venerdì 8 gennaio 2010

L'arte di raccontare puttanate

Rosarno, Saviano: "Gli africani si ribellano alla mafia"

ROMA - Roberto Saviano, l'autore di 'Gomorra', scende in campo al fianco dei migranti di Rosarno. Cosi' legge le violenze scoppiate nella cittadina in provincia di Reggio Calabria: "Gli immigrati sembrano avere un coraggio contro le mafie che gli italiani hanno perso poiche' per loro contrastare le organizzazioni criminali e' questione di vita o di morte". Secondo Saviano, "sarebbe un errore criminalizzarli adesso perche' si corre il rischio di spingerli nelle mani dei criminali".

3 commenti:

demiurgo77 ha detto...

Aspetta solo che l'aria di Rosarno arrivi fino alla Vetta d'Italia e poi vedrai che mafia gli fanno i cittadini italiani ai vari Saviani predicatori!
Quando forconi, bastoni e sassi vengono impugnati da un popolo intero, si esce dalla logica del reato e si plana elegantemente in quella della rivoluzione! Come quando si alza il vento: lontano spazzerà i figli del tradimento...

Polìscor ha detto...

Beh, in questo caso l'analisi di Saviano non mi pare tanto lontana dalla realtà: di fatto, Rosarno è la capitale (con Gioia Tauro) della 'ndrangheta calabrese e gli immigrati è noto che vengono portati a lavorare là alle dipendenze della criminalità organizzata, che li sfrutta nel più classico dei racket.
Lasciando da parte considerazioni circa le modalità della protesta (a mio parere se solo sporchi un muro ti meriti una manganellata sui denti, figuramoci se metti a ferro e fuoco un intero centro abitato!), l'immagine dell'immigrato che "combatte la mafia" con modalità di certo più spontanee e genuine di come sembra fare certe volte lo Stato non è proprio campata per aria.
Certo, è un argomento populista tipico del personaggio Saviano (un pupazzo, da questo punto di vista): la criminalità organizzata non la combatti veramente a colpi di pneumatici incendiati. Ma di più, da lui, non possiamo attenderci.

demiurgo77 ha detto...

Certo Poliscor. Condivido in pieno la tua considerazione. Il fatto è che le manovre alla Saviano hanno un obbiettivo ulteriore. Semplificando, generalizzando, limando e omettendo, arrivano a instillare nell'immaginario collettivo l'equazione "rosarnesi furibondi stanno alla mafia come gli immigrati stanno alla lotta alla criminalità organizzata": è il manicheismo ideologico in virtù del quale gli abitanti di Rosarno devono subire qualsiasi cosa perchè, se si oppongono alla furia cieca degli immigrati, che combattono la mafia (sic), si trovano ipso facto dalla parte dei mafiosi. La logica è quella per cui il nemico del mio nemico è mio amico: senza valutare le reali motivazioni degli immigrati, spesso manovrati da organizzazioni in tutto simili a Cosa Nostra.
Questi machiavelletti da sofisti stanno facendo letteralmente saltare la mosca al naso degli italiani: esausti per uno Stato che usa i guanti di velluto con i criminali e guarda in cagnesco l'onesto cittadino che presenta il conto; snervati per la retorica terzomondista, mondialista e multiculturalista, in cui nessun uomo di buona volontà e intellettualmente onesto è più disposto a credere. Il corto circuito è sempre più vicino: il malcontento popolare non è il solito foruncolo dovuto all'abbuffata della sera prima. Sembra piuttosto equiparabile al dissesto idrogeologico calabrese: un accumulo di indifferenza che alla prima pioggia sfocerà in disastro. Non ci sarà costituzione che tenga: l'attuale ordinamento ne sarà travolto!