Dopo la lettera di Vasco Rossi una notizia crea apprensione fra le migliaia di giovani che si preparano al grande raduno in piazza San Giovanni. Il Concerto del primo maggio è a rischio. Mancano i fondi. Per la prima volta il concertone promosso da Cgil, Cisl e Uil è minacciato dalla problema del bilancio. Calano i ricavi e crescono le spese di allestimento. «Da un punto di vista imprenditoriale — dice Marco Godano — dovremmo gettare la spugna, perché non abbiamo ancora trovato 8-900 mila euro. Ma resto ottimista». Godano è l’organizzatore di grandi eventi (anche per la Confindustria) che da 8 anni, su incarico delle tre confederazioni, si occupa di portare cantanti e musicisti sul palco del primo maggio attraverso la società Primata. Quest’anno l’operazione si sta complicando. Non perché manchino i nomi di spicco. Anzi, c’è anche Vasco Rossi. Ma i costi lievitano. «Di solito — continua Godano — il concerto costa circa un milione e mezzo, ma quest’anno viaggiamo verso i 2 milioni». L’evento si è sempre autofinanziato per circa il 50% con i diritti di trasmissione Rai e per l’altra metà con i finanziamenti degli sponsor, spiega l’organizzatore. Ma ora «la Rai ci ha annunciato un taglio del 10% rispetto all’anno scorso e da parte di due fra i più importanti sponsor, Telecom Italia e Monte dei Paschi di Siena, non c’è stata la conferma del loro impegno». I conti sono presto fatti, secondo l’impresario: circa 80 mila euro in meno dalla Rai, oltre 300 mila in meno dagli sponsor e siamo già a quasi 400 mila, ai quali si aggiungono i circa 500 mila in più da trovare quest’anno. «È chiaro che la crisi economica sta colpendo, ma forse pesa anche la cattiva fase delle relazioni industriali. Sarebbe un peccato, perché mai come quest’anno il concerto è un’occasione per rilanciare la musica italiana. Credo che in un caso così in Francia ci sarebbe un intervento del governo a sostegno della musica nazionale». Fausto De Simone, che per la Cisl segue la questione, spiega che è stato chiesto un incontro alla Rai: «Spero che la Rai confermi il suo contributo, senza tagli». Quanto agli sponsor, «ci appelliamo alla sensibilità delle aziende: col primo maggio lanceremo, attraverso un numero telefonico unico per gli sms, una raccolta di fondi per i figli dei morti sul lavoro». Anche Godano si appella alle aziende: «Ci rivolgeremo anche a quelle piccole. A questo punto accettiamo qualsiasi contributo, anche piccolo, piccolissimo». Ma il tempo stringe: «O troviamo i soldi in un paio di settimane o dovremo prendere una decisione con i sindacati». Siamo, insomma, alla colletta. Di certo, sottolinea De Simone, Cgil, Cisl e Uil non tireranno fuori un euro: il concertone si è sempre autofinanziato e, se vuole sopravvivere, dovrà continuare a farlo.
Enrico Marro
...chiederli ai sindacati i soldi che mancano invece che pretendere aiuti dal governo, no? E sarà cattiveria la mia, ma se non riusciranno a fare il concerto, me ne farò una ragione.
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