L’atteggiamento dei burocrati europei sui problemi che il flusso migratorio provoca ai paesi mediterranei è francamente insopportabile. Invece di rispondere alla domanda di collaborazione e di equa ripartizione degli oneri dell’accoglienza umanitaria per i rifugiati, si impancano a censori, emettono comunicati critici, si vantano di un ruolo di supervisori morali che nessuno li ha autorizzati a esercitare. L’irritazione italiana è dunque pienamente giustificata, così come è ragionevole che il governo esprima in modo chiaro la sua posizione, che peraltro un’opposizione non accecata dovrebbe riconoscere rispettosa dell’interesse nazionale. Le affermazioni di Silvio Berlusconi a Danzica devono quindi essere considerate alla stregua di un atto di legittima difesa. La forma in cui sono state espresse, invece, ha un che di eccessivo che consente, tra l’altro, agli eurocrati di pavoneggiarsi nell’esibizione di correttezze formali sotto le quali si nasconde la loro sostanziale inettitudine. Se l’Italia ritiene che all’ordine del giorno del Consiglio europeo la priorità spetta alla questione del controllo collettivo dell’immigrazione e della comune responsabilità nell’accoglienza dei profughi, può benissimo rifiutarsi di discutere altri argomenti finché il comodo moralismo nordico non cesserà di sabotare un intervento costruttivo in questa materia. Può farlo, il che sarebbe probabilmente efficace, invece di proclamarlo o minacciarlo, che invece consente agli antagonisti di stracciarsi le vesti per lo scarso europeismo di un governo che, in realtà, chiede solo all’Europa di fare il suo mestiere. E’ questo il guaio dell’eccesso di legittima difesa, che fa passare dalla parte del torto chi in origine aveva ragione, che trasforma la vittima in aggressore. L’Italia è il paese che ha soccorso più naufraghi e accolto più rifugiati, non ha fatto sparare come è accaduto nelle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla, non si è voltata dall’altra parte come Malta (che peraltro difficilmente potrebbe reagire in un altro modo senza aiuti europei), e passa per l’orco che getta a mare i poveri profughi. Le petulanti “richieste di informazione” degli eurocrati, confezionate in modo da produrre l’impressione di una condanna preventiva, sono un capolavoro di ipocrisia. Però per far cessare questo andazzo, come è giusto fare, non servono le frasi polemiche controproducenti. Serve un’azione politica determinata, contundente nei fatti e correttissima nella forma.
giovedì 3 settembre 2009
Punti di vista
Eccesso di legittima difesa. In Europa il Cav. ha ragione, ma con questi toni passa dalla parte del torto
L’atteggiamento dei burocrati europei sui problemi che il flusso migratorio provoca ai paesi mediterranei è francamente insopportabile. Invece di rispondere alla domanda di collaborazione e di equa ripartizione degli oneri dell’accoglienza umanitaria per i rifugiati, si impancano a censori, emettono comunicati critici, si vantano di un ruolo di supervisori morali che nessuno li ha autorizzati a esercitare. L’irritazione italiana è dunque pienamente giustificata, così come è ragionevole che il governo esprima in modo chiaro la sua posizione, che peraltro un’opposizione non accecata dovrebbe riconoscere rispettosa dell’interesse nazionale. Le affermazioni di Silvio Berlusconi a Danzica devono quindi essere considerate alla stregua di un atto di legittima difesa. La forma in cui sono state espresse, invece, ha un che di eccessivo che consente, tra l’altro, agli eurocrati di pavoneggiarsi nell’esibizione di correttezze formali sotto le quali si nasconde la loro sostanziale inettitudine. Se l’Italia ritiene che all’ordine del giorno del Consiglio europeo la priorità spetta alla questione del controllo collettivo dell’immigrazione e della comune responsabilità nell’accoglienza dei profughi, può benissimo rifiutarsi di discutere altri argomenti finché il comodo moralismo nordico non cesserà di sabotare un intervento costruttivo in questa materia. Può farlo, il che sarebbe probabilmente efficace, invece di proclamarlo o minacciarlo, che invece consente agli antagonisti di stracciarsi le vesti per lo scarso europeismo di un governo che, in realtà, chiede solo all’Europa di fare il suo mestiere. E’ questo il guaio dell’eccesso di legittima difesa, che fa passare dalla parte del torto chi in origine aveva ragione, che trasforma la vittima in aggressore. L’Italia è il paese che ha soccorso più naufraghi e accolto più rifugiati, non ha fatto sparare come è accaduto nelle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla, non si è voltata dall’altra parte come Malta (che peraltro difficilmente potrebbe reagire in un altro modo senza aiuti europei), e passa per l’orco che getta a mare i poveri profughi. Le petulanti “richieste di informazione” degli eurocrati, confezionate in modo da produrre l’impressione di una condanna preventiva, sono un capolavoro di ipocrisia. Però per far cessare questo andazzo, come è giusto fare, non servono le frasi polemiche controproducenti. Serve un’azione politica determinata, contundente nei fatti e correttissima nella forma.
L’atteggiamento dei burocrati europei sui problemi che il flusso migratorio provoca ai paesi mediterranei è francamente insopportabile. Invece di rispondere alla domanda di collaborazione e di equa ripartizione degli oneri dell’accoglienza umanitaria per i rifugiati, si impancano a censori, emettono comunicati critici, si vantano di un ruolo di supervisori morali che nessuno li ha autorizzati a esercitare. L’irritazione italiana è dunque pienamente giustificata, così come è ragionevole che il governo esprima in modo chiaro la sua posizione, che peraltro un’opposizione non accecata dovrebbe riconoscere rispettosa dell’interesse nazionale. Le affermazioni di Silvio Berlusconi a Danzica devono quindi essere considerate alla stregua di un atto di legittima difesa. La forma in cui sono state espresse, invece, ha un che di eccessivo che consente, tra l’altro, agli eurocrati di pavoneggiarsi nell’esibizione di correttezze formali sotto le quali si nasconde la loro sostanziale inettitudine. Se l’Italia ritiene che all’ordine del giorno del Consiglio europeo la priorità spetta alla questione del controllo collettivo dell’immigrazione e della comune responsabilità nell’accoglienza dei profughi, può benissimo rifiutarsi di discutere altri argomenti finché il comodo moralismo nordico non cesserà di sabotare un intervento costruttivo in questa materia. Può farlo, il che sarebbe probabilmente efficace, invece di proclamarlo o minacciarlo, che invece consente agli antagonisti di stracciarsi le vesti per lo scarso europeismo di un governo che, in realtà, chiede solo all’Europa di fare il suo mestiere. E’ questo il guaio dell’eccesso di legittima difesa, che fa passare dalla parte del torto chi in origine aveva ragione, che trasforma la vittima in aggressore. L’Italia è il paese che ha soccorso più naufraghi e accolto più rifugiati, non ha fatto sparare come è accaduto nelle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla, non si è voltata dall’altra parte come Malta (che peraltro difficilmente potrebbe reagire in un altro modo senza aiuti europei), e passa per l’orco che getta a mare i poveri profughi. Le petulanti “richieste di informazione” degli eurocrati, confezionate in modo da produrre l’impressione di una condanna preventiva, sono un capolavoro di ipocrisia. Però per far cessare questo andazzo, come è giusto fare, non servono le frasi polemiche controproducenti. Serve un’azione politica determinata, contundente nei fatti e correttissima nella forma.
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3 commenti:
L'ho letto stamane,ma stavolta non sono d'accordo. I calci nei maroni servono,eccome se servono.
Stella
Ma che cos'è? Il Foglio o il Corserva? Io questi toni aggressivi da parte del Berlusca non ce li vedo proprio. Semmai non si deve arrivare all'esasperazione e bisognava strigliare gli Eurocrati già da molto tempo prima. Si vede che il cronista che ha scritto questo pezzo punta a Via Solferino.
Ciao Stella, ciao Nessie, no, non sono daccordo nemmeno io con questo articolo. Perchè se c'è un governo che si smuove, è proprio questo. Ed era ora che qualcuno desse uno stop a certe esternazioni e che aiutasse la Ue a guardarsi meglio "dentro". Sperando che poi serva davvero a qualcosa.
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