martedì 13 aprile 2010

Abu Omar e la politica

Ora Abu Omar si butta in politica: "Partito islamico con soldi processo"

Il Cairo - "Con i soldi di risarcimento che otterrò dal processo di Milano ho intenzione di fondare un partito politico islamico in Egitto". È quanto ha annunciato l’ex imam Abu Omar in un’intervista al giornale arabo al-Sharq al-Awsat. Hassan Mustafa Osama Nasr, questo il suo vero nome, noto per essere stato rapito e trasferito in Egitto nel 2003 da un gruppo di agenti della Cia, ha deciso di scendere in campo nella politica del suo Paese natale. Una discesa in campo che non sarà immediata dal momento che le sue precarie condizioni economiche, essendo disoccupato, gli impediscono di finanziare attività politiche.

Il progetto di Abu Omar. "Quando la mia condizione migliorerà - spiega - ho intenzione di fondare un partito islamico nel mio paese. Ho già avviato i contatti con diversi esponenti islamici locali". L’ex imam di Milano sostiene inoltre di aver ricevuto pressioni per non candidarsi alle prossime elezioni parlamentari egiziane, ma promette che "una volta che avrò ottenuto i soldi di risarcimento per quanto mi è accaduto nel proccesso di Milano darò vita a un’associazione o a una corrente perchè non ho abbandonato la lotta politica". Il giornale arabo sottlinea come Abu Omar viva nel quartiere popolare di Muharram Bek, un tempo roccaforte della sinistra egiziana e dalla fine degli anni Ottanta zona controllata dalla corrente islamica. Qui abita in un piccolo appartamento in affitto con la prima moglie albanese e la figlia. Sfruttando la popolarità acquisita di recente, in un primo momento l’esponente islamico intendeva presentarsi alle elezioni parlamentari di settembre, ma ha poi vi ha rinunciato. "Non ho però rinunciato alla vita politica - ha aggiunto - e sosterrò qualsiasi candidato dei Fratelli Musulmani si presenti nel mio quartiere. Combatterò inoltre contro qualsiasi candidato del partito di governo, fosse anche un ministro".

L'ostacolo al progetto. A fermare i progetti politici di Abu Omar, al momento, sono le sue precarie condizioni economiche e il suo status di disoccupato. Per questo attende la somma di 1,5 milioni di dollari che il tribunale di Milano ha riconosciuto come risarcimento nei suoi confronti. Ci sono poi i 20 milioni di dollari chiesti al tribunale europeo dei Diritti dell’uomo dal suo legale, l’egiziano Montaser al-Zeyyat, che si recherà a maggio a Milano per accelerare i tempi della riscossione. Infine l’ex guida islamica milanese rivela di aver ottenuto di recente il passaporto, "Anche se non mi è consentito viaggiare all’estero, eccetto per eseguire il pellegrinaggio alla Mecca che però non posso fare a causa dei miei problemi finanziari". Abu Omar conferma infine che da quando si trova in Egitto non ha mai svolto l’attività di imam per le pressioni esercitate dalle autorità: "Prego in una moschea del mio quartiere dietro un esponente dei Fratelli Musulmani e non vedo l’ora di iniziare la mia attività politica durante la prossima campagna elettorale per le politiche di autunno e per le presidenziali del prossimo anno".

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