venerdì 23 aprile 2010

Prato


Prato - La Lega chiede il test di conoscenza dell’ italiano per far aprire attività commerciali agli extracomunitari, ma a Prato questo c’è già. Nella città toscana questa pratica è in uso da un mese dopo che la giunta di centrodestra ha modificato il regolamento del commercio. A Prato vive una delle comunità cinesi più importanti d’ Europa e il numero degli stranieri regolari è circa un quarto della popolazione. Proprio ieri, due donne di 27 anni hanno superato l’ esame, dimostrando una buona padronanza della lingua parlata e solo qualche problemino con la scrittura o la comprensione delle parti più difficili di leggi e regolamenti. Wang Sheng, una delle due promosse, riferisce di "non avere problemi con l’italiano di base" che è poi quello che richiede il regolamento pratese sull’apertura di negozi, bar e ristoranti da parte degli stranieri. "Avevo un pò di paura - confessa - ma se ne è andata subito. La prima parte dell’esame è semplice mentre la seconda, sulle leggi, è più difficile". Adesso, la giovane ha l’ abilitazione e vuol aprire un bar. Le regole pratesi prevedono che il gestore di un negozio aperto al pubblico sia capace di leggere e capire l’italiano, per poter applicare le norme igienico-sanitarie di base e per poter prestare assistenza, chiamando per esempio un’ambulanza, a un cliente che dovesse averne bisogno. Per la giunta di centrodestra guidata da Roberto Cenni, il test è un passo verso l’integrazione. Il sindaco stesso non si stupisce che Prato sia arrivata prima di un emendamento a livello nazionale.

Il sindaco: "Siamo un laboratorio". "Come volevasi dimostrare Prato è un laboratorio - dice il sindaco Cenni - In una città nella quale il tasso d’immigrazione supera di quattro volte la media nazionale certi problemi sono emersi prima che altrove". Secondo Cenni, l’accertamento sulla padronanza della lingua va nell’ottica di risolvere problemi agli stessi immigrati perchè "il test deve essere accompagnato da tutti i supporti necessari, a partire dai corsi di lingua, da offrire agli immigrati che desiderano aprire un negozio o un bar in città". Con gli stranieri, attualmente, svolgono un’attività quasi quotidiana diverse associazioni. Tra l’altro, la commissione che giudica i candidati all’esame d’italiano è composta da due membri espressi dal Comune e da un rappresentante di un’ associazione che organizza corsi di lingua e di cultura italiana. Prato anticipa la Lega anche sulla proposta delle insegne in lingua straniera. Un regolamento comunale prevede che l’italiano sia prevalente e ben visibile, pena multa, oscuramento e, se non ci si adegua, la rimozione. Ieri è toccato a una pescheria.

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