Ministro Frattini, al di là delle espressioni diplomatiche sui «rapporti eccellenti», come sono davvero le relazioni tra governo e Vaticano, e tra governo e Chiesa italiana? «Nella sostanza, c’è una costante condivisione di valori tra il governo di centrodestra e la Santa Sede: vita, famiglia, equilibrio tra rigore e accoglienza sull’immigrazione. Io stesso mi sono sentito costretto a intervenire, quando la Lega è passata da un eccesso all’altro: prima espressioni fuori luogo, come quelle sugli 'esponenti religiosi cattocomunisti che hanno perso il catto e restano comunisti'; poi la rivendicazione di essere 'custode dei valori cristiani'. Fu il governo Berlusconi, con me alla Farnesina, a battersi per inserire nella Costituzione europea le radici cristiane. Non mi sento di non essere garante e custode delle radici cristiane, almeno quanto la Lega».
Sull’attacco a Boffo che idea si è fatto? «Ho telefonato al direttore di Avvenire il giorno stesso. Il rispetto per la privacy e la dignità deve valere per tutti, anche per i personaggi pubblici. Respingo però le strumentalizzazioni politiche della sinistra, che usa la vicenda come se Berlusconi ne fosse il mandante. Invece il presidente ha spiegato in pubblico, e in privato, di non aver incoraggiato e neppure parlato con Feltri».
Resta una tensione innegabile. «Ma prima il direttore dell’ Osservatore Romano e poi il cardinal Bertone hanno ribadito la sintonia tra il governo e la Santa Sede. Quanto alla possibilità che all’interno del sistema dei poteri vaticani si sia aperto un contrasto, se il Santo Padre dice che questo non è, non è».
Ora si teme che la maggioranza, per recuperare i rapporti con il Vaticano, sia arrendevole sui temi dell’autunno, dalla legge sul fine vita alla scuola privata. «Comprendo questa preoccupazione. È necessario darle risposta, discutendo nelle sedi in cui il Pdl discute. Il vicepresidente dei senatori, Quagliariello, in queste ore affronta il tema dei valori con monsignor Fisichella. La prossima settimana, al seminario del Pdl a Gubbio, mi farò portatore di un’iniziativa. Berlusconi ci ha lasciato libertà di coscienza. Il Pdl colga l’occasione per elaborare le sue idee, avanzare le sue proposte, come ha fatto la Lega sui dialetti. Parliamo anche noi al nostro elettorato, alimentiamo il dibattito politico. In questo modo il partito rafforzerebbe il governo».
Fini tenterà di cambiare la legge sul fine vita approvata dal Senato. Lei che ne pensa? «Penso che il testo del Senato possa essere migliorato. Io sono per la tutela della vita senza se e senza ma. Ma lo stesso risultato può essere raggiunto ripulendo aspetti normativistici e procedurali. Una tema così delicato come la vita e la morte non può essere affidato per intero allo Stato. Uno dei valori dell’insegnamento della Chiesa è la rilevanza della società. Credo sia possibile depotenziare alcuni aspetti statualistici della legge».
Sino a rimuovere il divieto di sospendere l’idratazione? «Nella sostanza, non ho dubbi che acqua e cibo non siano una cura, ma un modo per dare la vita. Una cosa però è la sostanza, un’altra la regolazione delle forme e delle procedure: stabilire con una legge come si debba fare evoca lo Stato etico e mi lascia qualche perplessità. È proprio quest’allergia alla statualità e all’iperregolazione a spiegare che uomini come Sacconi e come me, di cultura riformista, siano sensibili a queste istanze più di uomini che vengono dalla Dc».
E sui finanziamenti alle scuole private? «L’anno scorso la Gelmini si batté come una leonessa, ma si fece poco e tardi; per Tremonti la blindatura dei conti era la priorità. Quest’anno credo che il sacrificio finanziario vada tentato».
Dalla Dc viene Rotondi, che con Brunetta propone di riconoscere i diritti delle coppie di fatto. Un binario morto della legislatura? «Credo di sì. Perché verrebbe colorito con un segno anticristiano e anti-Santa Sede, e come tale cavalcato a torto dai laicisti. Piuttosto reagiamo con più forza, come facciamo con gli scafisti, agli attacchi contro gli omosessuali. Stabiliamo un’aggravante per i delitti a fini omofobici, dai petardi alle coltellate. Se aggredisco qualcuno perché gay sarò punito più severamente» .
Fini è isolato dentro il Pdl? «Fini non si è isolato. Rivendica il ruolo di presidente della Camera. Il suo predecessore Bertinotti ha fatto molto di peggio. Fini e la sua fondazione Farefuturo arricchiscono il dibattito nel Pdl. Ricordiamoci che, quando infuriava il gossip contro Berlusconi, Fini reagì con lealtà».
È d’accordo sul voto amministrativo agli immigrati? «Chi paga le tasse, chi parla l’italiano, chi rispetta la Costituzione e la bandiera, deve avere il diritto di rappresentanza. Notaxation without representation ; come possiamo riscuotere tasse, se non riconosciamo a chi le paga il diritto di essere rappresentato? Il Pdl deve lavorare in modo organico su un’integrazione non solo securitaria. Purtroppo, temo che se oggi sottoponessimo a un esame la conoscenza della lingua e della Costituzione degli extracomunitari che sono in Italia anche da più di cinque anni, non molti lo passerebbero. Ma se ci sono uomini e donne che amano l’Italia, perché dobbiamo considerarli stranieri? Con tutti gli italiani che non amano il loro Paese...».
A chi si riferisce? «A chi, per attaccare il capo del governo, infanga l’Italia all’estero presentandola come un Paese di corrotti e offuscatori della libertà di espressione».
Neppure la Lega ha dato grandi prove di patriottismo. «La Lega è sempre stata un alleato fedele. Magari alza la voce, ma poi vota con il governo; è accaduto anche sulla missione in Afghanistan. Se poi la Lega si cala nel territorio, monta i gazebo, va davanti alle scuole e ai cancelli delle fabbriche, noi non dobbiamo criticarla, ma accettare la sfida».
Tra sette mesi si vota: la Lega chiede tre Regioni. «Ha titolo negoziale per rivendicarle. Ma non può avere la Lombardia, dove Formigoni come coprotagonista della vittoria per l’Expo 2015 non potrà essere estromesso. Né il Veneto, dove la Lega è già talmente rappresentata in Province e Comuni che non vale la pena vanificare l’accordo con l’Udc, che si può fare su Galan. Il Piemonte è un altro discorso».
Il rilancio del Pdl passa anche dal coordinatoreunico? «Il triumvirato è nel nostro statuto, ma come soluzione provvisoria. Ha funzionato per evitare una fusione a freddo. Però va considerato appunto una soluzione provvisoria» .
Meno peggio Bersani o Franceschini? «Ho una certa considerazione personale per Bersani, che ha commesso gravi errori politici, ma ha un’immagine. Franceschini non ha fatto altro che cavalcare l’antiberlusconismo più estremo».
I giornali riferiscono voci su D’Alema «mister Pesc», in pratica ministro degli Esteri dell’Unione europea. «Una cosa che non sta né in cielo né in terra. E credo che D’Alema lo sappia».
Marcello Dell’Utri, in un’intervista a Paola Di Caro del «Corriere», ha riferito che Berlusconi la predilige perché «a Frattini dici una cosa il mattino, e la sera l’ha fatta». Lo accolse come un complimento? «Fui felice di leggerlo. Se la persona con cui collaboro mi dice di fare una cosa, la faccio. Se ritengo vada fatta in modo diverso, lo dico».
E Berlusconi accetta di essere contraddetto? «Se gli spiego il motivo, sì. Io non sono nel gruppo della prima ora: Berlusconi mi trovò a Palazzo Chigi, dove avevo lavorato con Ciampi. All’evidenza, Berlusconi si è trovato bene, e io pure. Anche se gli do ancora del lei».
Aldo Cazzullo
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