venerdì 3 febbraio 2012

La distruzione continua...


ROMA - È una rivoluzione annunciata. Un riordino complessivo dei permessi di soggiorno, che acceleri le pratiche per gli immigrati e ne contenga i costi. A parlarne è la responsabile del Viminale, anche in vista della revisione della stangata Maroni-Tremonti.

Una tassa da rivedere. A dare l'annuncio il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, alla commissione Affari Costituzionali della Camera. Lo spunto per "rivoluzionare" la materia viene dal decreto Maroni-Tremonti entrato in vigore lunedì scorso. Un provvedimento che introduce una tassa - tra 80 e 200 euro a secondo del tipo di permesso - per gli immigrati che intendono richiedere il rinnovo o rilascio dei documenti. Il balzello si va ad aggiungere alle altre spese della pratica: 27,50 euro per il rilascio del permesso elettronico, 30 euro per il servizio delle Poste e una marca da bollo da 14,62 euro.

Un nuovo documento di soggiorno. Il ministro dell'Interno ha preferito mettere mano all'intero capitolo dei permessi di soggiorno, senza limitarsi a intervenire sulla nuova tassa (il cui mancato introito potrebbe peraltro configurarsi come danno erariale da parte della Corte dei Conti). Gli uffici del Viminale stanno così lavorando al documento di soggiorno "2.0" che dovrebbe vedere la luce, ha sottolineato la Cancellieri, "nel giro di una o due settimane".

La rivoluzione dei permessi. "La norma che stiamo mettendo a punto - ha assicurato il ministro - rivoluzionerà completamente il sistema dei permessi". Si tratta, ha proseguito, di un "riordino complessivo", di una "semplificazione che porterà dei cambiamenti che poi si rifletteranno anche sull'aspetto economico" e, quindi, sulla nuova tassa di soggiorno.

Più veloci nelle cittadinanze. Il titolare del Viminale punta anche ad accelerare i tempi sulla cittadinanza (oggi la pratica arriva a durare anche 2 anni). - ha osservato - una questione di civiltà giuridica. E per questo ho dato impulso alla costituzione di un gruppo operativo per l'individuazione di misure organizzative che consentano una significativa contrazione dei tempi". Negli ultimi anni, dal 2006 al 2010 c'è stato un aumento del 130% nella presentazione delle domande di cittadinanza, passate da 30.573 a 70.358.

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