domenica 19 aprile 2009

Immigrazione

Detenuti tunisini in rivolta nel carcere di Trapani: feriti cinque agenti di custodia

Trapani
- Disordini sono avvenuti ieri sera nel carcere di Trapani dove un gruppo di detenuti tunisini, nella sezione Mediterranea dove si trovano molti extracomunitari, avrebbe aggredito le guardie penitenziarie. Cinque agenti sono rimasti feriti: uno di loro ha riportato la frattura scomposta dell'avambraccio destro mentre gli altri hanno prognosi che vanno dai 5 ai 10 giorni. Lo dice Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa penitenziari. "La situazione - aggiunge - è tornata sotto controllo , ma quanto accaduto deve far riflettere sull'opportunità di interventi immediati atti a deflazionare il grave sovrappopolamento delle carceri italiane o episodi come quello registrato ieri sera saranno cronaca quotidiana". Ieri nella casa circondariale di Trapani sono arrivati venti detenuti provenienti da altri istituti di pena siciliani. Quando il personale di polizia ha cercato di sistemare i primi uomini nelle celle cinque tunisini avrebbero aggredito i poliziotti e fomentato la protesta di tutta la sezione. I detenuti hanno cominciato a battere sulle porte blindate pentole e altre stoviglie e hanno dato vita ad una rumorosissima protesta. I cinque detenuti accusati delle aggressioni sono stati arrestati e isolati. Nella sezione Mediterranea, con gli ultimi venti arrivi, vi sono 316 detenuti a fronte di una capienza di 180 posti. Nell'istituto vi sono 502 persone su una capienza di 282 detenuti. La Uil penitenziari da tempo ha lanciato l'allarme sulla ingestibilità degli istituti di pena. "Dopo quanto accaduto a Trapani - dice Sarno - il ministro Alfano, il Governo e tutto il Parlamento hanno il dovere di aprire immediatamente un confronto parlamentare sulle possibili soluzioni per evitare una catastrofe annunciata. L'emergenza penitenziaria va risolta con interventi immediati e mirati".

3 commenti:

demiurgo77 ha detto...

Prendere esempio dal Cile di Pinochet? Sarebbe un modo pratico di deflazionare la pressione carceraria!
Oppure mandiamoli a casa dei parlamentari di sinistra! Tra cui, ovviamente, anche casa Fini.

Elly ha detto...

O mandarli a scontare le pene nelle loro carceri... Tre ottime soluzioni.

100% Antikomunista ha detto...

Oppure reprimere le rivolte in carcere come fanno a casa loro...

Nei loro paesi la Polizia prima ti bastona e poi (forse) parla.

Noi invece mandiamo i Radicali in carcere a controllare che abbiano le lenzuola nuove e la televisione.

Peccato che quello che per loro sono "diritti umani", per gli immigrati è solo un segno di nostra debolezza, da qui la loro arroganza e le rivolte.

Voglio vedere se a Dakar 50 italiani iniziavano a rovesciare macchine come fecero i parassiti senegalesi a Castelvolturno dopo il REGOLAMENTO DI CONTI TRA CAMORRA E SPACCIATORI (altro che razzismo...), oggi quanti erano ancora vivi e quanti invece fucilati sul posto!