venerdì 29 gennaio 2010

Con buona pace di tutti...

Immigrazione: il Senato discute sanatoria ai lavoratori in nero di Marco Ludovico

Sanatoria per gli immigrati irregolari che lavorano in nero. Lo prevede il testo del disegno di legge comunitaria, in discussione in aula al Senato. È una norma di delega al governo, nata all’inizio da un emendamento di opposizione e poi recepita nel testo approvato dalla commissione e proposto all’aula, con l’intesa dunque del ministro Andrea Ronchi, titolare del dicastero per le politiche europee. La disposizione, in sé, è dirompente: stabilisce - senza distinguere tra colf, badanti o lavoratori di specifici settori - che, a seguito di dichiarazione-denuncia del datore di lavoro, al lavoratore immigrato assunto in modo irregolare "venga concesso un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro, trascorso il quale" aggiunge la norma quasi per cautelarsi "si potrà procedere all’espulsione". L’obiettivo è quello di contrastare il lavoro nero e il caporalato. Occorre perciò "introdurre meccanismi atti a facilitare la possibile denuncia dello sfruttamento lavorativo o delle condizioni di irregolarità del rapporto di lavoro". Il fine non si discute, ma la soluzione a sorpresa adottata per ora dal Senato è il rilascio del permesso di soggiorno (temporaneo) e alcuni incentivi agli imprenditori illegali. Infatti, alla lettera e) dell’articolo 48 del disegno di legge sulla comunitaria, che l’aula sta esaminando, si prevede la "non applicazione delle sanzioni a carico di quei datori di lavoro che scelgano di autodenunciarsi e siano disposti a regolarizzare la posizione dei lavoratori impiegati clandestinamente". Dopo lo sfruttamento, dunque, niente sanzioni. Però, dice il testo, gli imprenditori che avevano assunto in nero e decidono di autodenunciarsi e mettersi in regola devono "corrispondere" agli immigrati sfruttati "le retribuzioni e i contributi arretrati che sarebbero stati dovuti in caso di assunzione irregolare". Un testo, quest’ultimo, che a un lettore inconsapevole della provenienza potrebbe sembrare scritto da Paolo Ferrero, portavoce della Federazione della Sinistra, e non dalla commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, a maggioranza di centro-destra. Anche perché la lettera f) aggiunge che occorre "verificare la possibile estensione delle norme contro il lavoro nero extracomunitario anche al lavoro nero nazionale qualora tali norme - sottolinea l’articolo - risultassero più favorevoli alla parte contrattuale più debole". Il tenore di queste disposizioni sembra risuonare echi di posizioni politiche trasversali, come quelle sulla cittadinanza agli immigrati, assunte dall’opposizione e sostenute dalla parte della maggioranza che si rifà al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Di certo, queste norme sull’immigrazione sono clamorose: il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha detto più volte che non intende fare più alcun genere di sanatoria. In realtà fonti qualificate del Viminale affermano che il ministero dell’Interno non è stato affatto coinvolto o informato di questa operazione. E se è così, potrebbe aprirsi un altro problema politico all’interno della maggioranza, fatto quanto mai singolare durante la campagna elettorale delle regionali. Va anche detto che si tratta di una norma di legge delega: per diventare operativa ha bisogno di un decreto delegato di attuazione, emanato dal governo. Dunque la palla torna in mano ai ministeri interessati. Ma intanto il segnale è stato lanciato: sembra difficile che la Lega non scenda in guerra contro queste novità e si scateni un’altra bagarre nella maggioranza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma si puo sapere chi governa in UE?Il parlamento europeo o le lobbies mondialiste? (Domanda retorica ovviamente..)
Comunque sapevo che era stata fermata in extremis questa roba, che è successo?

personaacaso

Eleonora ha detto...

Ah, non saprei, io lo scopro solo adesso...

demiurgo77 ha detto...

Se il permesso di soggiorno sarà temporaneo e se conseguirà escluisavamente dopo l'autodenuncia del datore e la verifica dell'effettivo rapporto di lavoro e, per finire, se, una volta scaduto il permesso temporaneo, si procederà ad effettiva espulsione, un simile disegno potrebbe avere degli effetti più virtuosi di molte parole, seguite da molti sforzi votati all'insuccesso. La premessa è che, in Italia, gli irregolari sono già presenti in numero colossale e, sperando che i cancelli sul Mediterraneo restino chiusi per qualche tempo, non dovrebbero aumentare più con i ritmi dei tempi che furono.
In primo luogo, questo progetto permetterebbe di far emergere finalmente la reale esigenza di forza lavoro extracomunitario, andando a bollare, per differenza, come mero schiavismo opportunista quello dei datori che non facessero outing; in secondo luogo, abbatterebbe finalmente l'ipocrita bugia degli italiani che non son più disposti a fare certi mestieri, costringendo i denuncianti alla regolaizzazione fiscale dei lavoratori emersi e vanificando la reale convenienza del lavoratore (stupido schiavo) extracomunitario (alla luce di questa considerazione, già si capisce che il provvedimento avrà molto poco successo e, misteriosamente, in Italia risulteranno molti meno stranieri del previsto); in terzo luogo, l'apparente vantaggio per l'extracomunitario dichiarato si tramuterebbe in una delazione degli irregolari che, una volta emersi dall'ombra, sarebbero irrimediabilmente tracciati. Con tutti i pro e i contro e le avvertenze del caso, sarebbe come mettere una bella trappola per topi in una casa infestata: non li piglierà tutti, ma ne farà uscire molti allo scoperto! E,non dimentichiamo: per ogni extracomunitario clandestino, assunto in nero, il sistema sanitario nazionale spende un patrimonio senza che il fisco, l'inps e l'inail percepiscano un soldo tra tasse e contributi!