Ankara obbliga l’Unione europea a garantire il suo ingresso nell’Ue in cambio dell’assenso alla nomina del primo ministro danese, Anders Fogh Rasmussen (nella foto), a segretario generale della Nato. Una decisione questa perseguita strenuamente anche da Washington. La Turchia avrebbe ricevuto così la promessa di un’accelerazione per due capitoli, che sono in corso di negoziato nell’ambito del processo di adesione all’Ue. La notizia è stata riportata ieri dal quotidiano statunitense International Herald Tribune. La nomina di Rasmussen, da parte di Ankara, si avrebbe in cambio dell’impegno europeo a sbloccare gradualmente i capitoli congelati dei negoziati di adesione, a ritmo di due per ogni nuovo semestre di presidenza dell’Unione europea.Otto capitoli dei negoziati di adesione sono infatti congelati a causa del persistente rifiuto della Turchia di firmare il “Protocollo di Ankara” che normalizzerebbe le relazioni commerciali con Cipro, assimilandole a quelle in corso con il resto dell’Ue. Secondo fonti diplomatiche dell’Unione, raccolte in margine al vertice Nato che sabato scorso ha nominato Rasmussen anche con il consenso della Turchia, che si era prima opposta, Ankara avrebbe ricevuto rassicurazioni su sei posti all’interno dell’Alleanza, il più importante dei quali sarebbe un vice del vice segretario generale, oggi espresso dall’Italia. Altre fonti, citate dall’Herald Tribune, aggiungono tra gli elementi che hanno favorito l’accordo anche la promesse di uno sblocco di due capitoli di adesione alla Ue. Secca la smentita degli ambienti diplomatici Ue sull’ipotesi avanzata dal giornale nordamericano. “L’Unione europea e la Nato sono due organizzazioni ben distinte e non c’è nessun legame tra il processo di adesione all’Ue e gli accordi in sede Nato”, ha osservato la portavoce, Christiane Hohmann, non confermando questa notizia. Durante il briefing quotidiano della commissione, rispondendo ai cronisti, la portavoce ha risposto di “non poter confermare” l’ipotesi secondo cui Ankara avrebbe accettato la nomina del danese a segretario generale della Nato in cambio dell’impegno europeo a sbloccare gradualmente i capitoli congelati dei negoziati di adesione. “Non posso confermarlo perchè queste sono decisioni che competono al Consiglio Ue, e io non ne sono informata”, ha chiosato la portavoce.A conferma delle spinte filo-turche per l’ingresso di Ankara nell’Unione sono giunte ancora una volta ieri le dichiarazioni del presidente Usa, Barack Obama, in un discorso davanti al parlamento turco, che ha sottolineato come gli Stati Uniti “sostengono fortemente” l’ingresso della Turchia nell’Unione europea. Obama aveva già esposto le posizioni degli Usa sulla questione sabato scorso durante il vertice Ue-Usa di Praga, provocando un’immediata risposta del presidente francese, Nicolas Sarkozy, che ha ripetuto la sua opposizione all’ingresso della Turchia, ribadita ieri anche dal cancelliere tedesco, Angela Merkel. E per dimostrare poi che il lupo perde il pelo ma non il vizio, l’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato ancora una volta, come se ve ne fosse bisogno, la prospettiva di superpoliziotto globale degli Usa e della Nato. Gli Stati Uniti, anche attraverso la Nato, sosterranno la Turchia nella sua lotta contro i separatisti del Pkk, il ‘Partito dei lavoratori del Kurdistan’ che Turchia, Stati Uniti e Unione Europea considerano un’organizzazione terroristica. Ad affermarlo è stato oggi il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante il suo discorso davanti all’Assemblea Nazionale turca.
Dal blog Fatti d'europa.

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