venerdì 4 settembre 2009

Romano Prodi

Il "valzer con Bashir" di Prodi

Romano Prodi, lo statista italiano in forze all’Onu, ieri ha incontrato il presidente sudanese Omar el-Bashir, un criminale condannato dal tribunale internazionale che ha sulla coscienza il massacro del Darfur. “Abbiamo discusso di mantenimento della pace e assistenza sanitaria in Darfur”, ha detto Prodi mentre quelli di Amnesty e di Human Rights Watch si contorcevano dalle risate. Non è il primo valzer con Bashir. Nel 2007, quando era ancora un semplice presidente del consiglio e non il prossimo candidato al Nobel per la pace, Prodi aveva già ospitato con tutti gli onori il sudanese nel nostro Paese. L’evento stavolta si è ripetuto nell'esotico scenario africano e tutti quei chiacchieroni che nei giorni scorsi hanno tormentato il Cav. per il suo viaggio in Libia sono rimasti zitti, si sono dileguati, ipnotizzati dall’ultrasoft power di Prodi. La sua nuova Fondazione è stata benedetta dall’Onu di Ban ki-Moon e in effetti il segretario generale delle Nazioni Unite e l’ex premier italiano si somigliano molto: non solo hanno abdicato ai regimi che negano i diritti umani e tengono il mondo nel caos, ma intrattengono anche cortesi relazioni diplomatiche con Chavez piuttosto che Ahmadinejad. Con Obama è tornato di moda il realismo, ma ci saremmo aspettati qualche parola in più sul sito del Professore: sulle crocifissioni di apostati e gli stupri di massa ai danni della minoranza cristiana in Sudan, per esempio. Invece l'argomento del giorno è stato il solito peacekeeping, che altro potresti aspettarti dall'Onu. Solo un “cattolico adulto” come Prodi ha lo stomaco abbastanza forte da sopportare la vicinanza di un pregiudicato.

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