venerdì 24 febbraio 2012
Civili risorse
Rischiava di finire come Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa dal padre nel 2006 perché fidanzata con un italiano. Così nonostante le proteste una 23enne da 12 anni residente nell'hinterland milanese ha accettato di sposare un connazionale, figlio di un amico del padre, che aveva visto solo in foto. Il ragazzo, 25 anni, dopo il matrimonio si è trasferito in Italia e la coppia è rimasta per cinque anni nella casa dei suoceri. Eppure si era lamentato perché doveva costringerla ad avere rapporti sessuali, tanto che il padre l’ha ripetutamente picchiata e chiusa in casa per impedirle di avere contatti gli amici italiani. Per questo i due (marito e padre della giovane) sono stati arrestati con l’accusa di violenza. A salvarla dalla segregazione sarebbe stato un 23enne italiano che il 31 ottobre 2011 ha raccolto sotto casa sua un bigliettino con una richiesta d’aiuto. Il ragazzo ha così aiutato l’amica a fuggire e l'ha accompagnata a sporgere denuncia. Delle violenze, inoltre, sarebbero a conoscenza tutta la famiglia pachistana.
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