giovedì 24 marzo 2011
I clandestini tunisini
Ecco i veri dati sui profughi: l'80 per cento sono clandestini di Alessandro Sallusti
Per un attimo abbiamo sperato che la nave da guerra San Marco, salpata da Lampedusa con un carico di cinquecento immigrati appena sbarcati sulle coste dell’isola, facesse rotta sulla Tunisia, Paese dal quale gli indesiderati ospiti provenivano. Purtroppo non è andata così. La San Marco attraccherà in Sicilia e il suo carico umano verrà disperso per l’Italia, come lo saranno i successivi. Dicono che è il prezzo della guerra, ma così non è. Di libici, sulle carrette del mare, non c’è traccia. I sudditi di Gheddafi sono sì alle prese con una guerra civile, ma non hanno nessuna intenzione di lasciare il Paese: stavano benissimo dove sono e sperano di tornare a stare bene al più presto.L’ondata che ci sta invadendo arriva dalla Tunisia, dove poche settimane fa è stato deposto un tiranno mascherato e insediato un governo democratico. Non c’è logica nello scappare da una libertà ritrovata, non ci sono le basi per dichiararsi perseguitato politico o sentirsi in pericolo di vita. E, in effetti, sui ventimila arrivi degli ultimi giorni, soltanto tremila hanno fatto richiesta di asilo. Sono praticamente solo uomini. Dubito che tutti siano davvero nelle condizioni di dover scappare, fosse solo per il fatto che non conosco uomini che lascerebbero moglie e figli a casa in balìa di presunti aguzzini. Più facile che tra questi tremila la maggior parte millanti e la restante sia in fuga sì, ma non dal tiranno. Più probabilmente scappano dalla polizia dopo essere evasi dalle carceri (nelle quali si trovavano per reati comuni) durante i giorni della rivolta. Arruolare i tunisini tra le persone in diritto di ospitalità sull’onda emotiva della guerra è il peggior servizio che possiamo fare ai profughi veri, se e quando questi arriveranno. È come intasare un ospedale di finti ammalati: si sprecano risorse ed energie che potrebbero essere esaurite nel momento del vero bisogno. Le leggi che nel nostro Paese regolano immigrazione e ospitalità non risultano essere state sospese, e semmai l’eccezionalità del flusso deve portare a stringere le maglie, non certo ad allargarle.
Credo che proprio alla luce di tutto questo il governo abbia ieri deciso di inserire il problema dei clandestini nella risoluzione che il Parlamento deve approvare sulla crisi libica. Berlusconi chiede che la coalizione militare si impegni a bloccare sulle coste africane i trafficanti di uomini e i loro carichi. Ovviamente questo non piace alla sinistra, che più problemi e casino ci sono in Italia più spera di trarne vantaggi politici ed elettorali. Bersani fa il finto tonto sulla pelle di quei disgraziati e sulla sicurezza di noi italiani. È addirittura offeso perché alle Camere ieri non è andato a parlare Berlusconi in persona, ma il ministro Frattini. Qualcuno gli spieghi che un motivo c’è, e non secondario. Il premier, probabilmente, non può parlare con Bersani in quanto impegnato con altri interlocutori che chiedono riservatezza e basso profilo. Chi sono? Forse lo sapremo nei prossimi giorni. Per risolvere anche le crisi più drammatiche a volte contano più i rapporti personali che la forza militare. A volte, per ottenere risultati, serve di più dire «per Gheddafi mi sento addolorato», che non seguire l’etichetta. Insomma, da queste parti qualcuno sta mediando davvero per mettere fine alla guerra. Se ne sono accorti tutti, americani compresi, salvo Bersani. Che sulle cose importanti arriva sempre con un po’ di ritardo.
Altro che profughi, arrivano clandestini di Francesco De Remigis
Sono 2.347 i profughi sbarcati da gennaio fino a ieri a Lampedusa, gli altri 13mila sono clandestini. Il sindaco di Mineo ha dunque definito «una presa in giro colossale» la decisione del Viminale di trasferire nel Residence degli aranci, che avrebbe dovuto ospitare soltanto i richiedenti asilo, anche i 600 migranti accampati a Lampedusa. Sul Piano profughi del Viminale continuano intanto i distinguo dei governatori. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è pronto a ricevere quelli libici. Ma «zero clandestini». Cioè nessuno di quei tunisini a cui si cerca una sistemazione: chi ha presentato richiesta di asilo troverà alloggio nel Residence degli aranci. Le Regioni si preparano invece all’ondata di rifugiati che potrebbe arrivare da Tripoli. Ma altri immigrati a Lampedusa manifestano l’intenzione umanitaria. I tecnici hanno verificato che la maggior parte di loro ha nazionalità tunisina. Non necessitano di protezione, per loro è difficile giustificare l’asilo, e vanno dunque rimpatriati o sistemati nei Cie. Che però sono pieni. Il nuovo governo tunisino guidato da Beji Caid Essebsi ha soppresso la polizia politica e quasi tutti i tunisini che hanno raggiunto le coste italiane sono perciò considerati clandestini.
Domani Maroni, che ha incassato il sostegno del suo omologo spagnolo Perez Reculcaba («Francia e Spagna non lasceranno sola l’Italia», ha detto il ministro dell’Interno di Madrid che auspica «un rapido ed efficace sostegno della Ue»), volerà a Tunisi per ridiscutere gli accordi di cooperazione su almeno due fronti. Il primo è quello dei pattugliamenti. Fino alla caduta del regime di Ben Ali i mezzi italiani cooperavano con le autorità locali per limitare le partenze. Con il crollo istituzionale sono saltati gli interlocutori e, con loro, anche i pattugliamenti congiunti. Da Zarzis e dagli altri porti tunisini le partenze continuano. L’ambasciatore Pietro Benassi è stato ricevuto dal nuovo esecutivo per preparare la missione del ministro, ottenendo il ripristino dei pattugliamenti. Che dev’essere però formalizzato. Maroni punta ad aumentare soprattutto il numero dei rimpatri: almeno cinquemila quelli da imbarcare. Ed è impossibile farlo con accordi che oggi prevedono rimpatri da dieci persone al giorno.
La seconda sfida riguarda i migranti con precedenti penali. Quelli evasi dalle carceri, o quei soggetti considerati «pericolosi per la pubblica sicurezza». Per loro sono stati trovati centinaia di posti nei Cie, dove le rivolte registrano un solo obiettivo: la fuga. A Gorizia otto tunisini sono stati arrestati per danneggiamento, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e rapina (uno di loro aveva sottratto le chiavi delle stanze). In sei hanno fatto perdere le tracce. Altri quattro bloccati lunedì mentre cercavano di varcare il confine con la Francia, al valico del Monginevro; trovati su una Nissan Micra guidata da un francese di 26 anni. Dai foglietti recuperati nelle loro tasche si suppone che un clandestino sia evaso dal Cie di Crotone. E non sono certo questi i migranti che le Regioni vogliono accogliere. Già decine gli arresti fatti invece a Ventimiglia, dove il business dei passeur è di nuovo fiorente. Se n’è accorto anche il ministro dell’Interno francese, Claude Guéant, che ha chiesto di «rispettare il regolamento europeo in materia di trattenimento dei migranti». Cioè: tenerli in Italia. Sembra questo il problema del Viminale. Gestire i clandestini destinati ai Cie, più che i profughi. A Torino una decina di tunisini ha danneggiato la struttura di detenzione che costa 1.350.000 euro l’anno. Stessa tecnica di fuga. Incendi e caos. Per Maroni potrebbero essere 15mila gli arrivi dalla Libia, ma da Tripoli non è partito nessuno: i 117 approdati a Catania hanno detto di essere libici solo per ottenere lo status di rifugiati. I 2.347 profughi staranno tutti a Mineo. Per i clandestini si parla di tendopoli. Su quella pugliese ci si interroga. Mentre a Lampedusa un centinaio di migranti ne ha costruita una fai-da-te. Stracci, vestiti e lenzuola. In attesa di capire in quanti ancora saliranno a bordo della nave San Marco, che stamattina sbarcherà ad Augusta con i primi 600 tunisini lampedusani diretti a Mineo.
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2 commenti:
Già che ci sei, abilita se puoi anche questo importante link di Italia Oggi che svela importanti retroscena sui veri burattinai di Sarkò:
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1706370&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=Un'operazione%20anglo-americana
Mi pare naturale che siano tutti clandestini. Infatti, come si evidenzia, non hanno al seguito donne e bambini.
Vanno respinti.
E dove non possibile come ora, avendoli fatti sbarcare, vanno ricondotti in Africa.
Vanno chiuse le frontiere agli immigrati e fatto un censimento per rispedire a mare quelli senza lavoro e senza fissa dimora.
Vanno controllati coloro che stanno rubando lavoro e casa agli italiani e rimandati alle loro patrie!
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+nuovopatriota+
[italia agli italiani! bula bula nella foresta!]
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