MILANO - «I figli dei martiri in Somalia si preparano a diventare come i loro padri». E' con queste parole che si apre il video prodotto dai Giovani Mujahidin dal titolo «I cuccioli dei martiri». Si tratta del primo filmato realizzato dal gruppo jihadista somalo interamente dedicato all'educazione dei bambini, e in particolare dei figli dei propri combattenti morti durante le operazioni jihadiste condotte contro il governo transitorio.
LA JIHAD COME UN GIOCO - Il filmato, della durata di 27 minuti, è stato diffuso sui forum jihadisti in Internet e mostra in che modo, tra gare e giochi, i capi di Al Qaeda in Somalia insegnano ai bambini l'importanza del martirio e dell'uso delle armi contro i «miscredenti». Il documentario si apre con l'immagine di un bambino somalo che prova un'arma giocattolo. Non si tratta di un bambino qualsiasi, ma del figlio del primo kamikaze degli «Shabab». Il padre si chiamava infatti Abdel Salam Hars Mahmoud, uno dei primi miliziani degli «Shabab» addestrato dal loro defunto capo Abu Talha Sudanim. L'uomo è noto in Somalia per essere il kamikaze che lo scorso 11 ottobre 2007 si è fatto saltare in aria contro la sede del parlamento di Baidoa, allora ancora in mano al governo transitorio e oggi sotto il controllo della formazione islamica, provocando il ferimento dell'ex presidente somalo Abdullah Yusuf. Si tratta dell'operazione jihadista che ha dato il via all'espansione dei Giovani Mujahidin in Somalia. Il figlio del kamikaze viene oggi educato affinché possa emulare il padre. Nel video, le foto dei due vengono affiancate per simboleggiare il passato e il futuro di al-Qaeda in Somalia. «A quattro anni di distanza da quell'attentato - spiega il capo degli «Shabab», Mukhtar Abu Zubeir, parlando in arabo - è ancora possibile vedere le conseguenze di quell'attentato a Baidoa. Quell'azione è stata alla base dell'offensiva che ci ha permesso di conquistare la città. Questo perché la strada verso la vittoria della nostra religione è lastricata dal sangue dei nostri martiri passati e di quelli che verranno».
FESTA E PROPAGANDA - La seconda parte del filmato si concentra invece sull'educazione imposta dai seguaci di Osama Bin Laden ai bambini somali. In particolare, viene mostrata una festa organizzata dal gruppo jihadista nei giorni scorsi a Mogadiscio a cui hanno preso parte i figli dei miliziani del gruppo uccisi in combattimento. Si tratta di un evento previsto dalla dottrina salafita islamica che tra il gioco, che si svolge sempre nei limiti della Sharia, e le gare di memorizzazione del Corano e di conoscenza dei principi islamici, offre un'occasione di indottrinamento dei più piccoli. L'obiettivo è quello di abituarli alla cultura e alla mentalità del jihad e del martirio. Come mostra il video, la festa si è tenuta in un ambiente ameno, ovvero in una sala addobbata con uno striscione con case colorate e prati verdi, mentre sul tavolo degli organizzatori appaiono led luminosi.
«FATE COME I VOSTRI PADRI» - A introdurre e gestire la manifestazione ci sono lo sceicco Ali Mahmoud Raji, portavoce degli «Shabab», e Abu Mansur al-Amriki, il cittadino statunitense che figura tra i capi di al-Qaeda in Somalia e che da diversi anni si occupa dell'addestramento delle nuove leve per conto della formazione armata. «Dovete sforzarvi di imparare i principi della religione islamica - afferma Raji - in modo da fare come i vostri padri che hanno innalzato la bandiera dell'Islam». Sedute in fondo alla sala ci sono le mogli dei kamikaze, tutte vestite di nero e con il volto coperto dal niqab, mentre al loro fianco ci sono decine di bambini dai 3 ai 7 anni che prendono parte alla gara nella speranza di ricevere uno dei premi posti su un tavolo all'ingresso. Sono in palio giochi, come palle e macchinine, ma anche pistole e fucili giocattolo per abituarsi a combattere.
IL QUIZ SULL'ISLAM - Il gioco prevede che il presentatore dell'evento, il cui volto viene oscurato nel video per motivi di sicurezza, ponga alcune domande ai bambini. Alcuni esempi: «Qual è il mese nel quale si digiuna? Quali sono i principi dell'Islam?». I piccoli, divisi in squadre, rispondono subito. Le domande iniziano a essere più difficili quando bisogna riconoscere le foto di alcuni personaggi storici di Al Qaeda. A richiedere maggiore sforzo è stato individuare la foto del defunto capo di Al-Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi, mentre i bambini hanno subito riconosciuto Moallim Adam Haashi Ayrow, leader locale del gruppo terroristico ucciso in un raid aereo americano nel maggio del 2008. Come i loro padri, anche i bambini festeggiano la vittoria della gara gridando ''Allah e' grande'' e attendono felici la consegna dei regali. La festa si e' conclusa con una merenda e con i piccoli che scandivano canti islamici innalzando la bandiera nera di Al-Qaeda e le pistole giocattolo. «Purtroppo sono molti i bambini che vengono addestrati dagli Shabab - spiega il direttore della radio Shabelle di Mogadiscio, Hasan Osman, ad Adnkronos International -. Da quando i combattimenti nella capitale sono diventati piu' cruenti e hanno deciso di avanzare per conquistare la città, i miliziani islamici si sono concentrati sull'educazione dei bambini al combattimento. Ieri sera e questa mattina sono ripresi i combattimenti in città tra ribelli e governo transitorio e abbiamo visto ragazzi di 14 anni combattere tra le fila dei Giovani Mujahidin».
L'ORA DI JIHAD A SCUOLA - I Giovani Mujahidin somali, gruppo legatio ad Al Qaeda e che assunto il controllo di quasi tutte le province meridionali della Somalia, hanno deciso di introdurre l'ora di jihad a scuola. Secondo quanto rivela il preside di un istituto di Jowhar, città a nord di Mogadiscio, al sito saudita 'Aafaq', i cosiddetti «Shabab» gli hanno inviato una circolare nella quale si legge che «all'interno delle scuole controllate dal movimento islamico e' stato reso obbligatorio l'insegnamento del jihad come disciplina di studio». Solo ieri alcuni insegnanti della zona avevano denunciato che gli «Shabab» avrebbero vietato l'uso della campanella nelle scuole del paese in quanto «troppo simile a quello delle campane delle chiese cristiane». Oggi, invece, alcuni forum jihadisti in Internet hanno pubblicato le foto delle apparecchiature sequestrate ai giornalisti del servizio somalo della Bbc, tra cui un ripetitore, una parabola e diversi registratori, ai quali è proibito operare nel paese in quanto diffusori «della propaganda cristiana e occidentale».
Hamza Boccolini
1 commenti:
Trovo gli articoli molto interessanti,complimenti!
Alessandra
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