Il passaggio finale delle Lectio Magistralis del presidente della Camera Gianfranco Fini sul tema "Le nostre citta' tra diritto alla liberta' e ansia di sicurezza" riguarda l'immigrazione. "Bisogna considerare che cosa occorre fare in materia di asilo e di immigrazione - ha detto Fini - ma anche di diritto nel senso piu' lato, fino a quello di un imputato in un processo, e questo e' naturalmente un tema diverso. Per quanto riguarda i diritti, in Europa e' in atto la tendenza non solo di non violarli e non comprimerli, ma anche di promuoverli. La mia impressione e' che in Italia ci siamo fermati a 'non comprimerli'. Per quanto riguarda l'immigrazione va considerata l'incidenza del dato demografico: il peso delle migrazioni che assumono sempre di piu' connotati biblici, il peso demografico che non puo' essere trascurato: pensare che l'unico modo sia quello di controllare la legalita' degli accessi e' insufficiente. La societa' italiana, che e' sempre piu' anziana, richiede un apporto di forze lavoro. Non basta piu' parlare di 'tolleranza', e' necessario parlare di integrazione che presuppone percorsi di cittadinanza: gli immigrati devono 'sentirsi italiani'. Il mio auspicio e' che non ci si fermi alla superficie, che non si guardi solo alla legalita' o alla legalita' coniugata alla solidarieta', ma si guardi all'integrazione, uno scenario a cui noi italiani non siamo abituati".
sabato 4 aprile 2009
Gianfranzo Fini
Sicurezza: Fini, indispensabile integrazione immigrati
Il passaggio finale delle Lectio Magistralis del presidente della Camera Gianfranco Fini sul tema "Le nostre citta' tra diritto alla liberta' e ansia di sicurezza" riguarda l'immigrazione. "Bisogna considerare che cosa occorre fare in materia di asilo e di immigrazione - ha detto Fini - ma anche di diritto nel senso piu' lato, fino a quello di un imputato in un processo, e questo e' naturalmente un tema diverso. Per quanto riguarda i diritti, in Europa e' in atto la tendenza non solo di non violarli e non comprimerli, ma anche di promuoverli. La mia impressione e' che in Italia ci siamo fermati a 'non comprimerli'. Per quanto riguarda l'immigrazione va considerata l'incidenza del dato demografico: il peso delle migrazioni che assumono sempre di piu' connotati biblici, il peso demografico che non puo' essere trascurato: pensare che l'unico modo sia quello di controllare la legalita' degli accessi e' insufficiente. La societa' italiana, che e' sempre piu' anziana, richiede un apporto di forze lavoro. Non basta piu' parlare di 'tolleranza', e' necessario parlare di integrazione che presuppone percorsi di cittadinanza: gli immigrati devono 'sentirsi italiani'. Il mio auspicio e' che non ci si fermi alla superficie, che non si guardi solo alla legalita' o alla legalita' coniugata alla solidarieta', ma si guardi all'integrazione, uno scenario a cui noi italiani non siamo abituati".
Il passaggio finale delle Lectio Magistralis del presidente della Camera Gianfranco Fini sul tema "Le nostre citta' tra diritto alla liberta' e ansia di sicurezza" riguarda l'immigrazione. "Bisogna considerare che cosa occorre fare in materia di asilo e di immigrazione - ha detto Fini - ma anche di diritto nel senso piu' lato, fino a quello di un imputato in un processo, e questo e' naturalmente un tema diverso. Per quanto riguarda i diritti, in Europa e' in atto la tendenza non solo di non violarli e non comprimerli, ma anche di promuoverli. La mia impressione e' che in Italia ci siamo fermati a 'non comprimerli'. Per quanto riguarda l'immigrazione va considerata l'incidenza del dato demografico: il peso delle migrazioni che assumono sempre di piu' connotati biblici, il peso demografico che non puo' essere trascurato: pensare che l'unico modo sia quello di controllare la legalita' degli accessi e' insufficiente. La societa' italiana, che e' sempre piu' anziana, richiede un apporto di forze lavoro. Non basta piu' parlare di 'tolleranza', e' necessario parlare di integrazione che presuppone percorsi di cittadinanza: gli immigrati devono 'sentirsi italiani'. Il mio auspicio e' che non ci si fermi alla superficie, che non si guardi solo alla legalita' o alla legalita' coniugata alla solidarieta', ma si guardi all'integrazione, uno scenario a cui noi italiani non siamo abituati".
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2 commenti:
Schiattasse tra atroci dolori e piaghe verminose! Noi italiani siamo abituati ad abbassare sempre il capo da mille e più anni: non ci siamo goduti l'indipendenza nemmeno per un secolo! Appena finita la seconda guerra mondiale siamo stati ceduti ad un impero misterioso di nome CEE, destinato a diventare l'ennesimo giogo per noi italiani! Dovran passare altri mille anni per un nuovo risorgimento: intanto auguro a Fini di morire... Politicamente!
Fini mi ha stufato...il fatto è che gli immigrati non si sentono italiani, sono gli italiani che devono sentirsi "immigrati".
Non lo tollero
Artemisia
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