giovedì 22 aprile 2010

Il consiglio d'europa e i minareti


Cari amici,
chi dice che l'Europa ha rinunciato ai valori dell'Illuminismo? La fede fondamentale dell'epoca dei lumi non era che l'umanità fosse buona o che ogni cosa fosse razionale, ma che la gente fosse educabile, che si potesse portarla pian piano verso il progresso, magari con un sapere trasmesso dagli iniziati al popolo in maniera indiretta, attraverso le arti. Be', la stessa cosa continua oggi. Che laici forniti di poca fede come noi non se ne accorgano, fa parte del gioco.

Prendete la faccenda del referendum svizzero sui minareti. A grande maggioranza gli elettori elvetici hanno deciso qualche mese fa che non volevano che il loro spazio pubblico fosse colonizzato dai simboli dell'Islam. I sondaggi hanno mostrato che questo sentimento era condiviso da maggioranze altrettanto grandi in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna. Un po' dappertutto il popolo bue di Eurabia mostrava di non capire la bellezza del multiculturalismo, anzi l'inevitabile prevalenza dei civilissimi immigranti islamici. I giornali naturalmente condannarono, gli opinionisti si indignarono e fra essi naturalmente anche i preti e i rabbini più illuminati. E sembrò che tutto finisse qui.

Ma non era così. Eurabia, nelle sue istituzioni più rappresentative, aveva capito che era solo una questione di educazione. E, piano piano, ha iniziato a reagire, con la sottigliezza dei veri iniziati. Per esempio, zitto zitto, il Consiglio d'Europa, che diciamo è la parte più spirituale e sottile di Eurabia, ha lanciato un'iniziativa apparentemente secondaria, un concorso fotografico dedicato, badate bene, "all´estetica e l´arte musulmana europea nello spazio pubblico", cioè in sostanza all'architettura delle moschee e dei minareti in Europa. Non è straordinario? Senza polemiche aperte, senza rifiutare i lauti stipendi con cui gli elettori europei li pagano, anzi usando i loro soldi, i consiglieri di Eurabia hanno deciso di educare il nostro gusto alla bellezza fallica, maschia ed ardita dei simboli del potere islamico. Come riporta il sito del "Giornale" (qui) "gli organizzatori sono orgogliosi di questa idea. Sostengono che la bellezza dell´architettura islamica «può essere un´occasione per ribadire il valore dei simboli sacri e promuovere l´educazione al rispetto interculturale»." Non siete commossi? Questa sì che è un'occasione. Quando nella vostra città ammirerete la mostra e sentirete la mancanza di un'autentica bellezza islamica vicino a voi, sarete magari indotti a informarvi, ad amare questa religione superiore, velerete vostra moglie e vi farete crescere un barbone talebano (o viceversa). E nel frattempo i grandi fotografi formati nelle madrasse avranno l'occasione di esibire il loro fervore, la loro arte e la loro fede. Grazie illuminatissima Eurabia, grazie Consiglio che consigli per il meglio usando mio malgrado le mie tasse per farmi crescere. Grazia Eurabia, sempre in movimento.

4 commenti:

Maria Luisa ha detto...

da quando esiste un'estetica e un arte mussulmana europea?ma che non dicano cavolate...fino a poco tempo fa non vi era alcuna tradizione in tal senso.
Vogliono imporci questa nuova pseudocultura, una specie di mitridatismo, il veleno assunto in piccole dosi poi non fa male.
Ma forse gli Europei si stanno stancando...

Anonimo ha detto...

Una domandina a quei geni che hanno organizzato l'iniziativa, capisco che - per quanto incommensurabilmente profonda e degna di ogni nostra attenzione - l'arte dei maomettani non possa certo competere con quella cattolica, ma perché escludere quella ebraica, buddista, indù o di altre religioni presenti su questa accozzaglia eterogenea di nazioni che (sfortunatamente) si trovano a far parte dell'UE? Hurricane 53

Eleonora ha detto...

Hurricane, hai detto bene, sfortunatamente. In effetti mi sono fatta la stessa domanda anche io, perchè le altre arti "sacre" sono state escluse? Sarà perchè la Ue vuole distruggerle?

Si, Maria Luisa, i cittadini "europei" si stanno stancando.

Maria Luisa ha detto...

gli organizzatori sono orgogliosi di questa idea. Sostengono che la bellezza dell´architettura islamica «può essere un´occasione per ribadire il valore dei simboli sacri e promuovere l´educazione al rispetto interculturale».
Ma se ci hanno imposto di togliere i crocefissi, il ripsetto interculturale ci sarebbe se la controparte rispettasse noi , invece è arrogante, piena di pretese, con una mania di grandezza associata a mania di persecuzione.