mercoledì 16 marzo 2011
Italia razzista
MILANO - Le rigide misure di sicurezza all'aeroporto di Malpensa hanno creato una nuova polemica con gli indiani sikh. L'allenatore di golf Amritinder Singh, giunto nello scalo italiano con il campione indiano Jeev Milkha Singh, è stato «costretto dagli agenti italiani a rimuovere il proprio turbante e a metterlo nel vassoio per sottoporlo allo screening di routine» ha scritto mercoledì in prima pagina il quotidiano The Times of India. Per gli appartenenti alla setta religiosa dei sikh, di cui fa parte lo stesso primo ministro Manmohan Singh, il tradizionale copricapo (circa otto metri di stoffa intrecciati con i capelli) è un simbolo religioso obbligatorio e la rimozione implica un lungo rituale. «Per me è stata una vera e propria umiliazione, è come se mi fossi denudato davanti a centinaia di persone» ha ammesso Singh, che ha accusato le autorità dell'aeroporto milanese di «vessazioni» non giustificate dalle norme di sicurezza.
LA PROTESTA - I due sportivi erano diretti a Roma per un torneo europeo di golf. Il giornale riferisce che, secondo la prassi in vigore nell'Unione Europea, i sikh non sono obbligati a levarsi il copricapo, ma devono soltanto sottoporlo a un controllo manuale con il metal detector durante la perquisizione. Deciso a far valere i propri diritti, l'allenatore ha presentato una protesta al console generale dell'India a Milano, Sanjay Verma, il quale si è rivolto alle autorità aeroportuali «senza però ricevere risposta» conclude la fonte.
SEA: C'E' UN LOCALE APPOSITO - La società di gestione dell'aeroporto di Malpensa ha poi precisato: «Sea effettua i controlli di sicurezza in perfetto ossequio della regolamentazione italiana ed europea». Controlli peraltro «stabiliti in accordo con la comunità Sikh in Italia». «Per quello che riguarda i passeggeri di religione Sikh nei nostri aeroporti - si legge in una nota di Sea - è previsto un controllo in un locale a parte, munito di specchio, ove viene chiesto cortesemente al passeggero di consegnare il turbante, che viene controllato e riconsegnato. Il tutto viene effettuato celermente e nel massimo rispetto dell'origine religiosa di questo copricapo. Queste procedure - si conclude - sono quelle indicate dalla Polizia di Frontiera di Malpensa che le ha stabilite in accordo con la comunità Sikh in Italia. Il controllo del turbante nel nostro Paese è comunque obbligatorio per accedere alle aree sterili».
IO non ho mai preso i controlli in aereoporto come umiliazioni eppure sono stata perquisita e controllata più di una volta e più di una volta mi sono attenuta alle regole. Che piacciano o no, le regole sono regole e se si viaggia, bisogna rispettarle. Per tutti. E questo, è solo l'ennesimo idiota che viene da fuori e pretende di evadere tali regole.
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