giovedì 3 settembre 2009

Unione europea

Broccoletti di Bruxelles e teste di rapa di Nicolò Vergata

Negli anni sessanta cominciarono ad apparire nei primi supermercati i famosi broccoletti di Bruxelles. Piccoli cavolacei che sperimentai subito assieme ai maccheroni, al posto della deliziosa pasta ai broccoli alla siciliana (sì, proprio quella che il commissario Montalbano mangia con avidità e che non fa mai in tempo a finirla tutta per qualche urgente motivo di ufficio). Prima di allora di Bruxelles non ne sapevamo molto né era famosa meta turistica. Esperimento rimasto unico perché fui colto da tale mal di pancia che mandai al diavolo per sempre Bruxelles e i suoi famosi broccoletti. Anni dopo fu costituita la UE, almeno come la vediamo oggi, con sede proprio a Bruxelles ed io non potei non associare questa città col mal di pancia sofferto tanto tempo prima e, perciò, apprendendo la notizia, mi venne spontaneo un senso di malore. Nulla, però, mi faceva presagire che la già micidiale ricetta si mescolasse anche con altri cavolacei: le teste di rapa.Un esempio è oggi sotto agli occhi di tutti. Un portavoce del portavoce della voce, di vocazione usciere dalle grandi ambizioni, si permette e non è la prima volta, di chiedere all’Italia giustificazioni su di un operato effettuato in virtù di una legge sovrana di uno stato sovrano, in materia di immigrazione. Un funzionario, che non sia testa di rapa e che sia capace di campare a questo mondo, di fronte ad una (sappiamo di chi) segnalazione, consapevole che essa proviene da fonte partigiana, anche se verso di essa simpatizzante, il minimo che dovrebbe fare è accertarsi dalle fonti ufficiali, facilmente reperibili dalle dichiarazioni fatte a mezzo stampa e, semmai, agire per linee interne di ufficio, visto che nel palazzo di vetro si sta gomito a gomito, chiedendo eventuali ulteriori notizie e sempre ammesso che queste rientrino non solo nei poteri ma, soprattutto, nelle attribuzioni e nel contesto delle norme comunitarie. Un buon funzionario messo a quel livello, non deve mai dimenticare che l’UE è una federazione di stati sovrani e che ogni atto deve essere meditato ed emanato con la massima cautela. Vi immaginate se negli Stati Uniti succedesse qualcosa del genere? Quanti films abbiamo visto dove la polizia federale è stata presa a calci nel sedere dalla Polizia di quello o quell’altro Stato? Invece, il nostro che fa? Senza pensarci due volte prende carta e penna e scrive al governo italiano chiedendo “chiarimenti”. Chiarimenti a chi, a te, emerito testa di rapa? Ed è inutile che la giri: i “chiarimenti” hanno tutto il sapore di una inchiesta individuale ma, soprattutto, è una chiara dimostrazione del tentativo di dare una mano alla sinistra nostrana, palesemente finalizzato a creare un ennesimo elemento di attacco dell’opposizione al governo. Di questo anche i non vedenti se ne sono accorti. Allora, la lettera assume un valore ed un significato politico, di cui l’UE non ha alcun titolo e che si traduce in una grave interferenza verso uno stato, membro sì, ma sovrano. Mania di grandezza o squallida sottomissione alle richiesta di una sinistra il cui braccio armato arriva dovunque e dalla quale evidentemente, in un modo o nell’altro trae vantaggi? Oppure volontà di andare addosso all’Italia, la cui forza e prestigio internazionale sta superando quella declinante della triplice alleanza e dei loro satelliti? Oppure non vede di buon occhio la politica mediterranea di Berlusconi, capace di creare un rapporto privilegiato con i grandi produttori di petrolio? Mi sorgono sinistre rimembranze: vi ricordate che fine ha fatto Mattei? La sinistra che, insonne, le studia tutte a tavolino la notte, lo sa e l’ha già sfruttato con la stampa estera creando un clima di odio verso il nostro capo del governo e verso l’Italia. Nessuno però, pro bono pacis, ha la voglia di chiamare queste azioni della sinistra con il loro vero nome: atti eversivi verso la patria. Ma la sinistra è adusa a questo, fin da quando i vari Nenni, Togliatti & compagni, si beccavano i soldi dall’Italia e nel frattempo facevano puntare i missili russi contro di noi. Molti anni fa, su queste stesse pagine, espressi il mio modesto pensiero sulla inveterata esterofilia degli italiani. Esterofilia che ci portava a ritenere come tutti noi, cittadini e governanti, avessimo qualche grammo di materia grigia in meno dei cittadini e, in particolare, dei governanti degli altri stati europei. Un vero e proprio complesso di inferiorità. Ma, si sa che la lontananza e la non conoscenza diretta creano il fascino e il culto della personalità. Ma quando i lavori degli organi dell’UE sono cominciati e i politici di ogni stato membro sono diventati più a diretto contatto con noi e, soprattutto, quando abbiamo potuto vederli, ascoltarli, leggere il prodotto della loro in-capacità professionale, ci siamo resi conto quante teste di rapa ci sono in giro in Europa. Non che noi figurassimo meglio nel periodo di conduzione del grande Mortadella, circondato dai vari Luxuria, Casarin (se non erro), e altri bellimbusti della sinistra, ma noi italiani, come popolo, ci chiedevamo: ma che c’azzecca che l’EU ci debba dire quanto lunghi devono essere i cetrioli per non violare i parametri europei? Ma è possibile che dobbiamo camminare col metro in tasca per misurare i cetrioli nostri e altrui (…mi riferisco a quelli di importazione nei mercati)? Ed abbiamo rinunciato ad una buona fetta di sovranità in cambio “de che”? Dell’euro? Grazie, grande Mortadella la cui ombra è ancora in giro a cercare di combinare altri guai alle nostre tasche .Un’ultima domanda “sorge spontanea”: come mai, quando c’era la sinistra al governo, l’UE taceva? Le risposte sono due: o perché i rappresentanti che la sinistra inviava non erano, come non furono, capaci di fare un kaiser, intascandosi l’immeritata e cospicua paga, o perché erano collusi con le teste di rapa. Adesso che Berlusconi ha risposto per le rime, la sinistra urla “vuole intimidire la UE!” Ah, si intimidisce? Allora vuol dire che ha la coda di paglia. Bene, andiamo avanti a farla intimidire. Le teste di rapa sano buone solo lessate.

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