mercoledì 15 febbraio 2012

Passera e la recessione


MILANO - L'Italia in recessione? «È un fatto», ma i dati sul Pil in profondo rosso nel quarto trimestre del 2011 non sono una sorpresa per il governo e anzi erano ampiamente attesi: «Sono una conferma di quanto ampiamente previsto e del fatto che proprio da lì dovevamo partire, come abbiamo fatto, con riforme e interventi strutturali». La frenata Pil, dice Corrado Passera, «ci spinge ad andare avanti con grande determinazione: un' iniziativa al mese per rimettere il Paese in condizione di reagire». Perchè il problema, osserva il ministro dello Sviluppo, è che «nel 2011, di nuovo, l'Italia è cresciuta un terzo della media europea secondo i dati preliminari dell'Istat che mostrano un modesto +0,4% contro il +1,5% dell' eurozona». Le incertezze che ancora gravano sul 2012 - anno in cui alcuni istituti internazionali vedono nerissimo per l'Italia (-2,2% la previsione del Fmi) - invitano alla prudenza e tuttavia Passera resta fiducioso «un ottimismo che viene dal consenso del Parlamento e dell'opinione pubblica, questa è la grande spinta».

IL PIANO PER LA CRESCITA - «Messi i conti in sicurezza» il rigore va ora accompagnato «da un'insieme di iniziative per la crescita». Un piano in parte già avviato e che, al netto di liberalizzazioni e riforma del Lavoro che, nell'ordine, prenderanno il largo entro marzo, prevede almeno sei-sette capitoli: «Infrastrutture, competitività e internazionalizzazione delle imprese, innovazione, costo e disponibilità del credito, costi dell' energia, semplificazione». Sulla modernizzazione delle infrastrutture è in corso una forte accelerazione con l'impegno a sbloccare opere per 60 miliardi entro quest'anno: «Una messa in moto oltre le aspettative, un passaggio fondamentale per la competitività del Paese».

Paola Pica

3 commenti:

samuela ha detto...

Che figlio di....Infrastrutture certo...In Lombardia Banca Intesa ha le mani in tutti i progetti folli di autostrade perfettamente inutili che ammazzeranno definitivamente l'agricoltura e la vita della regione. Quando saremo come la Grecia mangeremo fette di asfalto. Politica da quinto mondo quale siamo.

Josh ha detto...

quoto da Samuela:

"In Lombardia Banca Intesa ha le mani in tutti i progetti folli di autostrade perfettamente inutili che ammazzeranno definitivamente l'agricoltura e la vita della regione."

mica solo in Lombardia: lessi un documento controfirmato da banche, rothschild, costruttori che al momento non saprei dove cercare ma è reale,
che mirava, attraverso Tav, autostrade, trafori e strafori, a trasformare tutta la pianura padana, comprese emilia romagna, lombardia, veneto e tutte le limitrofe,
in una gigantesca invivibile base di snodi strade, snodi ferroviari (più di ora) sopprimendo completamente la poca agricoltura e pastorizia rimaste, e anche le pmi locali.

La nuova "zona" sarà solo un incrocio per scambi che collegherà il Nord Europa e l'Africa, cioè Nord e Sud del mondo.

Il resto d'Italia, che casualmente si trova, (ma veh), proprio lì intorno per il lungo, altro non sarà che un "corridoio di popoli".

A mio avviso lo vediamo già, ma se scopri che c'è un piano ultradecennale in questo senso, ti si spiegano molte cose, molti perchè.

Tutto questo ovviamente non per i residenti, di cui non gli infischia nulla, ma per il Mercato.

Per il resto, saremo solo un corridoio di passaggio e la zona detta uno scalo merci (a controllo internazionale, quindi estero) tra Continenti, del tutto disumanizzato.

samuela ha detto...

Eh, io mi attengo a ciò che subisco di prima mano. Avevo letto già di questo bel progetto per noi, ma non riesco a trovare informazioni dettagliate. Comunque ricordo che la Francia ha blindato più dell'80% del suo territorio agricolo. Perderemo territorio, aria, animali, noi, il granaio d'Europa e saremo obbligati ad elemosinare pezzi di pane e briosches. Niente è casuale.