venerdì 18 marzo 2011

Lampedusa


MILANO - Ancora sbarchi, ancora emergenza per l'accoglienza dei migranti a Lampedusa. Nella notte è approdato sull'isola siciliana un barcone con a bordo 38 persone di nazionalità nordafricana, tra cui 3 donne; in mattinata è arrivata una seconda imbarcazione su cui viaggiavano 37 tunisini, tutti uomini adulti. Tuttavia sono state segnalate altre quattro imbarcazioni, avvistate al largo dalla capitaneria di porto, diretta verso le acque territoriali italiane. Una di queste, a 40 miglia di distanza dalla costa, era in evidente difficoltà e alcune motovedette sono state inviate in suo soccorso per scongiurare un drammatico naufragio, considerando che a bordo vi era una cinquantina di persone.

LA PROTESTA DEI RESIDENTI - Emergenza umanitaria a parte, la questione diventa anche un fatto di ordine pubblico, vista anche la crescente insofferenza dei residenti per la trasformazione, di fatto, del loro territorio in un unico grande centro di accoglienza. L'esasperazione ha fatto sì che nel pomeriggio vi sia stata una clamorosa azione di protesta: un centinaio di cittadini ha raggiunto il molo Favaloro e ha impedito l'attracco di una motovedetta della Capitaneria di Porto con 116 migranti a bordo, soccorsi a largo dell'Isola. Secondo alcune testimonianze, ogni volta che la motovedetta tenta di avvicinarsi i manifestanti minacciano di buttarsi in acqua. Sul molo ci sarebbe anche l'ex assessore comunale di Lampedusa, il generale Antonio Pappalardo, che ieri aveva tenuto un comizio in piazza dicendosi contrario alla permanenza nell'Isola dei migranti, che ormai sono circa tremila. Già in mattinata alcuni cittadini avevano occupato l'area marina protetta gestita da Legambiente per impedire l'alloggio di alcuni extracomunitari.

CENTRI AL COLLASSO - Sull'isola al momento sono più di 2700 i clandestini stipati tra il centro d'accoglienza di contrada Imbriacola, che ne potrebbe accogliere solo 800, e la «Casa della fraternità» organizzata dalla Caritas. Per far fronte all'emergenza, sull'isola in queste ore si lavora all'allestimento di due tendopoli, non gradite dai cittadini del paese, che guidati dal sindaco hanno più volte espresso in maniera evidente i propri malumori, ma che potrebbero ospitare fino a 500 persone. Questa mattina, intanto, al Villaggio della solidarietà di Mineo in provincia di Catania, arriveranno i primi duecento richiedenti asilo politico. Come spiegato ieri dal commissario per l'emergenza immigrati, Giuseppe Caruso, i primi ad arrivare nella struttura calatina saranno i rifugiati già presenti sul territorio siciliano.

2 commenti:

Nessie ha detto...

Che vergogna! Ma possibile che dobbiamo essere l'Eldorado del Piffero di tutti i disperati della terra? e che nessuno di questi soloni dei festeggiamenti sulla Patria capisca che l'unico modo per onorare la patria è tenerceli lontano?

samuela ha detto...

Un ottimo motivo per tenersi alla larga dai nazionalisti della domenica, anzi del giovedì di ponte...
Comunque l'effetto domino delle proteste siciliane è più che probabile, forse auspicabile, o ci aiutiamo da soli oppure...
Ma voglio vedere quando le reazioni saranno più a nord -dove comunque si trova già il 70% degli immigrati- cosa succederà...l'anno scorso in Viale Padova la polizia se la prese soltanto con i residenti italiani che tentavano di difendere le loro proprietà dai bipedi urlanti e devastanti.
Mi chiedo se la prossima volta le forze dell'ordine non avranno anche loro una brutta sorpresa, in fondo come ho già detto, se il mondo ci vuole paese africano, allora comportiamoci TUTTI come gli africani. Napolitano vuole un nuovo risorgimento? Accontentiamolo.