sabato 24 aprile 2010

Bersani, l'alternativa e il comitato di liberazione


MILANO - Un week end di riflessione. Dopo lo scontro in diretta tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini in direzione nazionale, il Pdl si interroga sulla possibilità di coesistenza tra le due diverse anime all'interno del partito. E anche sul futuro del governo. La stragrande maggioranza è con il premier - lo dimostrano i voti al documento finale approvato giovedì - ma i finiani non vogliono farsi da parte. «Bisogna recuperare gli aspetti positivi di quanto accaduto - afferma in una nota Italo Bocchino, vicecapogruppo Pdl alla Camera - accelerando il percorso che porterà al congresso e ribadendo tutti la lealtà alla maggioranza e a Berlusconi dei parlamentari vicini a Fini». Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, spera dal canto suo che «ci sia un miracolo e che questo contrasto interno al Pdl venga superato. È molto importante per tutti noi, per il Governo e per il centrodestra». Ma lo strappo di Fini ha lasciato più ferite di quanto ci si potesse aspettare alla vigilia della direzione. Tanto che molti esponenti di area ex An hanno deciso di sfilarsi in maniera esplicita dalle posizioni del presidente della Camera: crescono infatti le adesioni al documento promosso dai 75 parlamentari nel quale si riconosce, tra l'altro, come scelta giusta e irreversibile la fondazione del Popolo della Libertà, al cui rafforzamento si impegnano tutti a contribuire dall'interno. Su un totale di circa 120, tra consiglieri regionali e assessori di area ex An, hanno firmato già in 100 il documento che ha tra i promotori Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Altero Matteoli, Gianni Alemanno, Giorgia Meloni.

RUTELLI - Lo scontro tra Fini e Berlusconi provoca reazioni anche all'esterno del Pdl. Francesco Rutelli, a margine dell'assemblea di Alleanza per l'Italia, ammette di aver parlato con il presidente della Camera. «Lui è un interlocutore, ma sarà lui a decidere del suo destino, del rapporto con le altre forze. A Fini va riconosciuta dignità per la sua scelta - aggiunge Rutelli - ci sono momenti nella storia della politica in cui i cambiamenti li fanno le minoranze. Forse più che le maggioranze osannanti, in un Paese come il nostro, aiutano di più le minoranze creative». Quanto poi alla possibilità di un ingresso di Luca Cordero di Montezemolo in politica per la costruzione di un terzo polo, Rutelli ha espresso «la speranza che ci siano tante forze che si mettano in campo con coraggio, l’Italia ha bisogno di gente coraggiosa, quali saranno queste persone lo dirà la storia».

BERSANI - Intanto il leader Pd, Pierluigi Bersani, chiama a raccolta le opposizioni: «Le tensioni nella maggioranza in futuro sono certe - afferma - gli esiti imprevedibili. Le forze di opposizione non possono sottovalutare i rischi che Berlusconi per un verso e la Lega per l'altro possono dare per accelerare una situazione che non riescono ad affrontare. Per le forze di opposizione serve una responsabilità nuova». «Serve un impegno più forte - sostiene Bersani - a discutere e concertare l'azione parlamentare e un lavoro per stringere i contenuti dell'alternativa». Per «accelerare» il confronto con le opposizioni, il leader Pd, che nei giorni scorsi ha già incontrato il leader Idv, Antonio Di Pietro, continuerà «colloqui e verifiche» con le altre forze di opposizione dentro e fuori il Parlamento. «Siamo di fronte - sostiene Bersani - ad una situazione estremamente confusa. Il Paese, pieno di problemi, assiste attonito a lacerazioni molto profonde nella maggioranza che in un colpo solo ha distrutto tutta la retorica berlusconiana dei cieli azzurri e dei mondi felici». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini «con i suoi ha sostenuto e votato tutte le decisioni di questo e degli altri governi del centrodestra ma ora propone con nettezza un'altra piattaforma: nella politica economica, nei rischi di deriva plebiscitaria, nel tema dell'unità del paese». Temi, ribadisce il segretario Pd, «assolutamente veri e assolutamente irrisolvibili nel Pdl e nella maggioranza dove Fini si trova». Da qui l'imprevedibilità dello scontro nel centrodestra e la necessità per Bersani di accelerare il confronto nelle opposizioni.

I VERDI: «PRONTI A UN CNL». ROTONDI: «PURA FANTASIA» - All'appello di Bersani i primi a rispondere sono stati i Verdi, che si sono detti «pronti ad un un Comitato di Liberazione Nazionale con tutte le forze politiche che vogliono liberare la democrazia italiana. - Lo dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli - . Le differenze politiche fra le forze di opposizioni, parlamentari e non esistono ma ora più che mai è necessario superare i distinguo perché in gioco c'é il futuro del paese e quello della democrazia italiana». A Bersani ha anche replicato il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi: «Bersani fa appello alle opposizioni per un patto contro quella che lui chiama la "deriva" della maggioranza? Pura fantasia».

0 commenti: