Straordinario il trattato di Lisbona! Un autentico minestrone di codicilli, nel quale norme in antitesi tra loro convivono in un gaudioso “acciaccapesta” giuridico. Mandato avanti dagli autocrati europoidi (un po’ all’italiana, con calcetti e spintarelle), che si sono fatti beffe delle solenni bocciature costituzionali francese ed olandese. I boiardi europeisti hanno allegramente maramaldeggiato sotto il naso degli irlandesi che, lo scorso anno, avevano assestato un bel ceffone a Barroso and Company. Il Trattato, mira ad estendere considerevolmente il potere dei 27 commissari dell'Unione europea, convogliandolo quindi su una figura presidenziale dotata di un forte potere, riducendo (di concerto) quello delle vetustà nazionali degli Stati membri. Un qualcosa che, guarda un po’, ricorda vagamente il “mostro” dell'ex-Unione Sovietica. Dove le varie repubbliche persero importanza e rinunciarono alle proprie autonomie per il bene dell'impero. Ed il biscotto, preparato a tale scopo, è raffinato. Ma mortale. Vengo al dunque. L’articolo 2 del Trattato recita così: “L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze…”. Sacrosanto, direste voi. Peccato che il Trattato venga (in caratteri vagamente criptici), integrato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. La quale, a sua volta, è equiparata alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Dietro tanti pomposi titoli, in verità, si nascondono delle deroghe singolari che, per sottile alchimia giurisprudenziale, coccolano la pena di morte. La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
giovedì 17 settembre 2009
Trattato di Lisbona
Sorpresa: la pena di morte piace a Bruxelles di Maurizio De Santis
Straordinario il trattato di Lisbona! Un autentico minestrone di codicilli, nel quale norme in antitesi tra loro convivono in un gaudioso “acciaccapesta” giuridico. Mandato avanti dagli autocrati europoidi (un po’ all’italiana, con calcetti e spintarelle), che si sono fatti beffe delle solenni bocciature costituzionali francese ed olandese. I boiardi europeisti hanno allegramente maramaldeggiato sotto il naso degli irlandesi che, lo scorso anno, avevano assestato un bel ceffone a Barroso and Company. Il Trattato, mira ad estendere considerevolmente il potere dei 27 commissari dell'Unione europea, convogliandolo quindi su una figura presidenziale dotata di un forte potere, riducendo (di concerto) quello delle vetustà nazionali degli Stati membri. Un qualcosa che, guarda un po’, ricorda vagamente il “mostro” dell'ex-Unione Sovietica. Dove le varie repubbliche persero importanza e rinunciarono alle proprie autonomie per il bene dell'impero. Ed il biscotto, preparato a tale scopo, è raffinato. Ma mortale. Vengo al dunque. L’articolo 2 del Trattato recita così: “L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze…”. Sacrosanto, direste voi. Peccato che il Trattato venga (in caratteri vagamente criptici), integrato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. La quale, a sua volta, è equiparata alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Dietro tanti pomposi titoli, in verità, si nascondono delle deroghe singolari che, per sottile alchimia giurisprudenziale, coccolano la pena di morte. La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
Straordinario il trattato di Lisbona! Un autentico minestrone di codicilli, nel quale norme in antitesi tra loro convivono in un gaudioso “acciaccapesta” giuridico. Mandato avanti dagli autocrati europoidi (un po’ all’italiana, con calcetti e spintarelle), che si sono fatti beffe delle solenni bocciature costituzionali francese ed olandese. I boiardi europeisti hanno allegramente maramaldeggiato sotto il naso degli irlandesi che, lo scorso anno, avevano assestato un bel ceffone a Barroso and Company. Il Trattato, mira ad estendere considerevolmente il potere dei 27 commissari dell'Unione europea, convogliandolo quindi su una figura presidenziale dotata di un forte potere, riducendo (di concerto) quello delle vetustà nazionali degli Stati membri. Un qualcosa che, guarda un po’, ricorda vagamente il “mostro” dell'ex-Unione Sovietica. Dove le varie repubbliche persero importanza e rinunciarono alle proprie autonomie per il bene dell'impero. Ed il biscotto, preparato a tale scopo, è raffinato. Ma mortale. Vengo al dunque. L’articolo 2 del Trattato recita così: “L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze…”. Sacrosanto, direste voi. Peccato che il Trattato venga (in caratteri vagamente criptici), integrato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. La quale, a sua volta, è equiparata alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Dietro tanti pomposi titoli, in verità, si nascondono delle deroghe singolari che, per sottile alchimia giurisprudenziale, coccolano la pena di morte. La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
1 - per assicurare la difesa di ogni persona dalla violenza illegale (forse che quella “legale” troverà giustificazione?)
2 - per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta (ma se l’accoppo, che arresto faccio?)
3 - per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione.
Credo appaia un po’ a tutti quanto sia barocco il bizantinismo giuridico prodotto. Il bello è che il parlamento tedesco nell'aprile 2008, ha deliberato a maggioranza di due terzi, con l’appoggio di cristiano-democratici, dei socialisti e dei verdi (quelli di caino ed abele), l'abbandono della sovranità a favore dell'UE. Nell'autunno 2009 ci sarà, in Irlanda, un secondo tentativo di approvare il Trattato. Affinché tutto vada come previsto, il 18 marzo i 27 commissari europei hanno provveduto, a Bruxelles, a premere su Dublino per modificare molte leggi irlandesi prima del referendum. Così l'UE ha condotto in Irlanda, nonostante il divieto della propaganda politica nei mass media statali, una campagna politica a favore del “sì” al Trattato di Lisbona. Finanziando la campagna con il denaro dei contribuenti europei.
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4 commenti:
Qualcuno che non c'era (o se c'era dormiva) finalmente si sta svegliando. E' due anni che lo scrivo che il Trattato di Lisbona contempla la pena di morte per tutti quelli che non accetteranno il totalitarismo mondialista. Se poi ti scrivono " per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione" mi pare evidente che anche le ribellioni ai banchieri di Bruxelles meritino la morte.
Sono rimasti solo Napolitano e Fini a elencarne la bontà ad ogni piè sospinto. E quel che è bene per loro, è male per l'Italia e gli Italiani.
Mentre leggevo questo pezzo pensavo proprio a te e a quante volte ce lo siamo dette che il trattato di lisbona è un suicidio per tutti noi. Ma noi lo sappiamo. Fini e Napolitano lo sanno anche loro ma continuano a perseverare. L'irlanda ha una grossa responsabilità... ma l'irlanda è anche sull'orlo della bancarotta. E non dico altro. Mi auguro soltanto che siano coraggiosi.
speriamo che dicano ancora no, è sempre stata una nazione coraggiosa,anche se, come dici tu, è sull'orlo della bancarotta
Artemisia, certo che se siamo costretti a deporre le nostre speranze sull'Irlanda (per ciò che concerne il Trattato) e sull'Islanda (che è inferocita contro i banchieri centrali usurai che li hanno messi nel lastrico) è il caso di dire che siamo proprio all'ultima spiaggia.
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