sabato 4 aprile 2009

Afghanistan

I diritti delle donne a rischio. Karzai fa marcia indietro sulla legge che legalizza gli stupri coniugali. Dopo le proteste internazionali il presidente afghano si dice pronto a rivedere la controversa legge

MILANO - Il presidente afghano Hamid Karzai ha ordinato un' urgente revisione della legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio e proibisce alle donne uscire senza il permesso del marito. Una legge che è stata definita «talebana» dagli attivisti per i diritti umani e ha provocato forti proteste da parte dell'Onu e della comunità internazionale. Pur annunciando la modifica della legge, Karzai ha affermato in una conferenza stampa a Kabul che «Le preoccupazioni dei nostri alleati e della comunità internazionale sono comprensibili, ma possono essere dovuti a una traduzione imprecisa o a un'errata interpretazione della legge». I critici hanno affermato che il presidente Karzai ha firmato in fretta la legge allo scopo di garantirsi l'incerto voto della comunità sciita - determinate per la vittoria - nelle cruciali elezioni del 20 agosto.

LE PROTESTE - La decisione segue le pressioni internazionali e le dichiarazioni di Jaap de Hoop Scheffer, ex-segretario generale della Nato, che in un'intervista di venerdì alla BBC aveva espresso la sua preoccupazione per l'approvazione della legge affermando che non è possibile giustificare presso l'opinione pubblica occidentale, che truppe straniere muoiano in difesa dei diritti umani in Afghanistan, quando questi diritti vengono violati dalle stesse leggi in vigore nel paese. In reazione alle critiche internazionali, Karzai ha quindi ordinato al ministro della giustizia di rivedere la legge, che riguarda il diritto di famiglia interno della comunità sciita afghana, minoritaria nel paese, con circa il 10% della popolazione. Il presidente ha garantito che se la legge contiene elementi contrari alla costituzione afghana o alla Sharia (la legge islamica) «verranno prese delle misure e dopo aver consultato gli ulema il provvedimento sarà rinviato in Parlamento». Sabato il primo ministro inglese Gordon Brown ha discusso della questione in una telefonata al presidente Karzai, esprimendo la sua «preoccupazione» riguardo alla legge . Anche il ministro degli esteri italiano Frattini ha condannato la legge e il presidente francese Sarkozy ha dichiarato al summit della Nato che "non transigeremo su questo: chiediamo una nuova delibera del parlamento che si conformi alla costituzione afgana". Tra i più severi anche il presidente americano Barck Obama che aveva chiesto a Karzai di ritirarla.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per farci passare per scemi usano la solita scusa: errore di traduzione o errata interpretazione del testo.
Ulteriore insulto alla nostra intelligenza: saranno consultati gli ulema.

eudora

Elly ha detto...

Ciao Eudora, benvenuta. Bhe, si come al solito si tratta solo di qui pro quo... ma la cosa triste è che Karzai "si dice pronto a rivedere la legge", quando sapeva benissimo che uno schifo simile non avrebbe dovuto manco essere pensato.