MILANO - Beppe Grillo è tornato in tv, ospite ad «Exit», il programma d'informazione condotto da Ilaria D'Amico su La7. Il tema al centro della prima parte della puntata era la privatizzazione dei servizi pubblici. In studio il presidente del Lazio Marrazzo, il sottosegretario allo Sviluppo economico Urso, il deputato Udc Bruno Tabacci, il giornalista del Corriere della Sera Sergio Rizzo e Corrado Oddi, membro del Forum italiano dei movimenti per l'acqua.
FUGA BURRASCOSA - L'intervento del comico è durato una ventina di minuti e si è concluso burrascosamente. All'inizio tutto sembra filare liscio: Grillo lancia una lunga invettiva poi, forse infastidito dalla presenza dei politici in studio, si dilegua fra l'incredulità generale. La più stupita è la D'Amico: garantisce che aveva promesso di confrontarsi serenamente con gli altri ospiti e di dialogare con loro. Uno dei temi della puntata era la privatizzazione dell'acqua, ma il comico non si è attenuto troppo all'argomento. Ha preferito toccare tutti i temi a lui cari e che quotidianamente affronta sul suo blog. Usando il consueto linguaggio colorito, ha attaccato i politici condannati in Parlamento e il sistema finanziario italiano. È tornato sul caso Telecom, prendendosela con Marco Tronchetti Provera. Filo conduttore dell'intervento di Grillo la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. «Oggi - ha detto - la gente è tagliata totalmente fuori dal sistema decisionale». E a questo punto ha introdotto il tema delle liste civiche che è pronto a presentare. Una mossa obbligata - ha detto con veemenza - «perché i cittadini si sono veramente rotti i coglioni di gente come quella che è seduta in questo studio». Un crescendo che si è chiuso con l'abbandono della trasmissione.
TRUFFA CONTINUA - «Sono stato invitato dal Parlamento europeo per parlare anche di frodi - dice Grillo cominciando il collegamento con La7 -. Pubblico e privato: non significa più niente acqua pubblica e acqua privata. Provate a entrare in un Consiglio comunale, non ci sono rappresentanti del pubblico ma camerieri di partiti messi lì da 4-5 segretari che decidono. L’acqua non deve cadere in mano a una spa che faccia profitti sulla sete delle persone». Il comico torna poi sul fatto che «diamo l’acqua a società che si quotano in borsa, dove non ci sono regole, se no non sarebbero successi i casini con Parmalat, Telecom e Pagine Gialle. C’è una truffa continua in Borsa per cui andrebbe chiusa domani mattina». Grillo parla anche delle banche con accenti critici sulle passate vicende giudiziarie del banchiere Cesare Geronzi, del finanziere Ligresti e di Romiti. Poi allarga il discorso: «Sono sempre i soliti 50: entrano nei Cda, tu gli dai i soldi attraverso questa criminalità organizzata che sono le banche e gli imprenditori e non sai assolutamente a chi».
MAPPA DEL POTERE - Il comico segnala di aver messo sul suo blog la mappa del potere: «Ci sono 289 società quotate in Borsa, di cui 254 hanno consiglieri che lo sono in due, tre, cinque, dieci società contemporaneamente. E voi volete quotare l’acqua in borsa?» domanda. Grillo parla anche della precedente gestione di Telecom. Cita Tronchetti e chiede: «Chi era il proprietario vero? Se sommavi le azioni erano i piccoli azionisti, ma chi ha venduto il pacchetto di controllo e ha spolpato l’azienda?». E aggiunge: «La Telecom è stata spolpata, il signor Tronchetti se n’è andato vendendosi il pacchetto di maggioranza nel 2007 a 2,9 euro ad azione. Invece gli azionisti avevano in mano azioni che valevano 1,5 e adesso valgono 0,9. Chi paga?». Infine l’attacco ai politici: «Abbiamo 100 persone in Parlamento che sono stati condannati e che fanno le leggi. Abbiamo regolamentato e legalizzato il falso in bilancio. Quando parliamo di 'ndrangheta, mafia e camorra parliamo di Cda, di notai, commercialisti, di banchieri, di uomini d’affari, parliamo di politici. Un'associazione a delinquere».
LA BORSA EUROPEA - A Bruxelles Grillo aveva parlato per due ore e mezzo in una sala gremita del Parlamento europeo sul potere delle banche, sui conflitti di interessi di consiglieri di amministrazione di molte società quotate in Borsa. «L'Europarlamento era il cimitero degli elefanti e rischia di diventare il cimitero dei lestofanti - ha detto Grillo -. Il nostro paese ha bisogno di una scossa. In altri paesi succede qualcosa. In Francia sequestrano i manager. Cominciamo ad avere segnali ottimi direi». Il comico è stato più volte applaudito mettendo in guardia sui nomi dei futuri parlamentari e sostenendo la candidatura dell'ex pm Luigi De Magistris: «State attenti che con le europee qui vi arriva di tutto. Guardate Mario Chiesa, ha già il curriculum per fare l'europarlamentare. Vi arrivano Mastella, Cuffaro. Fate un parlamento pulito». Grillo ha sollecitato le istituzioni europee a varare una Borsa europea e ne ha pure proposto il nome, European stock exchange (Ese): «Abbiamo un moneta unica. Perché non facciamo una Borsa europea dove uno spagnolo, un inglese, un francese possono investire in modo controllato con una rete di paletti ben precisi?».
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