lunedì 21 settembre 2009

Donne

Saana, la Santanchè e i diritti veri delle donne

Due storie che parlano di donne, di diritti delle donne e di tutela della vita delle donne. Da una parte la storia di Saana, che è stata uccisa dal padre perché aveva una relazione con un ragazzo italiano per di più cattolico. Dall’altra l’aggressione a una donna italiana per mano di un gruppo di islamici, Daniela Santanchè. Quello che stupisce nel leggere a distanza ravvicinata la storia di Saana e quella della Santanchè sono i racconti e i commenti che ne fanno sui giornali di oggi altre donne. In particolare sull’Unità, Igiaba Scego, e sul Corriere, Sofia Ventura. Riportiamo. “In Italia – si legge sull’Unità – una donna viene uccisa ogni due giorni, i numeri quindi parlano chiaro: le donne sono in pericolo. E il pericolo è legato allo squilibrato rapporto tra i sessi e questo continuo considerare la donna una merce. Ricordiamoci che siamo l’Italia delle escort; molti nel paese trovano normale prostituirsi per raggiungere un posto di potere. Dire semplicemente “è la solita storia tra islamici non è affar nostro” non ci aiuterà a capire. A noi donne serve una spiegazione seria”. E ancora: “Saana è morta probabilmente per mano del padre, attendiamo le indagini per affermarlo, ma l’Italia, con la sua bassa considerazione delle donne, ha dato una mano alla mano assassina. Per non far morire altre Saana dobbiamo cambiare l’Italia”. E dal Corriere: “Condivido le battaglie della Santanchè contro il burqa, che è una cosa incivile e inaccettabile – afferma al quotidiano di via Solferino Sofia Ventura, docente di scienza della politica a Bologna e penna di punta del magazine delle fondazione Fare Futuro – lei è molto coraggiosa ad affrontare questi temi di cui si parla troppo poco. Ma penso sia stata un’inutile provocazione quella di andare fisicamente lì, nel momento delle celebrazioni religiose, per inscenare una manifestazione che finisce soltanto per provocare nuove inimicizie, per innescare l’odio verso i musulmani, cosa che io trovo profondamente sbagliata.” C’è un legame tra questi due commenti, che mostra le analogie evidenti di due storie molto diverse tra loro, soprattutto nel tragico epilogo: in entrambi ci si riferisce alla condizione delle donne in Italia, al loro coraggio portato all'estremo nel difendere il proprio credo e il proprio pensiero, rischiando la vita, nel caso di Saana, o l’integrità fisica, nel caso della Santanchè. Ma c’è un’altra analogia, forse non altrettanto evidente, che tiene uniti queste due racconti. In entrambi i casi, infatti, vi è un fraintendimento di fondo nel leggere quanto è accaduto e riguarda un’idea sbagliata di multiculturalismo, interpretato ancora una volta solo come il cedimento alle istanze che provengono dal mondo islamico. Come se fossimo noi in torto a rivendicare i diritti in cui crediamo e per cui molti altri prima di noi hanno combattuto e sono morti, proprio come Saana e come la Santanchè. E allora non tanto preoccupano le deliranti quanto pretestuose associazioni di fatti fatte dall’Unità, per cui anche l’omicidio di una figlia considerata infedele è additabile al degrado morale del Presidente del Consiglio, quanto ci fanno specie le dichiarazioni di Sofia Ventura quando sostiene che la Santanchè nella manifestazione pacifica del proprio pensiero “ha sbagliato momento, perché la festa religiosa va sempre rispettata”: avrebbe detto le stesse cose se in quella festa religiosa si fosse inneggiato all’infibulazione delle bambine, alla lapidazione delle adultere, al taglio della gola per le apostate, o se si fosse legittimato l’uso quotidiano della violenza tra le mura domestiche, la poligamia o semplicemente la soppressione di quelli che per le donne occidentali rappresentano ogni più elementare diritto inviolabile e inalienabile? Ha ragione la giornalista dell’Unità: qualcosa in Italia deve cambiare. Ma non è una questione di escort. Quelle, come si sa, ci stanno dall’inizio dei tempi.

3 commenti:

Massimo ha detto...

Ecco due persone pronte a subire l'esproprio della nostra Terra. Poi, magari, strillano quando vengono colpite personalmente. Ma allora non ci troveranno al loro fianco e dovranno arrangiarsi da sole.

Eleonora ha detto...

Si due povere idiote. E magari erano pure femministe un tempo... ma di fronte ad allah ci si prostra più volentieri.

Elly 2 ha detto...

Ah bene, adesso - oltre alle idiote che "l'islam è religione di pace" - abbiamo pure quelle che "c'ha ragione ma non così, sennò li fa arrabbiare". Che pena...