martedì 1 marzo 2011
Vieti il bivacco, sei accusato di odio razziale...
AGRIGENTO - Finisce sotto accusa l'ordinanza del sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, contro «l’accattonaggio e comportamenti non decorosi», con la quale il primo cittadino impone il divieto di utilizzare i luoghi pubblici «come siti di bivacco e deiezione». La Procura di Agrigento ha iscritto il sindaco nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di istigazione all’odio razziale e abuso di autorità. L’ordinanza «incriminata» sarebbe stata emessa dopo le proteste dei lampedusani sul comportamento dei migranti ospitati nel centro accoglienza dell'isola e liberi di girare per le strade del centro. Le indagini sono state affidate a guardia di finanza e carabinieri.
LA SOLIDARIETÀ DELLA LEGA - «Esprimo la mia più totale solidarietà al sindaco di Lampedusa inquisito per istigazione all’odio razziale per avere emesso un’ordinanza che impone agli immigrati, giunti a migliaia, di tenere, sull’isola, comportamenti rispettosi delle minime regole di civile convivenza». Lo ha detto il presidente della commissione Esteri della Camera, il leghista Stefano Stefani, commentando l’indagine a carico di de Rubeis. «L’incriminazione, che mi auguro sia solo un atto dovuto e non un’iniziativa basata su una valutazione dei fatti e delle motivazioni - ha aggiunto Stefani - suona come una beffa nei confronti di un amministratore e di una popolazione che hanno da sempre mostrato senso civico e solidarietà». «Lo spirito di accoglienza - ha concluso il leghista - non deve tramutarsi in una resa davanti a coloro (non tutti) che calpestano le nostre consuetudini e la nostra cultura. Aprire le frontiere ai rifugiati politici è giusto, ma non si può rinunciare alla nostra cultura, cedendo al permissivismo».
IL PRECEDENTE - Nel 2009, De Rubeis venne processato dal giudice monocratico di Agrigento per diffusione di idee che incitano alla superiorità razziale perché, in un’intervista pubblicata il 5 settembre 2008, un quotidiano gli aveva attribuito questa affermazione: «Non voglio essere razzista, ma la carne dei negri puzza anche quando è lavata». Lui naturalmente smentì. Il sindaco venne assolto perché «il fatto non sussiste»: non fu dimostrato, infatti, che il primo cittadino avesse pronunciato quella frase. Nel luglio del 2009 De Rubeis venne arrestato perché accusato di concussione e fu sospeso dal suo incarico di sindaco: un mese dopo, liberato, fu reintegrato nel suo mandato.
Ch. Ma.
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1 commenti:
E poi si lamentano se Berlusconi accusa la buirocrazia dei parrucconi istituzionali di bloccare lo sviluppo e i provvedimenti del Governo ...
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