martedì 14 febbraio 2012

La sostituzione in atto (da tempo immemore)

... e i costi del lavoro si abbassano, si abbassano, si abbassano.

Un commento: "Come avevo già avuto modo di scrivere tanto tempo fa, parlo di anni fa, il sospetto alla liberalizzazione dell'immigrazione selvaggia di tanti poveri era solo, come si legge chiaramente da questo articolo, per fare abbassare i costi del lavoro togliendo pane dalla bocca degli italiani. Spero che ora i "compagni" e i buonisti siano contenti dall'avere perso lavori e denaro sia loro che agli altri concittadini italiani, quelli veri, che loro hanno tradito, grazie alla loro idiozia ideologica che farebbero bene a mettersela là dove sanno".


Il lavoro fisso? C'è, ma lo accettano solo gli stranieri. Alla faccia della montonia e del conseguente dibattito, il lavoro a tempo indeterminato in Italia si trova. Ma a condizioni che non tutti sono disposti a tollerare. Nel primo semestre del 2011 la fondazione Leone Moressa ha confrontato la struttura occupazionale straniera con quella italiana in età tra i 15 e i 30 anni. E' emerso un dato molto interessante: il tanto agognato posto fisso non è dei giovani italiani, ma degli immigrati che sono, tuttavia, pagati di meno e lavorano in fasce orarie più disagiate. Secondo il rapporto sulla coesione sociale realizzato dall'Inps, dal ministero del Lavoro e dall'Istat, nella prima metà del 2011 solo il 19% dei nuovi assunti ha un contratto a tempo indeterminato. "Il 67,7% delle assunzioni - si legge nello studio pubblicato oggi - è stato formalizzato con contratti a tempo determinato, il 19% con contratti a tempo indeterminato e l’8,6% con contratti di collaborazione". La sinistra si indigna, i sindacati si infuriano e la riforma del mercato del lavoro rischia di naufragare nell'ideologia rossa. Il presidente del Consiglio Mario Monti e il titolare del Viminale Anna Maria Cancellieri hanno invitato i giovani lavoratori a cambiare modo di pensare, a non fare del posto fosso un vero e proprio totem e a muoversi per crescere nel mercato del lavoro. Un mercato che in Italia risente dell'immobilismo dettato da normative vetuste e antiliberali. Il governo è stato subito condannato dai sindacati, strenui difensori dello status quo. Eppure i dati dimostrano che il lavoro c'è, ma che in un momento di crisi economica come quello che sta vivendo l'Europa ha bisogno di flessibilità. Non solo nel contratto.

Secondo l'analisi della fondazione Leone Moressa, la precarietà sfiora soltanto gli stranieri che sono inquadrati con contratti più stabili rispetto ai coetanei italiani: lavorano di più ma sono pagati di meno. Gli extracomunitari "sono disposti a lavorare in orari più disagiati (specie di sera), svolgono mansioni non adeguate al proprio titolo di studio (sono cioè sottoinquadrati), in prevalenza operai, e se disoccupati trovano lavoro prima". Diamo un'occhiata alle percentuali: il 44,5% dei giovani stranieri è occupato e il 17,2% disoccupato contro, rispettivamente, il 32,5% e il 20,4% degli italiani. Per quanto riguarda la struttura occupazionale, gli stranieri sono inquadrati più degli italiani con contratti di lavoro stabili: ogni cento stranieri occupati, solo 26 hanno un contratto di lavoro atipico (a tempo determinato o di collaborazione), 33 per gli italiani. Insomma, il contratto a tempo indeterminato è più frequente tra gli stranieri: 64% contro il 53,3%.  Secondo la fondazione, "la necessità di avere un lavoro per rinnovare il permesso di soggiorno, la mancanza di sostegno da parte della rete parentale e il disagio economico portano i giovani stranieri ad affacciarsi prima degli italiani nel mercato del lavoro, accettando stipendi più bassi ma sicuri, mansioni meno qualificate e lavori in orari anche disagiati". Gli stranieri sono per oltre l’80% operai e guadagnano 939 euro netti al mese, circa 70 in meno rispetto agli italiani. E ancora: il 64,4% ha professioni di media specializzazione e il 30% ha professioni non qualificate. Gli immigrati mostrano, infatti, un livello di scolarizzazione più basso, ma rimangono comunque senza lavoro molto meno rispetto agli italiani. In linea generale, insomma, la fondazione Leone Moressa assicura che gli immigrati possono "contare su contratti più stabili, soddisfacendo ad una domanda di lavoro dal basso profilo che continua ad essere espressa dal sistema produttivo, economico e sociale".

11 commenti:

samuela ha detto...

Ieri mattina mi ritrovo al telefono con una ad una stazione di noleggio in un areoporto -lavoro atroce che nessuna italiana vorrebbe fare eh- e mi ritrovo con una rumena o polacca che non solo non parla l'italiano a menadito come vorrebbe la vulgata sugli europei dell'est, ma è pure palesemente rincoglionita. Cosa ci fa lì?
Per non parlare dei cinesini Telecom. Io butto giù il telefono prima che finiscano "c'è il titolale della linea per favole".

Eleonora ha detto...

Eh, stavo appunto per dirti degli operatori dei call center e non si capisce un cazzo di quello che dicono. Se buttavo giù il telefono prima, figurati adesso. Quanti ne saranno rimasti di italici? Pensa che io ho mandato il mio modesto cucciculum anche a quelli. Hai visto una risposta? Mai.

Nico ha detto...

Allora non è un'impressione solo mia questa dei non-italici che hanno invaso i call center!! Ma che non andiamo bene più nemmeno per quelli? Qui a Roma c'è un fenomeno assurdo, sul quale mi piacerebbe scrivere prima o poi un post: i pullman a due piani che ti fanno fare il giro della città sono messi in mano ai cingalesi: li vedi alle varie fermate, distribuire i volantini pubblicitari, smistare i turisti e NON sapere cosa rispondere quando questi chiedono informazioni. Inoltre, ma pare sia un optional, non parlano italiano. Ora io vorrei sapere chi cavolo ce li ha messi lì! Tutti cingalesi, non vedi un italiano! Ve l'immaginate un tedesco che arriva a Roma, chiede info al tipo pensando che quello sappia, e si trova davanti uno che non parla nessuna lingua comprensibile e che se gli dici "Colosseo" non sa manco che è? E non mi venissero a dire che quello sia un lavoro che gli indigeni non vogliono fare...

Josh ha detto...

Lasciamo stare, dato il nervoso che fanno venire queste notizie, o scriverei cose ...molto poco correct.
Non c'è dubbio che gli extra abbiano lavori con contratti a tempo indeterminato, dati a loro solo perchè extra, e non perchè "si sono accontentati" (questi vantaggi vanno a sommarsi anche nella concessione facile per loro di case ad affitto ultracalmierato, o tasse zero per attività extra per i primi anni e simili).

A noi si preferisce lasciarci fuori dal lavoro o dalla casa, o a consumare direttamente le risorse familiari per anni; noi tra l'altro non è che non ci accontentiamo (i lavori che gli italiani non vorrebbero più fare) ma prima non siamo mai qualificati abbastanza, e dopo se siamo qualificati siamo troppo "vecchi" per qualunque lavoro (il che è pazzesco visto che ora dobbiamo lavorare per 42 anni di contributi, quindi in certi casi, tra buchi contributivi e altro, fino a 80 anni magari). Aggiungo che quindi, per noi il lavoro no, e la pensione, abbiamo saputo, nemmeno quando sarà ora.
In compenso alcuni extra arrivati qui col ricongiungimento familiare, se over 65, percepiscono miracolosamente una pensione, dall'Italia, pur senza mai avere versato il becco di una lira o euro.

Cmq l'istituto di statistica vedo che prende campioni di ggiovani dai 15 ai 30 anni: per legge in Italia l'obbligo scolastico è fino ai 18 anni.
Per cui chi lavora dai 15 ai 18 si trova in una situazione tipo lavoro minorile, potenzialmente illegale, con qualunque contratto, perchè dai 15 ai 18 dovrebbero essere ancora anni dedicati allo studio.
Ma indubbiamente non servono, è più utile uscire dall'Italia, farsi un passaporto estero, e dopo qualche mese ritornare in Italia con nome magari slavo o arabo, e il posto a tempo indeterminato sarà servito.

Josh ha detto...

poi come sapete, da tempo Monti, Fornero, Cancellieri & co continuano a dire che dobbiamo rinunciare all'idea di posto fisso,
per fare 1 ora qui, una là, un mese sì e 8 no, meglio se lontano da casa.

Del resto, al più presto, quale casa?

Non escluderei nemmeno che presto di cominci a dire:

gli italiani non hanno il posto a tempo indeterminato perchè non vogliono lavorare.

Eleonora ha detto...

Nico, li ho visti l'ultima volta che sono stata a roma. uno di loro mi ha messo la bruchure in mano e gli dicevo che non mi interessava. o faceva finta di non capire o non capiva la mia lingua. fattostà che gli ho ridato la sua bruchure.

Josh, ti dico questa. Tempo fa (quando ancora ero iscritta e sottolineo per qualsiasi lavoro) mi chiamò l'ufficio del lavoro dicendomi se ero disponibile per 3 mesi ad inscatolare calzature in una una piccola azienda. Dissi di si e mi presentai la mattina dopo dal datore di lavoro per accordarci sull'assunzione. Mi mostrò l'azienda, il lavoro che dovevo fare (stupidissimo in realtà e manco pesante). Gli dissi, ok allora domattina alle 8 sono qui coi documenti. E lo vedo che cincischia. Gli chiedo quale fosse il problema e mi fa, eh, ma se hai scatolato calzature per meno di un anno, bhe, allora non sei abbastanza qualificata. In ogni caso, ti chiamo. Non s'è fatto più vivo. Nel mentre mi portava a fare il giretto all'interno dell'azienda, ho notato che di italiani ce n'erano al massimo cinque. Le donne erano TUTTE straniere. Fai le dovute conclusioni.

Maria Luisa ha detto...

Globalizzazione: medici stranieri aumentati del 30%
www.doctor33.it

Globalizzazione: medici stranieri aumentati del 30%
www.doctor33.it

http://www.doctor33.it/amsi-appello-per-gli-studenti-stranieri-di-medicina/politica-e-sanita/news-36938.html#.Tzyw1McZIb8.facebook


L'appello è stato vinto e ci stanno sostituendo pure qui.Il numero chiuso ha medicina ha provocato un calo di medici che si noterà dal 2015, già ora non ci sono pediatri a sufficienza.
Maria Luisa

Maria Luisa ha detto...

ho messo 2 volte il medesimo link, mi correggo:
http://www.doctor33.it/in-italia-molti-medici-stranieri-ginecologi-e-pediatri-in-testa/pediatria/ctn-37810.html#.Tzy7Z3aG-1w.facebook.

Se noti sono gli studenti islamici che fanno più "tetano", d'altra parte anche ai miei tempi erano gli unici che rimanevano in Italia, gli Israeliani si davano da fare per avere una media alta e poter tornare in patri dopo il secondo anno.Ma te li immagini dei ginecologi mussulmani osservanti o chirirghi che devono pregare a orario prestabilito?.
Maria Luisa Tampieri

Eleonora ha detto...

Maria Luisa, il medico che sostituisce la mia dottoressa, è siriano e, sicuramente, quando la mia dottoressa andrà in pensione, lui prenderà il suo posto. Ma forse, di arabo quel medico non ha proprio niente. E' cattolico e non ama gli arabi musulmani, pensa te.

Oh, si che me li immagino i musulmani maschi medici che operano o guardano solo maschi e donne musulmane medico che operano o guardano solo femmine. >.<

Maria Luisa ha detto...

che brutto mondo si prospetta per i miei figli!

Eleonora ha detto...

E che magari meritano più di chiunque altro. Si, è tristissimo. Davvero e fa rabbia nera.