NAPOLI - Stamattina sono state fermate, poi portate in Questura a Napoli, due persone nell'ambito delle indagini sul brutale delitto di Franco Ambrosio e della moglie Giovanna. In questo momento si sta svolgendo l'interrogatorio. I due fermati, di origine romena, sono stati presi a Licola, sul litorale napoletano. I due sono stati trovati in possesso del cellulare di una delle vittime. Telefonino che era stato acceso dai rumeni: e proprio il segnale del cellulare ha permesso agli inquirenti di rintracciarli. Bloccato dalla polizia anche un terzo romeno. Il decreto di fermo e quindi l'accusa di omicidio però riguarda solo uno di loro. Per ora gli altri due sono sospettati: potrebbero essere solo dei ricettatori. Sarà eseguita domani l’autopsia sui cadaveri dell’imprenditore Franco Ambrosio e della moglie Giovanna Sacco. Dai risultati dell’esame autoptico gli investigatori si attendono risposte ad alcuni interrogativi: la morte di Ambrosio - secondo una valutazione basata sulla temperatura dei corpi - risalirebbe ad almeno 30 minuti prima della morte della moglie. Il corpo contundente con cui i due sono stati colpiti alla testa non è stato individuato e, dal numero dei colpi inferti, si potrà anche comprendere se la banda che ha aggredito i coniugi abbia infierito con l’intenzione di uccidere vibrando numerosi colpi. Ieri è stato realizzato un corposo dossier fotografico della casa degli orrori che adesso è sulla scrivania del pm Antonio D’Alessio. La polizia scientifica ha ripreso ogni angolo, ogni traccia, ogni oggetto: fotografie che saranno importantissime, quando si farà il processo. Franco Ambrosio indossava un pigiama azzurro e nella colluttazione ha perso le pantofole. Dormiva nella stanza da letto che un tempo era stata della servitù. Giovanna Sacco invece dormiva vestita sul divano dello studio: i muratori che stavano ristrutturando la casa le avevano detto che il solaio della camera da letto aveva qualche problema di staticità e, dopo il terremoto dell’Aquila, in un’altra stanza si sentiva più sicura. Pensava, inoltre, che, dormendo vestita, nel caso di una nuova scossa sarebbe potuta fuggire immediatamente. Lui in pigiama - Il primo a sentire i ladri è stato lui: si è alzato e li ha trovati in cucina. Gli hanno spaccato la testa con un colpo solo, inferto forse con una spranga di ferro. L’imprenditore è caduto a faccia in giù sul pavimento chiaro. Contro la moglie, invece, si sono accaniti. L’hanno colpita con un calcio all’occhio, poi con un pugno sulla mascella: probabilmente volevano che consegnasse le chiavi della cassaforte. Lei era vestita - Giovanna, che indossava una giacca di maglia bordeaux, è caduta sull’uscio della camera da letto, nel vano rivestito di legno, anche lei a faccia in giù. A pochi passi da lei, il comò mostra i cassetti aperti, gli indumenti sono sparpagliati sul pavimento. Anche altri mobili, in casa, sono aperti, gli oggetti buttati a terra alla rinfusa. Spicca, in mezzo a tanta confusione, il grande tavolo ovale di radica, lucidissimo, sul quale sono poggiati alcuni libri. Macabro pic nic - Nello studio ci sono involucri di cibarie: gli assassini, che già prima di entrare nella casa avevano mangiato e bevuto, hanno continuato a mangiare dopo avere ucciso. In cucina, accanto al corpo di Ambrosio, è rimasta una confezione di wurstel aperta con i denti; dentro, ancora due salsicce. Appena fuori dalla villa, gli autori del massacro hanno defecato. La polizia (le indagini sono affidate alla squadra mobile, coordinata da Vittorio Pisani e Pietro Morelli) dispone di moltissime tracce, biologiche e non; le impronte digitali su specchi, mobili e pareti sono state rilevate grazie al cianacrilato, un gas che le evidenzia anche negli angoli più reconditi. I ladri assassini, inoltre, hanno con sè i cellulari delle vittime: anche questo potrebbe aiutare le indagini. Un tragico equivoco - L’ipotesi della polizia è che si tratti di persone straniere, gente che probabilmente è entrata nella casa credendola disabitata (ci sono le impalcature, sacchi di cemento ammucchiati, i mobili del giardino avvolti nel cellophan). Gente entrata nel parco chissà da dove, ma quasi certamente non dal mare, che è rimasta per ore nei dintorni della villa. La prima tappa, ricostruiscono gli agenti, l’hanno fatta in una grotta naturale che si apre nel costone. Lì hanno bivaccato, coprendosi con una trapuntina verde chiaro. Hanno forzato la porta di un’altra casa, affittata dagli Ambrosio ad un avvocato che però non ci andava da una decina di giorni. Hanno prelevato due bottiglie di vino, cioccolata e Schweppes. Poi, a notte fonda, l’ingresso nella villa padronale, attraverso la porta finestra che dà su un balcone e sul mare. Terrore notturno Erano più o meno le tre, calcola la polizia scientifica basandosi sulla temperatura corporea delle vittime: quella di Giovanna Sacco era di mezzo grado più alta rispetto a quella del marito, dunque è morta una ventina di minuti dopo. Con sè gli autori del massacro hanno portato una somma di denaro in contanti, cinquantamila euro secondo la polizia (Pietro Morelli, responsabile della sezione Omicidi) i cellulari della coppia e i gioielli contenuti in un cofanetto. Risparmiata l’argenteria - Non hanno toccato l’argenteria, forse per la fretta, forse perché ingombrante: ma, se si tratta di zingari, non l’hanno presa perché per loro l’argento porta sfortuna. Sono poi scappati, forse a piedi, percorrendo a ritroso il sentiero che dalla villetta li aveva portati alla villa padronale. Dovevano avere gli abiti imbrattati di sangue, che è schizzato dappertutto. Nella notte nessuno li ha visti: eppure, a pochi metri in linea d’aria, c’è Villa Rosebery, dove fino a ieri mattina si trovava il presidente Napolitano.
Titti Beneduce
Uno dei tre, si mormora, pare che abbia detto alla madre di aver "fatto un guaio". Perchè in romania ammazzare due persone e rapinare la loro casa, significa fare un guaio?
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