati potrebbero chiedere la carta di soggiorno. Intanto dal prefetto del dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno Angelo Malandrino, è arrivato l’annuncio della chiusura dei Cie di Trapani e di Lamezia Terme, come richiesto da Medici senza frontiere, perché "inadeguati". "Saranno chiusi entro l’anno e stiamo pensando a trovare altri locali", ha detto Malandrino. Il Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri Frattini e Carfagna, ha recepito la Convenzione di Varsavia, che prevede che si debbano rilasciare permessi di soggiorno agli immigrati vittime di tratta e ridotti in schiavitù, e che lo Stato debba provvedere alla loro assistenza. E introduce un’aggravante per la falsificazione dei documenti, che colpisce chi sfrutta gli immigrati, come è accaduto a Rosarno. Il recepimento della Convenzione è a firma del ministro degli Esteri Frattini e del ministro per le Pari Opportunità Carfagna. "Con questa Convenzione si rafforzano le misure a favore delle persone", ha detto Mara Carfagna.
venerdì 5 febbraio 2010
Integrazione...
Previsti doveri da adempiere. Ecco cosa c'è dietro al permesso di soggiorno a punti per gli immigrati di Alma Pantale
Via libera al permesso di soggiorno a punti. Andrà presto in Consiglio dei Ministri un decreto in base al quale i nuovi richiedenti di permesso di soggiorno dovranno sottoscrivere un accordo per l'integrazione con una serie di doveri da adempiere che, solo se portati a termine, permetteranno di raggiungere i 30 punti indispensabili per ottenere il documento. È quanto prevede una intesa raggiunta dai ministri dell'Interno e del Welfare Roberto Maroni e Maurizio Sacconi. Ieri il titolare del Viminale, a margine della presentazione della rivista Libertà civili,ha spiegato: "Abbiamo oggi discusso il regolamento che prevede la stipula di un accordo di integrazione al momento del rilascio del permesso di soggiorno. La formula sarà inserita, in un decreto, sarà applicato solo ai nuovi permessi e avrà la durata di due anni. Sono definiti specifici obiettivi tra cui anche la conoscenza della lingua italiana". "L'accordo – ha precisato Maroni – prevede poi una valutazione da parte dello Sportello unico sul raggiungimento di questi obiettivi. E' un sistema per garantire l'integrazione: 'Io ti dico cosa fare, ti suggerisco cosa fare affinché tu possa integrarti perfettamente nella comunità in cui sei venuto a vivere'. Se alla fine di questo percorso sono stati raggiunti gli obiettivi, c'è il rinnovo del permesso di soggiorno. Se non sono stati raggiunti – ha concluso il ministro dell’Interno – c'è l'espulsione". Sui tempi per il varo dell'accordo di integrazione, Maroni ha risposto: "Siamo praticamente pronti per farlo e lo applicheremo solo ai nuovi permessi con durata di due anni e alla fine ci sarà la valutazione dei risultati raggiunti". "E' un interesse di chi richiede il permesso di soggiorno sottoscrivere questo accordo. Chi non lo fa – ha proseguito Maroni – vuol dire che non vuole integrarsi". A proposito dei costi, il titolare del Viminale ha poi aggiunto: "Non si può certo chiedere all'integrando di metterci dei soldi. Pagheremo e organizzeremo tutto noi, così avremo anche sotto controllo l'organizzazione e potremo garantire standard uniformi per tutte le province italiane". Il lavoro fra i due ministeri, dell'Interno e del Welfare, ha detto Maroni, ha portato "a questo accordo che sarà, a breve, trasformato in un provvedimento con un decreto, un dpr, che regolamenterà la materia". Il ministro Sacconi ha annunciato che nei prossimi giorni sarà varato un piano sull'integrazione che "sottolineerà la responsabilità della persona, diritti e doveri". Comprenderà, tra i vari punti, per chi vorrà intraprendere un percorso di integrazione, la conoscenza della lingua italiana, l'iscrizione alle scuole dell'obbligo e la trasparenza dei certificati abitativi. Il permesso di soggiorno 'a punti' prevede il raggiungimento di un credito (30 punti) in due anni (è la durata di un permesso). Al termine di questo percorso, se non dovesse essere raggiunto l'obiettivo, sarebbe previsto un anno di proroga. Al termine di questo percorso, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati nell'accordo, gli immigrati potrebbero chiedere la carta di soggiorno. Intanto dal prefetto del dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno Angelo Malandrino, è arrivato l’annuncio della chiusura dei Cie di Trapani e di Lamezia Terme, come richiesto da Medici senza frontiere, perché "inadeguati". "Saranno chiusi entro l’anno e stiamo pensando a trovare altri locali", ha detto Malandrino. Il Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri Frattini e Carfagna, ha recepito la Convenzione di Varsavia, che prevede che si debbano rilasciare permessi di soggiorno agli immigrati vittime di tratta e ridotti in schiavitù, e che lo Stato debba provvedere alla loro assistenza. E introduce un’aggravante per la falsificazione dei documenti, che colpisce chi sfrutta gli immigrati, come è accaduto a Rosarno. Il recepimento della Convenzione è a firma del ministro degli Esteri Frattini e del ministro per le Pari Opportunità Carfagna. "Con questa Convenzione si rafforzano le misure a favore delle persone", ha detto Mara Carfagna.
Via libera al permesso di soggiorno a punti. Andrà presto in Consiglio dei Ministri un decreto in base al quale i nuovi richiedenti di permesso di soggiorno dovranno sottoscrivere un accordo per l'integrazione con una serie di doveri da adempiere che, solo se portati a termine, permetteranno di raggiungere i 30 punti indispensabili per ottenere il documento. È quanto prevede una intesa raggiunta dai ministri dell'Interno e del Welfare Roberto Maroni e Maurizio Sacconi. Ieri il titolare del Viminale, a margine della presentazione della rivista Libertà civili,ha spiegato: "Abbiamo oggi discusso il regolamento che prevede la stipula di un accordo di integrazione al momento del rilascio del permesso di soggiorno. La formula sarà inserita, in un decreto, sarà applicato solo ai nuovi permessi e avrà la durata di due anni. Sono definiti specifici obiettivi tra cui anche la conoscenza della lingua italiana". "L'accordo – ha precisato Maroni – prevede poi una valutazione da parte dello Sportello unico sul raggiungimento di questi obiettivi. E' un sistema per garantire l'integrazione: 'Io ti dico cosa fare, ti suggerisco cosa fare affinché tu possa integrarti perfettamente nella comunità in cui sei venuto a vivere'. Se alla fine di questo percorso sono stati raggiunti gli obiettivi, c'è il rinnovo del permesso di soggiorno. Se non sono stati raggiunti – ha concluso il ministro dell’Interno – c'è l'espulsione". Sui tempi per il varo dell'accordo di integrazione, Maroni ha risposto: "Siamo praticamente pronti per farlo e lo applicheremo solo ai nuovi permessi con durata di due anni e alla fine ci sarà la valutazione dei risultati raggiunti". "E' un interesse di chi richiede il permesso di soggiorno sottoscrivere questo accordo. Chi non lo fa – ha proseguito Maroni – vuol dire che non vuole integrarsi". A proposito dei costi, il titolare del Viminale ha poi aggiunto: "Non si può certo chiedere all'integrando di metterci dei soldi. Pagheremo e organizzeremo tutto noi, così avremo anche sotto controllo l'organizzazione e potremo garantire standard uniformi per tutte le province italiane". Il lavoro fra i due ministeri, dell'Interno e del Welfare, ha detto Maroni, ha portato "a questo accordo che sarà, a breve, trasformato in un provvedimento con un decreto, un dpr, che regolamenterà la materia". Il ministro Sacconi ha annunciato che nei prossimi giorni sarà varato un piano sull'integrazione che "sottolineerà la responsabilità della persona, diritti e doveri". Comprenderà, tra i vari punti, per chi vorrà intraprendere un percorso di integrazione, la conoscenza della lingua italiana, l'iscrizione alle scuole dell'obbligo e la trasparenza dei certificati abitativi. Il permesso di soggiorno 'a punti' prevede il raggiungimento di un credito (30 punti) in due anni (è la durata di un permesso). Al termine di questo percorso, se non dovesse essere raggiunto l'obiettivo, sarebbe previsto un anno di proroga. Al termine di questo percorso, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati nell'accordo, gli immigrati potrebbero chiedere la carta di soggiorno. Intanto dal prefetto del dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno Angelo Malandrino, è arrivato l’annuncio della chiusura dei Cie di Trapani e di Lamezia Terme, come richiesto da Medici senza frontiere, perché "inadeguati". "Saranno chiusi entro l’anno e stiamo pensando a trovare altri locali", ha detto Malandrino. Il Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri Frattini e Carfagna, ha recepito la Convenzione di Varsavia, che prevede che si debbano rilasciare permessi di soggiorno agli immigrati vittime di tratta e ridotti in schiavitù, e che lo Stato debba provvedere alla loro assistenza. E introduce un’aggravante per la falsificazione dei documenti, che colpisce chi sfrutta gli immigrati, come è accaduto a Rosarno. Il recepimento della Convenzione è a firma del ministro degli Esteri Frattini e del ministro per le Pari Opportunità Carfagna. "Con questa Convenzione si rafforzano le misure a favore delle persone", ha detto Mara Carfagna.
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