Roma - "Dato che le prese di posizione di portavoce e commissari Ue sono lo strumento per innescare polemiche domestiche credo che il presidente della Commissione e il suo portavoce possano assumere un più forte coordinamento verso i mezzi di informazione". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha commentato ai microfoni del Gr1 le parole di ieri del premier Silvio Berlusconi sulle esternazioni dei portavoce europei dopo le polemiche sul dossier immigrazione. Anche il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, Joseph Daul, ha dato ragione sul fatto che sul problema dell’immiograzione illegale l’Italia è finora stata lasciata sola dall’Europa.
Coordinare la comunicazione. Ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando ai cronisti a Danzica durante le commemorazioni dell’inizio della seconda guerra mondiale, ha detto che i portavoce e gli stessi commissari non dovranno più intervenire pubblicamente su "alcun tema", e la Commissione dovrà parlare solo per bocca del suo presidente o del portavoce di quest’ultimo, scatenando un’ondata di reazioni. "Se ogni precisazione di un portavoce non fosse lo strumento per le opposizioni per strumentalizzare quelle parole e per fare una polemica, non vi sarebbero problemi - ha proseguito Frattini al Gr1 - ma visto che le prese di posizione di portavoce e commissari sono lo strumento per innescare polemiche domestiche, credo che il presidente della commissione ed il suo portavoce possano assumere un più forte coordinamento verso i mezzi di informazione".
Il Ppe difende Berlusconi. "Ci sono - ha detto Daul durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles - le parole e gli atti. Berlusconi - ha chiesto - ha fatto tacere i commissari e i commissari sono stati zitti per le minacce di Berlusconi? Non mi pare. Che batta il pugno sul tavolo - ha continuato il capogruppo Ppe - perché il problema (dei migranti clandestini, ndr) non è stato risolto". Secondo Daul, insimma, il premier italiano "ha ragione" perché "Italia e Malta si sentono abbandonati dall’Europa", e quello di Berlusconi è stato "un appello a un approccio europeo sulla questione".
La risposta di Barroso. A poche ore dalla "sfuriata" di Berlusconi arriva la replica dello stesso Barroso, affidata al portavoce della Commissione Ue Johannes Laitenberger. "Le tensioni sorte tra Roma e Bruxelles dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito ai portavoce della Commissione Europea - spiega il portavoce - è stato il frutto di un malinteso sorto su alcune dichiarazioni; penso che la situazione è stata chiarita". "Non vedo la necessità di portare avanti polemiche e speriamo che la questione si possa considerare chiusa", ha poi concluso.
Il portavoce di barroso: «penso che la situazione sia stata chiarita». Polemica Berlusconi, l'Europa divisa. Almunia scherza: «Non posso parlare». La presidenza Ue: «Commissione continui a rispondere a domande in modo trasparente». Il Ppe difende il premier
MILANO - Il caso sembrava chiuso. A mettere la parola fine sulla polemica tra Berlusconi e la Ue sul ruolo dei portavoce era stato mercoledì mattina il portavoce della Commissione e del presidente Barroso, Johannes Laitenberger: «È stato frutto di un malinteso sorto su alcune dichiarazioni, penso che la situazione sia stata chiarita. Non vedo la necessità di portare avanti polemiche e speriamo che la questione si possa considerare chiusa». Ma per tutta la giornata l'argomento è stato "caldo" negli uffici di Bruxelles.
ALMUNIA: «A CHI DEVO CHIEDERE?» - «Spero che la Commissione europea continuerà a rispondere alle domande in modo aperto e trasparente» ha commentato la presidenza Ue per bocca del ministro delle finanze svedese Anders Borg, che presiede l'Ecofin. «Anche in italiano» ha aggiunto il commissario agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia, nel corso di una conferenza stampa congiunta. «A quale presidente devo chiedere il permesso di parlare?» ha proseguito scerzosamente Almunia, concludendo «non posso parlare, non ho il permesso». Sulla questione il commissario per l'Immigrazione, Jacques Barrot, ha detto: «Onestamente, non ho davvero, in coscienza, nulla da rimproverarmi». Il vicepresidente dell'esecutivo Ue ha poi respinto l'accusa di passività rispetto all'immigrazione clandestina: «La mia inazione rispetto a questo problema sarebbe imperdonabile. Ho messo tutto me stesso per cercare di trovare delle soluzioni». Barrot ha riferito di non essere stato contattato dalle autorità italiane: «Se fossi stato contattato avrei reagito in modo piuttosto acceso, facendo notare che tutto quello che ho fatto fino adesso l'ho fatto in coscienza, consapevole della difficoltà di questi problemi».
DAUL: «IL PROBLEMA ESISTE» - La questione è stata discussa anche nell'Europarlamento, dove il capogruppo del Ppe Joseph Daul ha declinato l'invito del collega socialista Martin Schulz a difendere l'indipendenza della Commissione. Daul ha invece minimizzato le parole del premier, dandogli ragione sul fatto che per quanto riguarda l'immigrazione illegale l'Italia è stata lasciata sola dall'Europa. «Ci sono le parole e gli atti - ha detto -. Berlusconi ha fatto tacere i commissari e i commissari sono stati zitti per le minacce di Berlusconi? Non mi pare. Che batta il pugno sul tavolo, perché il problema dei migranti clandestini non è stato risolto». Secondo Daul, insomma, il premier ha ragione, perché «Italia e Malta si sentono abbandonati dall’Europa, e il suo è stato un appello a un approccio europeo sulla questione».
TAJANI: «NO STRUMENTALIZZAZIONE» - Minimizza lo scontro anche il vice presidente della Commissione, Antonio Tajani, secondo cui «non si devono strumentalizzare le vicende a fini di politica interna. L'Ue ha avuto un atteggiamento neutro nei confronti dell’Italia e invito i giornalisti a non travisare le parole dell’Ue da neutre a parole di critica». «Sia per i rifugiati che per gli immigrati - ha detto a Sky Tg24 - il problema non può essere limitato a Malta, Italia, Spagna, Francia e Grecia ma deve essere condiviso da tutta l’Ue, vale il principio di solidarietà perché queste sono coste che segnano la frontiera dell’Unione europea». Tajani ha infine ricordato che «la Commissione europea ha già sottoposto da più di un mese al Consiglio e al Parlamento europeo una proposta che riguarda una serie di iniziative per rafforzare il coordinamento in difesa delle frontiere europee, è una posizione di fermezza ma anche di solidarietà con i più deboli».
2 commenti:
Ai vari Schulz (Kapò) ed altri euroburocrati je rode che non ci sia più la solita Italietta sottomessa e pronta a prenderlo nel sottocoda.
Chissà che travasi di bile che hanno.
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