martedì 27 aprile 2010
Gli islamofobi secondo Scialoja
Il Comitato per l'islam italiano si sta sfaldando, prima ancora di aver iniziato i lavori. Mario Scialoja ha infatti presentato le sue dimissioni. Ecco le motivazioni: "Sono stati nominati come sostenitori, e neanche relatori, solo 2 musulmani su 8 – dice Scialoja –. Ma la cosa più vergognosa è che i due più importanti temi, la formazione degli imam e le moschee in Italia, siano stati affidati a relatori non musulmani come Carlo Panella e Andrea Morigi che hanno sempre avuto atteggiamenti notoriamente islamofobi". Le dichiarazioni di Scialoja sono l'ennesima prova di quanto sia impossibile, in Europa, scrivere la verità sull'islam e avere un atteggiamento critico nei confronti del fondamentalismo islamico. Carlo Panella e Andrea Morigi bollati come islamofobi perchè nei loro pezzi non hanno sbavature politicamente corrette e denunciano il fondamentalismo islamico. Per quanto riguarda il tema della formazione degli imam e quello delle moschee in Italia, Scialoja si rammarica che siano affidati a non musulmani. Non è ben chiaro per quale motivo. Il comitato non è nato per legalizzare la costruzione di nuovi centri di reclutamento per terroristi, ma per mettere ordine fra i luoghi di culto illegali, per creare un ordine di imam moderati e riconosciuti dallo Stato italiano. Era ovvio che a far parte del comitato ci sarebbero stati anche non musulmani, se no non avrebbe avuto alcuno scopo. L'articolo:
«Una vera e propria presa in giro per la comunità islamica italiana». È così che definisce il Comitato per l'Islam italiano – a neanche due mesi dalla sua nascita – uno dei più importanti e influenti della comunità islamica, l'ex ambasciatore Mario Scialoja, che si dice sconcertato per le nomine dei primi gruppi di lavoro del Comitato voluto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Scialoja annuncia le sue «irrevocabili dimissioni». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la nomina dei relatori dei primi 4 gruppi di lavoro: formazione imam, moschee, burqa e matrimoni misti.
«Sono stati nominati come sostenitori, e neanche relatori, solo 2 musulmani su 8 – dice Scialoja –. Ma la cosa più vergognosa è che i due più importanti temi, la formazione degli imam e le moschee in Italia, siano stati affidati a relatori non musulmani come Carlo Panella e Andrea Morigi che hanno sempre avuto atteggiamenti notoriamente islamofobi. Ci sono un'infinità di articoli a riprova del loro pensiero. Questo io lo considero vergognoso, inaccettabile e insultante per la comunità musulmana». Neanche dunque il tempo di iniziare e, dopo ben due anni di silenzio e attesa dallo scioglimento della vecchia consulta islamica, voluta dall'ex ministro Pisanu, già non tira aria buona sulla nuova creatura formato Lega.
«Già dall'inizio è comparso un comitato di composizione eterogenea – dice l'ex ambasciatore Scialoja –, solo una piccola componente di musulmani attivi e conosciuti nell'ambiente, per il resto gente sconosciuta nella comunità, non preparati, e che hanno preso il posto al tavolo ad altre personalità musulmane di alta caratura. Dio solo sa, dunque come siano state scelte queste persone. Tuttavia volevamo iniziare il lavoro con i più buoni presupposti, ma viste le premesse, io ho una dignità e non accetto una cosa che considero inaccettabile per la comunità musulmana italiana». Già in passato la composizione di Consulte e comitati islamici, presso il ministero dell'Interno, aveva suscitato non pochi problemi. E Scialoja non vuole mettere sotto accusa il Viminale per la composizione di tale comitato: «Probabilmente – precisa - sono stati mal consigliati».
Ad appoggiare la scelta dell'ex ambasciatore, con l'invito rivolto al segretario generale della grande moschea di Roma Redouane a fare altrettanto, ci pensano gli Intellettuali Musulmani, già in precedenza molto scettici sulla composizione dei membri in quota musulmani del comitato: «La presenza islamica è del tutto insoddisfacente sia sotto il profilo della rappresentatività, sia sotto quello della competenza culturale e religiosa» dichiara senza mezzi termini Ahmed Giampiero Vincenzo, presidente degli intellettuali musulmani. Che sottolinea: «A parte i due esponenti della Moschea di Roma, gli altri musulmani fanno parte di formazioni di scarsissimo rilievo, in alcuni casi create solo in funzione della partecipazione al Comitato. Per questo apprendiamo con piacere la decisione di Mario Scialoja di rassegnare le dimissioni e abbiamo consigliato al Segretario della Grande Moschea di Roma di fare lo stesso».
Chiamato all'appello, anche il professor Paolo Branca riflette, conferma che effettivamente la composizione stessa dei membri del comitato non è stata proprio azzeccata e, facendo un po' i conti sui relatori (2 musulmani su 8), non dà tutti i torti a Mario Scialoja. Ma evidenzia che viene a mancare al tavolo soprattutto «la futura classe dirigente fatta di seconde generazioni di musulmani che ormai sono effettivamente attivi nella comunità. Era davvero strategico avere anche loro perché sono loro i futuri leader, sono gli interlocutori con cui avere un dialogo continuo nei prossimi anni». Mentre Ahmed Ejaz cerca di smorzare i toni: «Siamo solo all'inizio, credo che la scelta di Mario Scialoja sia stata affrettata. In fondo siamo stati chiamati da un Ministro della Lega, bisogna essere diplomatici e accontentarci».
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