Ci arrivano molti consensi da parte di coloro che leggono il sito degli Italiani Liberi, richieste di adesione al nostro movimento, domande su che cosa fare per opporsi al tradimento dei politici che sono tutti d’accordo nel voler cancellare l’identità italiana, eliminare l’indipendenza e l’unità dell’Italia, mescolare gli Italiani con gli stranieri così da raggiungere quella società multietnica che è imposta dai sommi capi d’America e d’Europa. Io non posso fare altro, per rispondere a queste richieste, che esporre ancora una volta i motivi per i quali non ci si può salvare dal destino di morte che i governanti hanno prefissato se non opponendosi all’unificazione europea, uscendo politicamente dall’UE, e al tempo stesso ribadire che per riuscirci sarebbero necessarie forze economiche e organizzative che gli Italiani Liberi non possiedono. Abbiamo di fronte, infatti, una enorme montagna: la volontà univoca di tutti i partiti, sia italiani che europei, sia di destra che di sinistra, stimolati, spalleggiati e alimentati finanziariamente dall’America; e ciò che rende il compito ancora più difficile è il fatto che quasi nessuno dei cittadini, sia in Italia che negli altri paesi, sa bene quello che sta succedendo, data l’assoluta complicità dei giornalisti nel mantenere il silenzio. Io so che per molti è difficile rendersi conto che la causa fondamentale di tutti i mali dai quali siamo oppressi, è la messa in atto da parte dei politici degli strumenti indispensabili alla realizzazione concreta del progetto di unificazione europea; progetto che era rimasto in precedenza quasi del tutto sulla carta a causa della temuta ingerenza dell’Unione Sovietica. Cercherò di fare il punto della situazione nel modo più semplice possibile, invitando i lettori a guardare i fatti così come stanno sotto i loro occhi. Possiamo considerare il giorno della domenica 29 marzo 2009 una data conclusiva del lungo percorso che è stato necessario per prepararsi all’eliminazione della Nazione Italiana. Berlusconi ha detto solennemente, infatti, a chiusura del congresso del Popolo della Libertà, che la fusione dei vari partiti del centro-destra serviva, confluendo nel Partito Popolare Europeo, a farne il gruppo più forte di tutto il Parlamento di Strasburgo. Si tratta della pura verità; non c’è che prenderne atto. Tutte le operazioni politiche sono finalizzate al raggiungimento della maggiore capacità direttiva nell’Impero europeo. Naturalmente le parole di Berlusconi sul partito Popolare Europeo sono apparse a tutti come una logica e benvenuta conseguenza e non come lo scopo primario della fusione; ma questo tipo di inganno è quello solito, collaudatissimo, messo in atto ogni giorno da tutti i politici, da tutti i dirigenti dei partiti: far credere ai sudditi che ciò che viene fatto, anche a livello europeo, riguardi l’Italia, gli interessi dell’Italia, lasciando l’Europa e l’America appena visibili sullo sfondo, mentre è vero il contrario. L’Italia è soltanto il corpo del quale i politici si sono serviti e si servono per costruire un impero transatlantico, un corpo che stanno forgiando pezzo per pezzo sul modello delle forme americane in modo che possa sommarsi e unificarsi politicamente agli Stati Uniti d’America. Quali sono queste forme? Quelle che, nel progetto ideato dai politici, lo renderanno analogo all’America: un unico territorio senza confini così da cancellare gli Stati, rendere sempre più importanti ed autonome le Regioni, a partire dal federalismo fiscale, in modo da diventare ciò che in America sono gli Stati (non per nulla i presidenti si sono autoproclamati Governatori); con l’afflusso di immigrati ottenere la molteplicità di razze, di religioni, di costumi che caratterizzano l’America, e con l’imposizione di un’unica costituzione, un’unica moneta, un unico mercato, un’unica polizia, un unico esercito, un’unica identità, diventare lo Stato Europeo. Gli strumenti strettamente politici sono già stati creati da tempo a forza di trattati. Nel 1993-94 il Trattato di Maastricht ha imposto le regole economiche e finanziarie e fissato le premesse per la moneta unica e per la cosiddetta "armonizzazione" delle polizie, dei codici giuridici, dei programmi scolastici, culturali, sanitari, ecc; nel 1995 è stata firmata la Nuova Agenda Transatlantica (NAT) allo scopo di formare un unico blocco fra Unione europea e Stati Uniti a livello politico, economico e militare (il centro propulsore del progetto è il Transatlantic Policy Network), finanziato da importanti multinazionali americane ed europee, quali Michelin, Boeing, IBM, Microsoft, Deustche Bank e molte altre. Secondo le raccomandazioni emanate proprio in questi giorni dal Parlamento Europeo il mercato transatlantico unificato dovrebbe cominciare a funzionare a partire dal 2015. Il blocco unificato politico e militare invece ha subìto qualche pausa negli anni scorsi, ma nessuno dubita che, con il simpatico impulso dato dal cambio della guardia alla Casa Bianca, si giungerà presto a metterlo a regime. A questo punto saranno parecchi, fra i lettori, a pensare: cosa c’è di male nel cercare di diventare più forti unendosi all’America, tanto più trovandosi a competere con un mondo globalizzato? Ebbene, la risposta è molto semplice: tutto questo disegno è privo di realtà. E stato ideato senza tenere conto né della storia che sta alle spalle dell’America e dell’Europa, né di quello che è effettivamente il “modello” americano e che gli uomini italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc. dovrebbero condividere e mettere in atto. Io invito coloro che mi stanno leggendo a ripensare perun momento a qualcuno dei telefilm che le varie reti televisive ci propongono in lunghissime serie da decine d’anni: i “gialli”, i “polizieschi”, le “soap opera” quali L’Ispettore Tibbs, Ranger Walcher, Le strade della California, Colombo… Sono gli Americani a raccontare se stessi in questi prodotti di consumo televisivo, non siamo noi ad inventarceli, o a raccontarli in base ai nostri viaggi, ai nostri studi, alla nostra sensibilità, i nostri pregiudizi. La vita quotidiana in terra d’America è fatta di scontri continui fra bianchi, neri, gialli, messicani, cinesi, femmine, maschi, gang giovanili in gara a chi uccide di più, poliziotti corrotti o giustizieri in proprio, sceriffi in competizione con la polizia federale, alti menager e politici pronti a tutto per raggiungere i propri scopi, immigrati clandestini avviati alla prostituzione e all’espianto degli organi, barboni come brandelli di esseri umani addormentati sui marciapiedi, traffico di droga costellato di omicidi… Il paradiso della società multietnica che i nostri politici continuamente ci predicano, non esiste e non può esistere. L’America ne è la prova incontestabile proprio perché è nata con questa caratteristica. I primi emigranti inglesi sono sbarcati sulla costa americana ( la Virginia) nel 1607. I primi negri vi giunsero pochi anni dopo, nel 1620, trasportati da una nave olandese che faceva commercio di schiavi. Da allora sono arrivati in America individui di ogni razza, religione, cultura. Ma, malgrado l’immensità del territorio e le sue enormi ricchezze, malgrado l’origine di immigrati comune a tutti e l’uso della stessa lingua, l’unico modello culturale che ha potuto svilupparsi è stato quello materiale del mercato, del commercio, del culto del denaro e della volontà di accrescerlo abbattendo qualsiasi barriera che ostacoli la circolazione delle merci. Da qui tutta la storia dell’America, la sua volontà di predominio praticamente fino all’attuale crisi economica. E’ inutile soffermarsi su ciò che è evidente: l’Europa deve uccidersi per tentare di somigliarle. La ricchezza dell’Europa sta nella intelligenza, nella creatività, nella produzione di lingue, di pensiero, di arte, di musica, di diritto, di scienza. Ridotta al modello del mercato, senza identità di nazioni, di patrie, di civiltà, l’Europa sarà, come già oggi dimostra di essere, debolissima, poverissima. La democrazia sarà quella odierna di pura formalità elettorale, nella quale non conosciamo né il nome, né la lingua di coloro che ci governano. La libertà, poi, è soltanto apparente poiché sono stati predisposti tutti gli strumenti affinché nessuno possa ribellarsi. Il mandato di cattura europeo, che sarà esteso all’ordinamento giudiziario americano; l’archivio comune di tutte le impronte digitali; il controllo sui conti correnti e il divieto di circolazione del denaro contante, sono sufficienti ad impedire ogni velleità di opposizione. Senza denaro e senza segretezza è naturalmente impossibile organizzare neanche la più piccola azione di disturbo; per questo la disputa sui paradisi fiscali riguarda esclusivamente l’Europa, lasciando indisturbati quelli americani e quello israeliano: è soltanto in Europa che il possesso segreto di denaro potrebbe permettere qualche ribellione alla perdita della patria. Così stanno le cose. Ma sebbene il quadro sia atroce, dobbiamo continuare a sorvegliare gli avvenimenti con il massimo di attenzione, sforzarci di raggiungere con l’informazione e aprire gli occhi a tutti coloro che ancora non sanno e non si rendono conto di quale sia il progetto dei politici e tenerci pronti per quando giungerà il momento (questo è sicuro) in cui sarà possibile agire.
venerdì 3 aprile 2009
Lucidità
L'Impero euro-americano alle porte di Ida Magli
Ci arrivano molti consensi da parte di coloro che leggono il sito degli Italiani Liberi, richieste di adesione al nostro movimento, domande su che cosa fare per opporsi al tradimento dei politici che sono tutti d’accordo nel voler cancellare l’identità italiana, eliminare l’indipendenza e l’unità dell’Italia, mescolare gli Italiani con gli stranieri così da raggiungere quella società multietnica che è imposta dai sommi capi d’America e d’Europa. Io non posso fare altro, per rispondere a queste richieste, che esporre ancora una volta i motivi per i quali non ci si può salvare dal destino di morte che i governanti hanno prefissato se non opponendosi all’unificazione europea, uscendo politicamente dall’UE, e al tempo stesso ribadire che per riuscirci sarebbero necessarie forze economiche e organizzative che gli Italiani Liberi non possiedono. Abbiamo di fronte, infatti, una enorme montagna: la volontà univoca di tutti i partiti, sia italiani che europei, sia di destra che di sinistra, stimolati, spalleggiati e alimentati finanziariamente dall’America; e ciò che rende il compito ancora più difficile è il fatto che quasi nessuno dei cittadini, sia in Italia che negli altri paesi, sa bene quello che sta succedendo, data l’assoluta complicità dei giornalisti nel mantenere il silenzio. Io so che per molti è difficile rendersi conto che la causa fondamentale di tutti i mali dai quali siamo oppressi, è la messa in atto da parte dei politici degli strumenti indispensabili alla realizzazione concreta del progetto di unificazione europea; progetto che era rimasto in precedenza quasi del tutto sulla carta a causa della temuta ingerenza dell’Unione Sovietica. Cercherò di fare il punto della situazione nel modo più semplice possibile, invitando i lettori a guardare i fatti così come stanno sotto i loro occhi. Possiamo considerare il giorno della domenica 29 marzo 2009 una data conclusiva del lungo percorso che è stato necessario per prepararsi all’eliminazione della Nazione Italiana. Berlusconi ha detto solennemente, infatti, a chiusura del congresso del Popolo della Libertà, che la fusione dei vari partiti del centro-destra serviva, confluendo nel Partito Popolare Europeo, a farne il gruppo più forte di tutto il Parlamento di Strasburgo. Si tratta della pura verità; non c’è che prenderne atto. Tutte le operazioni politiche sono finalizzate al raggiungimento della maggiore capacità direttiva nell’Impero europeo. Naturalmente le parole di Berlusconi sul partito Popolare Europeo sono apparse a tutti come una logica e benvenuta conseguenza e non come lo scopo primario della fusione; ma questo tipo di inganno è quello solito, collaudatissimo, messo in atto ogni giorno da tutti i politici, da tutti i dirigenti dei partiti: far credere ai sudditi che ciò che viene fatto, anche a livello europeo, riguardi l’Italia, gli interessi dell’Italia, lasciando l’Europa e l’America appena visibili sullo sfondo, mentre è vero il contrario. L’Italia è soltanto il corpo del quale i politici si sono serviti e si servono per costruire un impero transatlantico, un corpo che stanno forgiando pezzo per pezzo sul modello delle forme americane in modo che possa sommarsi e unificarsi politicamente agli Stati Uniti d’America. Quali sono queste forme? Quelle che, nel progetto ideato dai politici, lo renderanno analogo all’America: un unico territorio senza confini così da cancellare gli Stati, rendere sempre più importanti ed autonome le Regioni, a partire dal federalismo fiscale, in modo da diventare ciò che in America sono gli Stati (non per nulla i presidenti si sono autoproclamati Governatori); con l’afflusso di immigrati ottenere la molteplicità di razze, di religioni, di costumi che caratterizzano l’America, e con l’imposizione di un’unica costituzione, un’unica moneta, un unico mercato, un’unica polizia, un unico esercito, un’unica identità, diventare lo Stato Europeo. Gli strumenti strettamente politici sono già stati creati da tempo a forza di trattati. Nel 1993-94 il Trattato di Maastricht ha imposto le regole economiche e finanziarie e fissato le premesse per la moneta unica e per la cosiddetta "armonizzazione" delle polizie, dei codici giuridici, dei programmi scolastici, culturali, sanitari, ecc; nel 1995 è stata firmata la Nuova Agenda Transatlantica (NAT) allo scopo di formare un unico blocco fra Unione europea e Stati Uniti a livello politico, economico e militare (il centro propulsore del progetto è il Transatlantic Policy Network), finanziato da importanti multinazionali americane ed europee, quali Michelin, Boeing, IBM, Microsoft, Deustche Bank e molte altre. Secondo le raccomandazioni emanate proprio in questi giorni dal Parlamento Europeo il mercato transatlantico unificato dovrebbe cominciare a funzionare a partire dal 2015. Il blocco unificato politico e militare invece ha subìto qualche pausa negli anni scorsi, ma nessuno dubita che, con il simpatico impulso dato dal cambio della guardia alla Casa Bianca, si giungerà presto a metterlo a regime. A questo punto saranno parecchi, fra i lettori, a pensare: cosa c’è di male nel cercare di diventare più forti unendosi all’America, tanto più trovandosi a competere con un mondo globalizzato? Ebbene, la risposta è molto semplice: tutto questo disegno è privo di realtà. E stato ideato senza tenere conto né della storia che sta alle spalle dell’America e dell’Europa, né di quello che è effettivamente il “modello” americano e che gli uomini italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc. dovrebbero condividere e mettere in atto. Io invito coloro che mi stanno leggendo a ripensare perun momento a qualcuno dei telefilm che le varie reti televisive ci propongono in lunghissime serie da decine d’anni: i “gialli”, i “polizieschi”, le “soap opera” quali L’Ispettore Tibbs, Ranger Walcher, Le strade della California, Colombo… Sono gli Americani a raccontare se stessi in questi prodotti di consumo televisivo, non siamo noi ad inventarceli, o a raccontarli in base ai nostri viaggi, ai nostri studi, alla nostra sensibilità, i nostri pregiudizi. La vita quotidiana in terra d’America è fatta di scontri continui fra bianchi, neri, gialli, messicani, cinesi, femmine, maschi, gang giovanili in gara a chi uccide di più, poliziotti corrotti o giustizieri in proprio, sceriffi in competizione con la polizia federale, alti menager e politici pronti a tutto per raggiungere i propri scopi, immigrati clandestini avviati alla prostituzione e all’espianto degli organi, barboni come brandelli di esseri umani addormentati sui marciapiedi, traffico di droga costellato di omicidi… Il paradiso della società multietnica che i nostri politici continuamente ci predicano, non esiste e non può esistere. L’America ne è la prova incontestabile proprio perché è nata con questa caratteristica. I primi emigranti inglesi sono sbarcati sulla costa americana ( la Virginia) nel 1607. I primi negri vi giunsero pochi anni dopo, nel 1620, trasportati da una nave olandese che faceva commercio di schiavi. Da allora sono arrivati in America individui di ogni razza, religione, cultura. Ma, malgrado l’immensità del territorio e le sue enormi ricchezze, malgrado l’origine di immigrati comune a tutti e l’uso della stessa lingua, l’unico modello culturale che ha potuto svilupparsi è stato quello materiale del mercato, del commercio, del culto del denaro e della volontà di accrescerlo abbattendo qualsiasi barriera che ostacoli la circolazione delle merci. Da qui tutta la storia dell’America, la sua volontà di predominio praticamente fino all’attuale crisi economica. E’ inutile soffermarsi su ciò che è evidente: l’Europa deve uccidersi per tentare di somigliarle. La ricchezza dell’Europa sta nella intelligenza, nella creatività, nella produzione di lingue, di pensiero, di arte, di musica, di diritto, di scienza. Ridotta al modello del mercato, senza identità di nazioni, di patrie, di civiltà, l’Europa sarà, come già oggi dimostra di essere, debolissima, poverissima. La democrazia sarà quella odierna di pura formalità elettorale, nella quale non conosciamo né il nome, né la lingua di coloro che ci governano. La libertà, poi, è soltanto apparente poiché sono stati predisposti tutti gli strumenti affinché nessuno possa ribellarsi. Il mandato di cattura europeo, che sarà esteso all’ordinamento giudiziario americano; l’archivio comune di tutte le impronte digitali; il controllo sui conti correnti e il divieto di circolazione del denaro contante, sono sufficienti ad impedire ogni velleità di opposizione. Senza denaro e senza segretezza è naturalmente impossibile organizzare neanche la più piccola azione di disturbo; per questo la disputa sui paradisi fiscali riguarda esclusivamente l’Europa, lasciando indisturbati quelli americani e quello israeliano: è soltanto in Europa che il possesso segreto di denaro potrebbe permettere qualche ribellione alla perdita della patria. Così stanno le cose. Ma sebbene il quadro sia atroce, dobbiamo continuare a sorvegliare gli avvenimenti con il massimo di attenzione, sforzarci di raggiungere con l’informazione e aprire gli occhi a tutti coloro che ancora non sanno e non si rendono conto di quale sia il progetto dei politici e tenerci pronti per quando giungerà il momento (questo è sicuro) in cui sarà possibile agire.
Ci arrivano molti consensi da parte di coloro che leggono il sito degli Italiani Liberi, richieste di adesione al nostro movimento, domande su che cosa fare per opporsi al tradimento dei politici che sono tutti d’accordo nel voler cancellare l’identità italiana, eliminare l’indipendenza e l’unità dell’Italia, mescolare gli Italiani con gli stranieri così da raggiungere quella società multietnica che è imposta dai sommi capi d’America e d’Europa. Io non posso fare altro, per rispondere a queste richieste, che esporre ancora una volta i motivi per i quali non ci si può salvare dal destino di morte che i governanti hanno prefissato se non opponendosi all’unificazione europea, uscendo politicamente dall’UE, e al tempo stesso ribadire che per riuscirci sarebbero necessarie forze economiche e organizzative che gli Italiani Liberi non possiedono. Abbiamo di fronte, infatti, una enorme montagna: la volontà univoca di tutti i partiti, sia italiani che europei, sia di destra che di sinistra, stimolati, spalleggiati e alimentati finanziariamente dall’America; e ciò che rende il compito ancora più difficile è il fatto che quasi nessuno dei cittadini, sia in Italia che negli altri paesi, sa bene quello che sta succedendo, data l’assoluta complicità dei giornalisti nel mantenere il silenzio. Io so che per molti è difficile rendersi conto che la causa fondamentale di tutti i mali dai quali siamo oppressi, è la messa in atto da parte dei politici degli strumenti indispensabili alla realizzazione concreta del progetto di unificazione europea; progetto che era rimasto in precedenza quasi del tutto sulla carta a causa della temuta ingerenza dell’Unione Sovietica. Cercherò di fare il punto della situazione nel modo più semplice possibile, invitando i lettori a guardare i fatti così come stanno sotto i loro occhi. Possiamo considerare il giorno della domenica 29 marzo 2009 una data conclusiva del lungo percorso che è stato necessario per prepararsi all’eliminazione della Nazione Italiana. Berlusconi ha detto solennemente, infatti, a chiusura del congresso del Popolo della Libertà, che la fusione dei vari partiti del centro-destra serviva, confluendo nel Partito Popolare Europeo, a farne il gruppo più forte di tutto il Parlamento di Strasburgo. Si tratta della pura verità; non c’è che prenderne atto. Tutte le operazioni politiche sono finalizzate al raggiungimento della maggiore capacità direttiva nell’Impero europeo. Naturalmente le parole di Berlusconi sul partito Popolare Europeo sono apparse a tutti come una logica e benvenuta conseguenza e non come lo scopo primario della fusione; ma questo tipo di inganno è quello solito, collaudatissimo, messo in atto ogni giorno da tutti i politici, da tutti i dirigenti dei partiti: far credere ai sudditi che ciò che viene fatto, anche a livello europeo, riguardi l’Italia, gli interessi dell’Italia, lasciando l’Europa e l’America appena visibili sullo sfondo, mentre è vero il contrario. L’Italia è soltanto il corpo del quale i politici si sono serviti e si servono per costruire un impero transatlantico, un corpo che stanno forgiando pezzo per pezzo sul modello delle forme americane in modo che possa sommarsi e unificarsi politicamente agli Stati Uniti d’America. Quali sono queste forme? Quelle che, nel progetto ideato dai politici, lo renderanno analogo all’America: un unico territorio senza confini così da cancellare gli Stati, rendere sempre più importanti ed autonome le Regioni, a partire dal federalismo fiscale, in modo da diventare ciò che in America sono gli Stati (non per nulla i presidenti si sono autoproclamati Governatori); con l’afflusso di immigrati ottenere la molteplicità di razze, di religioni, di costumi che caratterizzano l’America, e con l’imposizione di un’unica costituzione, un’unica moneta, un unico mercato, un’unica polizia, un unico esercito, un’unica identità, diventare lo Stato Europeo. Gli strumenti strettamente politici sono già stati creati da tempo a forza di trattati. Nel 1993-94 il Trattato di Maastricht ha imposto le regole economiche e finanziarie e fissato le premesse per la moneta unica e per la cosiddetta "armonizzazione" delle polizie, dei codici giuridici, dei programmi scolastici, culturali, sanitari, ecc; nel 1995 è stata firmata la Nuova Agenda Transatlantica (NAT) allo scopo di formare un unico blocco fra Unione europea e Stati Uniti a livello politico, economico e militare (il centro propulsore del progetto è il Transatlantic Policy Network), finanziato da importanti multinazionali americane ed europee, quali Michelin, Boeing, IBM, Microsoft, Deustche Bank e molte altre. Secondo le raccomandazioni emanate proprio in questi giorni dal Parlamento Europeo il mercato transatlantico unificato dovrebbe cominciare a funzionare a partire dal 2015. Il blocco unificato politico e militare invece ha subìto qualche pausa negli anni scorsi, ma nessuno dubita che, con il simpatico impulso dato dal cambio della guardia alla Casa Bianca, si giungerà presto a metterlo a regime. A questo punto saranno parecchi, fra i lettori, a pensare: cosa c’è di male nel cercare di diventare più forti unendosi all’America, tanto più trovandosi a competere con un mondo globalizzato? Ebbene, la risposta è molto semplice: tutto questo disegno è privo di realtà. E stato ideato senza tenere conto né della storia che sta alle spalle dell’America e dell’Europa, né di quello che è effettivamente il “modello” americano e che gli uomini italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc. dovrebbero condividere e mettere in atto. Io invito coloro che mi stanno leggendo a ripensare perun momento a qualcuno dei telefilm che le varie reti televisive ci propongono in lunghissime serie da decine d’anni: i “gialli”, i “polizieschi”, le “soap opera” quali L’Ispettore Tibbs, Ranger Walcher, Le strade della California, Colombo… Sono gli Americani a raccontare se stessi in questi prodotti di consumo televisivo, non siamo noi ad inventarceli, o a raccontarli in base ai nostri viaggi, ai nostri studi, alla nostra sensibilità, i nostri pregiudizi. La vita quotidiana in terra d’America è fatta di scontri continui fra bianchi, neri, gialli, messicani, cinesi, femmine, maschi, gang giovanili in gara a chi uccide di più, poliziotti corrotti o giustizieri in proprio, sceriffi in competizione con la polizia federale, alti menager e politici pronti a tutto per raggiungere i propri scopi, immigrati clandestini avviati alla prostituzione e all’espianto degli organi, barboni come brandelli di esseri umani addormentati sui marciapiedi, traffico di droga costellato di omicidi… Il paradiso della società multietnica che i nostri politici continuamente ci predicano, non esiste e non può esistere. L’America ne è la prova incontestabile proprio perché è nata con questa caratteristica. I primi emigranti inglesi sono sbarcati sulla costa americana ( la Virginia) nel 1607. I primi negri vi giunsero pochi anni dopo, nel 1620, trasportati da una nave olandese che faceva commercio di schiavi. Da allora sono arrivati in America individui di ogni razza, religione, cultura. Ma, malgrado l’immensità del territorio e le sue enormi ricchezze, malgrado l’origine di immigrati comune a tutti e l’uso della stessa lingua, l’unico modello culturale che ha potuto svilupparsi è stato quello materiale del mercato, del commercio, del culto del denaro e della volontà di accrescerlo abbattendo qualsiasi barriera che ostacoli la circolazione delle merci. Da qui tutta la storia dell’America, la sua volontà di predominio praticamente fino all’attuale crisi economica. E’ inutile soffermarsi su ciò che è evidente: l’Europa deve uccidersi per tentare di somigliarle. La ricchezza dell’Europa sta nella intelligenza, nella creatività, nella produzione di lingue, di pensiero, di arte, di musica, di diritto, di scienza. Ridotta al modello del mercato, senza identità di nazioni, di patrie, di civiltà, l’Europa sarà, come già oggi dimostra di essere, debolissima, poverissima. La democrazia sarà quella odierna di pura formalità elettorale, nella quale non conosciamo né il nome, né la lingua di coloro che ci governano. La libertà, poi, è soltanto apparente poiché sono stati predisposti tutti gli strumenti affinché nessuno possa ribellarsi. Il mandato di cattura europeo, che sarà esteso all’ordinamento giudiziario americano; l’archivio comune di tutte le impronte digitali; il controllo sui conti correnti e il divieto di circolazione del denaro contante, sono sufficienti ad impedire ogni velleità di opposizione. Senza denaro e senza segretezza è naturalmente impossibile organizzare neanche la più piccola azione di disturbo; per questo la disputa sui paradisi fiscali riguarda esclusivamente l’Europa, lasciando indisturbati quelli americani e quello israeliano: è soltanto in Europa che il possesso segreto di denaro potrebbe permettere qualche ribellione alla perdita della patria. Così stanno le cose. Ma sebbene il quadro sia atroce, dobbiamo continuare a sorvegliare gli avvenimenti con il massimo di attenzione, sforzarci di raggiungere con l’informazione e aprire gli occhi a tutti coloro che ancora non sanno e non si rendono conto di quale sia il progetto dei politici e tenerci pronti per quando giungerà il momento (questo è sicuro) in cui sarà possibile agire.
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1 commenti:
E' proprio vero che il Male si annida sempre dove meno te l'aspetti. Aspettavamo minacce da Oriente e invece ci arrivano da Occidente. Dai nemici mi guardo io, ma dagli "amici" ci guardi Iddio. Hai capito ora perché sono così restia a sentire parlare di "socialismo"? hanno smantellato il muro di Berlino e il socialismo sovietico per poi creare quest'altro bello schifo planetario, basato sulla finanza tossica, la mescolanza universale e le migrazioni selvagge con annesse il futuro "governo mondiale". E' il mercato globale, Bellezza! Sei pronta per la rilevazione dei dati biometrici, le impornte digitali, il DNA ecc? Per giustificare queste misure di me.... diranno che è per il "terrorismo islamico". O "internazionale" se si preferisce. Intanto i veri terrorismi li fanno loro.
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