giovedì 31 marzo 2011
Clandestini in rivolta
Domanda... come mai non vogliono tornare ora che c'è democrazia? Non è che percaso... ma molto percaso i tunisini sono davvero quelli scappati dalle patrie galere e tornare in patria significherebbe tornare in galera? Se così fosse, non è giusto che paghiamo noi lo scotto di tutta questa storia. Non vogliono tornare e noi non possiamo ospitarli. Non c'è spazio e non c'è lavoro... e di disoccupati italiani ce ne sono anche troppi e abbandonati a se stessi. Dall'italia hanno già avuto anche troppo.
LAMPEDUSA (Agrigento) - I migranti di Lampedusa chiedono di lasciare l'isola, subito, e non vogliono tornare in Tunisia. Lo urlano. E' venuto il momento della loro protesta, anche se per fortuna totalmente pacifica. E' scoppiata nel pomeriggio: un migliaio di nordafricani ha organizzato un corteo nella centrale via Roma di Lampedusa. Poi si sono radunati al porto, una folla, forse più di mille. Gridano «Sicilia, Sicilia», e chiedono di essere subito trasferiti da Lampedusa ma non per la Tunisia. La situazione è stata molto difficile e ha rischiato di degenerare. L'ha tenuta a bada un funzionario di polizia, Corrado Empoli, che tramite un traduttore ha parlato con i migranti e ha provato a convincerli di attendere fino a venerdì o al massimo fino a sabato. «Oggi le navi sono già partite cariche di altre persone. Non possiamo farvi andare via subito. Siete tanti, dovete capire che è difficile gestire questa situazione». Urla dalla folla, il traduttore fatica a farsi sentire. Uno dei migranti prende la parole e in inglese spiega la drammaticità della situazione che stanno sopportanto a Lampedusa da oltre 10 giorni. Il traduttore spiega che la paura di molti migranti è quella di essere traditi, di nuovo. Hanno rischiato la pelle per arrivare in Italia e ora non vogliono perdere quel poco che hanno conquistato. Parlano in tanti, le voci si sovrappongono e il rischio che la situazione degeneri resta alto. Empoli ribatte: «Io vi chiedo di aver fiducia in me. Dovete avere ancor un po' di pazienza. Non tornerete in Tunisia. Un giorno o due di più in più di fronte alla possibilità di cambiare la propria vita per sempre non è nulla». Dalla folla si alza un grido, scandito più volte, urlato da una folla che si concentra su una sola persona diventata il loro referente: «We trust you». Noi crediamo in te. E poi «grazie, grazie». La protesta è stata durissima, alimentata da una forma di esasperazione ormai incontenibile, ma grazie alle capacità di un funzionario di polizia, assistito da un giovane tunisino nel ruolo, già noto sull'isola per il suo ruolo di mediatore culturale, per oggi non è degenerata. Al cronista del Corriere della Sera che, quando la tensione si era ormai sciolta, ha chiesto a Empoli se le promesse fatte ai migranti non fossero un po' azzardate, il funzionario di polizia ha risposto: «Ho solo ribadito quello che ha detto Berlusconi».
«DORMIAMO DOVE NON STAREBBERO NEANCHE I CANI» - Prima si erano levate queste voci dalla folla: «Dormiamo in posti che non sarebbero adatti neanche ai cani» dice Jahshen, tunisino, uno dei manifestanti. «Siamo troppi. Io aspetto da 11 giorni e da 5 dormo su quella che voi chiamate la "collina della vergogna"», dice Haithem, 23 anni, arrivato da Djerba. «Tutti abbiamo paura - aggiunge - di essere portati in Tunisia e dopo tre giorni di mare io non posso tornare nel Paese da cui sono fuggito. Mercoledì Berlusconi è venuto qui, ha detto che provvederà per noi, ma le sue sono solo parole e se stasera pioverà, come promette il tempo, noi non abbiamo come ripararci». Sono 3.731 gli immigrati presenti attualmente a Lampedusa, dopo i trasferimenti avvenuti con le prime navi e con due ponti aerei. Il dato è stato fornito dal sindaco dell'isola, Bernardino de Rubeis.
MARE GROSSO - La nave della T/Link, che avrebbe dovuto imbarcare a Lampedusa circa 500 migranti con destinazione Taranto, non è riuscita ad attraccare al molo di Cala Pisana a causa del mare agitato. I migranti sono da qualche ora in attesa sulla banchina. Il traghetto ha anche provato un attracco al molo commerciale, ma anche lì ci sono le stesse difficoltà. Per adesso i previsti trasferimenti sono stati sospesi e le autorità non sanno se può essere rispettata la scaletta delle partenze.
ALL'ALBA - All'alba erano partiti 1.716 migranti con la nave Excelsior della Grandi Navi Veloci. Poi dal molo di Cala Pisana è salpata la «Catania» della Grimaldi con 600 migranti, entrambe dirette a Taranto, mentre 200 sono stati portati via con due ponti aerei. Intanto, alla fonda davanti al porto di Lampedusa ci sono altre 3 navi: la «Clodia», la «Waitling Street», e la nave militare San Marco.
LA RUSSA - Sulle destinazioni degli immigrati spunta una novità. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine del Consiglio dei ministri dedicato all'emergenza, annuncia d'aver «fornito a Maroni un elenco di sette siti della Difesa, tutti al Nord» per ospitare i migranti.
BERLUSCONI - Nel frattempo, il premier Silvio Berlusconi, in una telefonata all'assemblea congressuale dei Cristiano-Popolari è tornato a parlare dei problemi degli immigrati. Il governo tunisino non sta mettendo in atto gli accordi sull'immigrazione stipulati con l'Italia, ha denunciato il Cavaliere. Scusandosi al telefono per la sua assenza, Berlusconi ha parlato del Cdm in corso «che sta affrontando - ha detto - il problema con la Tunisia. Il governo aveva assicurato di fermare le barche degli immigrati ma questo non è avvenuto. Il governo - ha aggiunto - ha garantito impegni finanziari per la ripresa economica delle città tunisine e di contro il governo tunisino deve accettare il rimpatrio dei suoi concittadini».
MARONI - Su questo aspetto della vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine della riunione dell'esecutivo: «C'era l'impegno della Tunisia per il contrasto dei flussi illegali, ma finora ciò non è avvenuto, così come non c'è disponibilità ad accettare i rimpatri degli 19mila tunisini identificati. Ho chiesto quindi a Berlusconi di sollecitare il primo ministro, se necessario andando a Tunisi». Il titolare del viminale ha poi fornito alcune cifre. I profughi arrivati dalla Libia, soprattutto eritreri e somali sono circa duemila. «Abbiamo concordato un piano di emergenza con le Regioni - ha detto Maroni -, che si impegnano a trovare siti per ospitarli».
TENDOPOLI - Il ministro ha anche spiegato che il piano messo a punto per accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa prevede una «disponibilità di diecimila posti in tendopoli, in tutte le Regioni italiane ad eccezione dell'Abruzzo». Il piano sarà illustrato venerdì alle Regioni e agli Enti locali in una riunione al Viminale. Alle ore 9 inoltre è convocata a Palazzo Chigi la prima riunione della cabina di regia sull'immigrazione cui prenderanno parte esponenti dell'esecutivo e rappresentanti degli enti locali. «Atteggiamenti di rifiuto - ha voluto sottolineare Maroni - non possono essere giustificati, è un'emergenza grave che richiede il concorso di tutte le Regioni». Da parte sua però il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha voluto subito replicare spiegando che «l'accordo con il governo riguarda i profughi. Le Regioni - ha precisato Errani - non hanno condiviso invece le questioni relative alle tendopoli per gli immigrati irregolari: quella è una scelta unilaterale del governo».
L'EUROPA - La gestione di flussi migratori irregolari e l'impegno europeo sulla solidarietà concreta nei confronti di Lampedusa saranno al centro della discussione che si svolgerà lunedì prossimo al Parlamento europeo a Strasburgo. L'11 aprile invece il Consiglio Affari interni, programmato a Lussemburgo sarà l'occasione per i 27 ministri Ue di affrontare la delicata questione del «burden sharing» per quanto riguarda i rifugiati, ovvero la ripartizione fra stati membri di chi ha diritto di ottenere la protezione internazionale.
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2 commenti:
Ma la reazione è ancora troppo composta; è un'emergenza grave che ha creato lui -e sempre meno credo alla sua dabbenaggine- il rifiuto è il segno della sanità mentale che ci resta.
Ah, pare che in Manduria qualche villeggiatore che ha lasciato la tendopoli sia stato raggiunto e saccagnato in mezzo ai campi. Non oso immaginare se succedesse qui giù al Nord o presunto tale...
Vivo al Nord e purtroppo al Nord sono "polentoni" nel soprannome e nei fatti. Troppo raffinati e civilizzati. E difatti quelle ronde che non sono state consentite al Nord, il Sud le applica di fatto.
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