sabato 10 marzo 2012

Prestito negato


I carabinieri hanno iniziato ad indagare dopo la morte di un commerciante sessantenne di Marina di Ginosa, un comune del versante occidentale dell'area jonica. L'uomo, che era titolare di un negozio di abbigliamento, in difficoltà economiche legate anche a un lungo contenzioso con la banca, si è tolto la vita impiccandosi giovedì sera nelle campagne di Ginosa Marina. Dai primi accertamenti dei carabinieri, il suicidio sarebbe stato causato da ricollegare alla situazione finanziaria del commerciante, che avrebbe spiegato i motivi del gesto estremo in un quaderno in cui ha ricostruito tutta la vicensa. Secondo quanto si è appreso, poche ore prima del suicidio, l'uomo aveva chiesto in baca un prestito di 1.300 euro per coprire un assegno consegnato a un fornitore. L'istituto di credito avrebbe negato il prestito, e quindi il suicidio. Secondo quanto si è appreso tra la vittima e la banca c'era già un contenzioso. La famiglia del commerciante ha nominato un legale, l'avvocato Giuseppe Lecce del foro di Taranto, e chiede che si apra un'inchiesta per istigazione al suicidio.

5 commenti:

Nessie ha detto...

Di Banca si muore. E si morirà sempre più.

Josh ha detto...

e mentre accadono queste cose tremende,
a ogni extra in Italia, arrivato magari col 'ricongiungimento', che ha + di 65 anni, l'INPS garantisce la pensione anche se non ha mai versato una lira o un euro in Italia (mentre a noi servono 42 anni di versamenti effettivi prima di vedere uno straccio di pensione).

vediamo un po' come siamo combinati.

Eleonora ha detto...

Josh, gli extracomunitari ci stanno letteralmente rubando ogni risorsa possibile. Quella legge sulla pensione sociale agli extracomunitari è sbagliata. Tutti lo sanno e la lega s'era presa l'incarico di toglierla e non lo ha fatto. Si, noi paghiamo contributi per decine e decine d'anni... loro arrivano qui e con una autocertificazione si prendono almeno 400 euro. E i piccoli imprenditori si suicidano.

Josh ha detto...

Già.
Credo per di più che l'assegno corrispondente alla sociale sia ormai sui 500-550 euri (...), cioè
un esborso che il nostro welfare, anzi mal-fare o bad-fare che dir si voglia,
non si può assolutamente permettere, visto che non ce n'è manco per noi e manco per chi li ha versati tutti per davvero nei decenni passati....

aggiungo anche che, per noi, allo stato attuale del 'mercato' del lavoro, con la crisi, i contratti del piffero, o zero ferie, o zero assicurazione, o minimissimi contributi, e la disoccupazione e gli inevitabili buchi contributivi di mesi o anni senza lavoro,
arrivare davvero a 42 anni di versamenti è tantissimo, troppo, a volte matematicamente impossibile....

si rischia per noi non solo di avere le pensione bassa, ma di non arrivare a prenderla per niente...fai un po' 2 conti.
Sono nero.

Eleonora ha detto...

Josh, si, 42 anni di versamenti sono davvero impossibili da "recapitare". Ed è uno schifo a partire dai baby pensionati fino ad arrivare agli extracomunitari mantenuti dai nostri contributi, altrochè.