mercoledì 9 settembre 2009

Bari

Tarantini e i verbali dell'inchiesta di Bari. «Donne al pd Frisullo in cambio di favori. Le accompagnavo nel suo appartamento»

BARI — Incontri con pro­stitute organizzati per ricam­biare i favori dell’allora vice­presidente della Regione Pu­glia Sandro Frisullo, del Parti­to democratico. C’è anche questo nel verbale di interro­gatorio del 29 luglio scorso di Gianpaolo Tarantini. L’im­prenditore pugliese finito sotto inchiesta per corruzio­ne, favoreggiamento della prostituzione e cessione di cocaina racconta i suoi rap­porti con i politici del centro­sinistra. E ammette di aver pagato il conto dell’ormai fa­mosa cena elettorale alla qua­le presero parte l’onorevole Massimo D’Alema e il sinda­co Michele Emiliano. Rivela i dettagli delle serate organiz­zate in un appartamento di Bari che lo stesso Frisullo aveva affittato e subito dopo specifica quali vantaggi ab­bia poi ottenuto per questa sua disponibilità. Il nome di Frisullo era già emerso nelle intercettazioni telefoniche di­sposte dal giudice, ma lui aveva minacciato di querela­re «chiunque si permetterà di accostare il mio nome a queste vicende».

Festini e sanità: Nella caserma della guar­dia di Finanza, accompagna­to dai suoi avvocati, Taranti­ni comincia a verbalizzare. Sono le 15,13 di quel giorno di fine luglio. «Confermo di essere a conoscenza che Ma­ria Teresa De Nicolò era una escort e di averla pagata affin­ché effettuasse prestazioni sessuali in favore di terzi. Ri­cordo di averle corrisposto 500 euro per le prestazione a Bari e 1000 euro per presta­zioni fuori Bari se non ricor­do male. Ora che ricordo me­glio nella circostanza di una festa fatta a casa mia le offrii gratuitamente della cocaina. Quanto all’appartamento di via Giulio Petroni angolo via Extramurale Capruzzi si trat­ta di un immobile preso in lo­cazione da Gigi Zatterini, al­l’epoca segretario particolare dell’assessore Frisullo. Io ave­vo la disponibilità delle chia­vi in quanto lo stesso Frisul­lo me le diede nel 2007 chie­dendomi di far effettuare dal­la ditta di fiducia delle mie aziende opere di pulizia con cadenza se non ricordo male settimanale. Io ho trattenuto le chiavi per miei incontri oc­casionali con alcune ragazze. Ricordo di aver accompagna­to la De Nicolò in quell’appar­tamento al fine di farla incon­trare con lo stesso Frisullo, si­curamente prima dell’estate 2008. Io e la De Nicolò ci trat­tenemmo in quell’apparta­mento fino all’arrivo del Fri­sullo e quindi giunto que­st’ultimo io andai via. In quel­la stessa circostanza o forse in una successiva prima di al­lontanarmi consumammo in tre un pasto. Credo che an­che in altre circostanze ho fa­vorito gli incontri della De Ni­colò con Frisullo». Subito dopo Tarantini par­la del rapporto con Vanessa Di Meglio, sua amica da dieci anni, che poi sarebbe stata anche a palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi: «Ho favori­to nel 2007 e nel 2008 rispetti­vamente due prestazioni ses­suali della stessa con Sandro Frisullo, retribuendola con un importo che credo si aggi­rasse sui 500 euro oltre a pa­garle il biglietto aereo poiché la stessa veniva da Parigi ed ospitarla a Riva del Sole a Gio­vinazzo. I biglietti aerei li ho acquistati presso l’agenzia della Transitalia ed il soggior­no presso l’albergo l’ho retri­buito con danaro prelevato da una delle società ricondu­cibili alla mia famiglia».

I favori del politico: Nel corso dell’interrogato­rio Tarantini evidenzia la con­tropartita che avrebbe ottenu­to: «Le attenzioni da me avu­te nei confronti di Frisullo mi hanno consentito di esse­re dallo stesso presentato al dottor Valente, direttore am­ministrativo dell’Asl di Lec­ce. Io avevo rappresentato a Pd Sandro Frisullo, ex vicepresidente Regione Puglia Frisullo le ragioni per le quali avevo interesse a conoscere il dottor Valente, vale a dire un’accelerazione dei paga­menti per le prestazioni effet­tuate dalle mie aziende e l’esecuzione di una delibera adottata in materia di acqui­sto di tavoli operatori. So che Frisullo ha rappresentato più volte le mie esigenze al dot­tor Valente ed io personal­mente ne ho parlato con lo stesso Valente. I pagamenti sono avvenuti anche se co­munque in ritardo, altrettan­to per la delibera. La frequen­tazione di Frisullo mi serviva soprattutto per acquistare vi­sibilità agli occhi dei primari che portavo da Frisullo. Per quanto mi consti nessuno dei problemi rappresentato dai primari è stato mai risol­to da Frisullo».

La cena elettorale: Tarantini nega di aver mai effettuato versamenti al parti­to. E afferma: «Io non ho elar­gito finanziamenti in favore di Frisullo, limitandomi a mettere a disposizione per le sue esigenze autisti e mie au­tovetture in caso di urgenze, a fargli alcuni regali in occa­sione delle festività e ad orga­nizzare una cena elettorale in favore dell’onorevole D’Ale­ma presso il ristorante 'La Pi­gnata' nel 2007. Ricordo che alla cena erano presenti pri­mari e dirigenti sanitari, il sindaco Emiliano, il vice coor­dinatore regionale del Pd Dot­tor Mazzarano, alcuni im­prenditori baresi tra cui Stefa­no Miccolis e Vito Ladisa. Co­munque conservo l’elenco e mi riservo di produrlo». Nel luglio scorso, quando si par­lò per la prima volta di que­sta cena, Emiliano raccontò che «Massimo mi aveva chia­mato dicendomi di andare al ristorante perché lui era in ri­tardo. Quando arrivai, vidi chi c’era e raggelai. Per que­sto lo portai subito via». Subito dopo Tarantini rac­conta di un altro manager che avrebbe partecipato agli incontri intimi con la sua amica Terry: «Ho favorito le prestazioni sessuali della De Nicolò in favore del dottor Antonio Colella, capo area ge­stione patrimonio (della Re­gione Puglia ndr ), in due o tre circostanze accompagnan­do la predetta nelle vicinanze dell’Hotel 7 Mari e retribuen­dola. In cambio ho ricevuto dal Dottor Colella alcuni favo­ri che mi riservo di illustrare in seguito».

La manager Asl: Lo stesso giorno gli vengo­no contestati alcuni episodi di «corruzione in concorso con il fratello Claudio e con Sabina Ilaria Tatò affinché le aziende da lui di fatto gestite potessero raggiungere posi­zioni di preminenza nell’am­bito della gestione di rappor­ti commerciali con le Asl e con gli enti ospedalieri di rife­rimento». Anche in questo ca­so Tarantini non nega e anzi si sofferma sul ruolo di Lea Cosentino la manager della Asl di Bari rimossa dal gover­natore Nichi Vendola dopo essere finita nel registro de­gli indagati. Ecco che cosa è scritto nel suo verbale: «Effet­tivamente nell’incontro tenu­tosi il 12 novembre 2008 presso il ristorante dell’Hotel Eden in Roma si stabilì che la dottoressa Tatò avrebbe con­vinto, dietro riconoscimento di una somma di denaro in proporzione al numero di pa­zienti inviati, una serie di me­dici di base massimalisti ad inviare i propri pazienti pres­so i centri della Tatò per visi­te specialistiche nel settore ortopedico di modo che la stessa potesse di seguito in­viare quei pazienti alla clini­ca diretta dal professor Patel­la in modo tale da consentire un incremento degli inter­venti del professor Patella e quindi un incremento delle nostre forniture in favore del­la sua clinica. Io prestai il mio assenso a questa ipotesi in quanto avevo grande inte­resse a lavorare con la clinica del professor Patella e mi dis­si pertanto disposto ad inter­cedere presso l’avvocato Lea Cosentino, direttore generale dell’Asl Bari, perché la stessa soddisfacesse una serie ri­chieste vantate dai centri ri­conducibile alla Tatò nei con­fronti della stessa Asl».

Le protesi: L’imprenditore pugliese nega di aver mai commesso illeciti sulla salute dei pazien­ti come invece sarebbe emer­so da alcune intercettazioni. E spiega: «Voglio precisare che sono portato ad esclude­re che in quella sede o anche in seguito sia stata forzata la diagnosi nel senso di impian­tare protesi a chi non ne ave­va bisogno o ne aveva biso­gno in maniera minore. Vo­glio anche precisare che so­no portato ad escludere che in quella sede o altrove siano state impiantate protesi per qualità e costo inferiori a quelle formalmente acquista­te ed impiantate. Io promisi alla Tatò il mio interessamen­to verso la Cosentino ed effet­tivamente mi trovai a parlare con la Cosentino di quanto ri­chiesto per il mio tramite dal­la Tatò ma la Cosentino, che mal sopportava la Tatò, mi in­dirizzò verso il direttore am­ministrativo dottor Gianfran­co Lippolis, che non diede se­guito alle mie richieste. Non ho ricevuto alcun promemo­ria della Tatò contenente i 10 punti delle sue richieste, né mi è stata prospettata l’even­tualità di una mia partecipa­zione ai proventi che la Tatò avrebbe potuto ricevere in ca­so di accoglimento mio tra­mite delle sue richieste. Devo peraltro escludere, avendo parlato con mio fratello Clau­dio che tali richieste di per­centuali fossero state a lui prospettate dalla Tatò. A se­guito di quell’incontro ho ini­ziato a vendere le protesi for­nite dalle ditte riconducibili alla mia famiglia alla clinica del professor Patella diversa­mente dal passato. Escludo che la Tatò abbia a seguito di quell’incontro dato seguito a quella parte concernente il di­rottamento dei pazienti dai medici di base verso la clini­ca del professor Patella an­che perché quest’ultimo so­stiene già un numero molto elevato di interventi ed ha una lunga lista d’attesa. Non escludo e mi riservo di con­trollare di aver sponsorizzato il professor Vittorio Patella per la partecipazione a dei congressi, mentre non ho pa­gato il viaggio a Las Vegas a suo figlio per la partecipazio­ne all’Accademy. Escludo che quanto detto dal prof. Patella in ordine all’esigenza di in­contrarci a cadenze fisse per conoscere il mio fatturato sia riconducibile all’esigenza di determinare l’importo di una tangente in suo favore. Non escludo che questa sua richie­sta fosse finalizzata a verifica­re quanto io avessi fatto per la Tatò ed a raffrontare il mio impegno con le protesi da me fornite e da lui impianta­te».

Angela Balenzano Fiorenza Sarzanini

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