martedì 20 aprile 2010

Gianfranco Fini


Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo alla riunione con i parlamentari ex An ora Pdl nella sala Tatarella di Montecitorio, ha detto: "Non ho intenzione di stare zitto né di togliere il disturbo. Se non si è disposti a rischiare per le proprie idee o non valgono le idee o non vale chi le esprime". Durante l'incontro, i finiani hanno firmanto un documento, dove si spiega che viene data fiducia a Fini per esporre i temi avanzati alla direzione nazionale del partito di giovedì scorso.

Fini ha assicurato lealtà al governo ma ha detto: "Ora si apre una fase nuova con un confronto aperto nel partito. Il Pdl è un progetto politico riuscito solo in parte. Il problema non è di poltrone o di potere, la questione è che c'è una scarsa attenzione alla coesione sociale del Paese e il motivo è da ricondurre al rapporto con la Lega. Ci sono punti di vista diversi tra me e il premier, se giovedì usciremo con un'ampia maggioranza sul documento del Presidente del consiglio, significa che ci sarà un confronto aperto. Spero che Berlusconi accetti che esista un dissenso, vedremo quali saranno i patti consentiti a questa minoranza interna".

Nel documento messo a punto dagli ex di An, firmato da 50 parlamentari, 36 deputati e 14 senatori, si legge: "Occorre rilanciare il progetto del Pdl aperto a tutte le componenti del partito. L'opinione pubblica si aspetta una fase più incisiva dell'azione del governo". Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ha detto: "Mi pare che la disgregazione del partito sia al momento scongiurata e ne sono felice: sarebbe stato un autentico suicidio per un'intera storia. Lavoro perché si trovi un accordo forte. Tuttavia se proprio si vuole fare una minoranza non sarebbe un dramma, i partiti si sono sempre articolati cosi".

Subito dopo la riunione nella sala Tatarella, 74 parlamentari del Pdl, provenienti da Alleanza Nazionale, hanno sottoscritto un documento sul confronto politico all'interno del Popolo della Libertà. Si tratta per ora, di 41 deputati e di 33 senatori, oltre al sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Per le prossime ore sono attese nuove adesioni. Primi firmatari il capo gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, e i ministri Ignazio La Russa, Altero Matteoli e Giorgia Meloni. Secondo gli anti-finiani i successi elettorali del centrodestra, rappresentano un chiaro giudizio positivo sul Governo guidato da Silvio Berlusconi, ma occorre in ogni caso "aprire la stagione delle riforme istituzionali per il rafforzamento della democrazia diretta, consentendo ai cittadini di scegliere i massimi vertici del Governo e delle istituzioni e per garantire un'effettiva governabilita' al Paese".

L'azione del Pdl secondo Alemanno, Gasparri, La Russa e gli altri parlamentari ex di An deve essere "forte e ricca su tutto il territorio nazionale" e puntare sui temi di principale interesse dei cittadini. Il Pdl deve essere "protagonista, prima forza politica italiana e guida della coalizione di centrodestra. Deve essere centrale la nostra vocazione a tutela dell'unità nazionale, nel rispetto delle specificità locali. Per questo è necessario attuare, insieme al presidenzialismo, il federalismo fiscale, in modo efficace e solidale per ridare slancio all'economia dei territori, in particolare quelli del Nord, da sempre locomotiva dello sviluppo. Non deve essere trascurato, o peggio ancora accresciuto con messaggi equivoci, il disagio dei cittadini a fronte dei guasti provocati dall'immigrazione clandestina".

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