mercoledì 1 aprile 2009

Predatori

Mercato del lavoro, demografia e immigrati: alcune considerazioni

Mercato del lavoro e immigrazione - Nell'ultima puntata della trasmissione televisiva l'Infedele (intitolata "Caccia ai manager e ai banchieri"), tra gli ospiti c'era il tunisino Omeya Seddik, del Movimento delle periferie francesi. Seddik ha fatto questo ragionamento: in Tunisia vi sono un certo numero di aziende italiane. Tale loro presenza "ruba il lavoro" agli italiani (parole di Seddik), per darlo ai tunisini. I tunisini, però, sono costretti ad accettare delle paghe basse, insufficienti anche per il costo della vita nel loro Paese, e sono costretti a ciò a causa delle leggi anti-immigrazione dei Paesi più ricchi, che impediscono una libera circolazione delle persone. Seddik sembra dire che bisogna togliere ogni barriera, in modo che chiunque possa spostarmi liberamente e a propria discrezione. A Seddik sembra non importare che tale libertà provocherebbe solo lo spostamento di masse dai Paesi più disagiati (o relativamente tali) verso quelli più ricchi (senza mutamenti sociali di alcun genere, ma con molti contraccolpi). Tale idea perniciosa è la stessa di ogni immigrazionista decerebrato di questo mondo, il quale blattera di confini aperti (o "più aperti"), ma senza mai quantificare (e come potrebbe d'altronde?). Tale spostamento creerebbe solo quella che volgarmente viene chiamata "guerra tra poveri", ma che in realtà è la distruzione delle classi deboli europee, ossia della nostra gente, le quali, già depauperate da delocalizzazioni e abbassamento degli stardard, si troverebbe contro un bacino infinito di potenziali concorrenti sul mercato del lavoro. Demografia e immigrazione - Uno degli elementi distintivi delle classi dirigenti europee è il loro essere sostanzialmente favorevoli alle politiche di controllo della natalità. Non è un caso l'assenza di politiche serie in favore dell'aumento delle nascite tra le donne autoctone europee. Nell'Europa odierna ha maggiore spazio il sostegno a fenomeni come l'aborto (ossia "fenomeni di morte" come l'eutanasia), di quanto ne abbia il valore della maternità o della vita tout-court. Nonostante ciò, l'immigrazione non è contrastata realmente, ma solo in maniera limitata e spesso propagandistica (per tenere sotto controllo i timori di parte delle popolazioni autoctone). Non solo, ma spesso, parte delle élites dominanti comunque chiedono, o hanno chiesto massicciamente in questi anni (Beppe Pisanu del PDL, di recente, ha affermato allegramente che, in Italia, servirebbero 300.000 nuovi immigrati ogni anno), che quote sempre più importanti di stranieri giungano sul mercato lavorativo delle nostre nazioni. Perché, nel mentre che si propaganda il controllo delle nascite per gli europei, si accettano milioni di stranieri? Una possibilità, già sospettata su queste pagine, è che ci sia l'interesse ad annacquare le identità, unico possibile e reale e concreto elemento in opposizione ai deliri globalisti. Ma tale punto di vista, da considerare comunque sempre, dà anche troppa importanza alle intelligenze delle nostre élites dominanti. Esse, invece, potrebbero essere mosse da qualcosa di meno "rivoluzionario"... Vediamo cosa. Se si volesse realmente iniziare a controllare demograficamente le società umane, iniziando dalle nostre, il controllo dell'immigrazione dovrebbe divenire contrasto della stessa. Non si può voler controllare la natalità e poi accettare milioni di immigrati, magari chiedendone di nuovi. O l'uno o l'altro. Non fare la seconda cosa, significa che non si ha intenzione di controllare alcunché. Per quale ragione? Perché livelli sufficienti di lavoratori attivi e occupati garantiscono le pensioni (attenzione! A causa della maniera in cui è attualmente organizzata la società...), comprese quelle di coloro che manipolano le idee sociali in favore del controllo della natalità, dell'aborto e dell'eutanasia. Garantire quelle pensioni, in particolare a coloro che fanno parte delle élites dominanti, significa garantire gli stessi (o simili) livelli di vita del passato.In pratica, tali élites giocano su due tavoli, scommettendo, in uno, su una universale regolazione delle nascite e delle morti (che non avviene, se non in Europa); dall'altro canto puntano a garantirsi egoisticamente gli stessi livelli di vita, ossia, dati certi eccessi, gli stessi livelli di "vizio".

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