giovedì 8 marzo 2012

L'llegalità? Va là


PRATO - «Un caloroso benvenuto all'onorevole ministro»: la scritta, in cinese e italiano, accoglie il ministro della Cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi nel centro culturale della chinatown pratese, mentre a Roma infuria la polemica politica dopo la lettera di 46 senatori Pdl che chiedono le sue dimissioni per quelle frasi del ministro contro il Pdl intercettate dai cronisti. «Quando sarò a Roma leggerò questa lettera con molta attenzione perchè quello che viene dal Senato, nello spirito di questo governo, è molto importante», taglia corteo il ministro alle insistenze dei cronisti. Più in là non va e preferisce invece parlare di integrazione. Accompagnato dal sindaco di Prato Maurizio Cenni, visita via Pistoiese, dove sorgono decine di negozi gestiti da cinesi.

La chinatown pratese è una della più grandi d'Italia. Nella città toscana tra regolari e no si contano ben oltre trentamila cinesi su 188 mila abitanti. «Prato - spiega il ministro - è un laboratorio di convivenza con le minoranze immigrate. Ci sono criticità di integrazione e problemi di legalità ma qui ci sono anche potenzialità». In questo momento di crisi economica, dice ai rappresentanti della comunità cinese, «dobbiamo sviluppare la collaborazione e il rispetto della legge». La scuola multiculturale del quartiere, fondata nel 1998, che lo accoglie con calore è frequentata da un migliaio di ragazzini cinesi. «Vengono qui - spiega il direttore Chen - il sabato e la domenica, quando la scuola italiana è chiusa, imparano soprattutto il cinese, perchè sono bambini nati in Italia che sanno perfettamente l'italiano ma rischiano di dimenticare il cinese». Alla scuola sono iscritti anche 3-4 bambini italiani. La lunga giornata toscana del ministro Riccardi era cominciata di prima mattina a Firenze all'Istituto degli Innocenti per parlare di integrazione nelle scuole, per poi proseguire a Prato, nella sede della Provincia, dove ha incontrato giovani delle seconde generazioni di immigrati, i sindaci della provincia e, quindi, nella sede del Comune, dove ha assegnato la cittadinanza italiana a tre ragazze straniere. Da Prato trasferimento a San Donnino (Campi Bisenzio) al centro 'Spazio Realè che opera sul piano culturale per favorire l'integrazione in un'area, anch'essa ad alta densità di immigrati. Ad accoglierlo, gli amministratori locali, ma anche il cardinale di Firenze Giuseppe Betori e l'Imam Ezedin Ezir. L'emergenza immigrazione esiste, martella il ministro, «ma non può essere trattata solo quella». Fondamentale, ripete, è la strada dell'integrazione. «Dobbiamo valorizzare i processi di integrazione esistenti». A Prato e Campi Riccardi ribadisce inoltre l'importanza dell'apprendimento della lingua italiana da parte degli immigrati per una effettiva integrazione. Le polemiche romane sollevate da quella frase di critica al Pdl sembrano lontane. «Quando arriverò a Roma leggerò quella lettera con il rispetto dovuto ai parlamentari», ripete mentre già in mattinata, il ministro aveva voluto subito sgombrare il campo: «Con Alfano ho un rapporto sereno e sincero da tempo».

3 commenti:

Nessie ha detto...

Che gli facessero mangiare un cane fritto con bevuta di saké.

Eleonora ha detto...

Non sono mica sicura se ci è o ci fa... penso entrambe le cose. Con la differenza che si arricchisce alle spalle degli immigrati.

Un cane fritto? Nooo, povera bestia. Gli darei direttamente la cicuta.

Nessie ha detto...

Dico "cane fritto" non perché non rispetti i cani (certamente più di alcuni uomini come lui), ma perché so che sono "una specialità cinese". E allora che vada in uno di quei ristoranti. Vuole l'integrazione, no?