sabato 5 settembre 2009

Democrazia

Non digiunavano per il Ramadan: in Egitto arrestate 155 persone

Si fa più pesante la mano della polizia egiziana durante il mese sacro di Ramadan: chi osa non rispettare pubblicamente l’obbligo religioso del digiuno, viene arrestato. Anche se nel Paese non esiste nessuna legge che lo preveda. A denunciare il fenomeno è il giornale locale al-Youm al-Sabaa che parla di almeno 155 persone arrestate nelle due ultime settimane per non aver digiunato durante il Ramadan. In particolare sembra sia la polizia della provincia meridionale di Aswan quella più impegnata: durante il giorno la principale occupazione è dare la caccia alle persone che mangiano in pubblico non rispettando il digiuno islamico. Il giornale egiziano riporta la storia di Ahmed Mustafa, un uomo di 40 anni, che nei giorni scorsi è stato arrestato mentre comprava una bevanda per la sua famiglia poco prima del tramonto. «Ero davanti al negozio dove avevo semplicemente comprato un succo di frutta da dare ai miei bambini per l’iftar (la cena che rompe il digiuno dopo il tramonto) quando gli agenti mi hanno portato via», racconta l’uomo meravigliato. L’episodio fa parte di una campagna sponsorizzata dal ministero degli Interni nella provincia sud del Paese. Secondo funzionari del dicastero, lo scopo è quello di mostrare ai cittadini «come si vive in un Paese estremista» e quindi simulare l’esperienza dei musulmani in Kuwait o Arabia Saudita, dove chi non rispetta i precetti islamici può essere punito. L’iniziativa repressiva, appoggiata anche dallo Stato, ha fatto andare su tutte le furie le associazioni per i diritti umani egiziani che denunciano una deriva intollerante ed estremista della polizia. In particolare l’avvocato Jamal Aid, direttore della Lega araba dei diritti umani, definisce «illegale quanto fatto dai poliziotti, che sono spinti dal governo a fare di questo un Paese religioso». Secondo il legale «non è la prima volta che si verifica un fatto del genere in Egitto. Da circa due anni ci provano al Cairo, ma hanno dovuto fermare queste attività perché sono illegali. Per la nostra legge ogni uomo può scegliere se digiunare o meno». Della stessa opinione è anche Nijad al-Baraai, attivista per i diritti umani, che aggiunge: «Non esiste alcuna legge che prevede l’arresto per chi mangia durante il Ramadan. È assurdo che il governo combatta gli estremisti islamici e i gruppi jihadisti e terroristi e poi assuma il loro stesso comportamento». Il legale egiziano Khalid Ali conferma che dall’inizio del Ramadan sono 155 le persone arrestate ad Aswan per non aver digiunato: «Gli agenti utilizzano un cavillo legale, sostenendo che chi mangia durante il giorno in strada viola le regole della pubblica decenza». La campagna della polizia di Aswan non piace neppure ai fedeli più osservanti. «È orribile quello che sta accadendo, non possiamo rimane a guardare e permettere tutto questo, perché vogliamo vivere in una società libera», denuncia Ahmed, un membro della Fratellanza musulmana. «La religione non è qualcosa di obbligatorio e questo deve essere rispettato».

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