lunedì 25 gennaio 2010

Inglesi, un passo avanti...

Burqa: Londra si differenzia dalla posizione francese

Venerdì il governo britannico ha ribadito la sua scelta per la libera espressione delle credenze religiose in tema di abbigliamento nel Regno Unito, in particolare riguardo al velo islamico, che la Francia sta studiando di vietare nei luoghi pubblici. Dopo sei mesi di lavoro, infatti, una missione parlamentare francese dovrà presentare martedì un progetto di risoluzione su questo tema. “Il governo britannico non condivide la posizione della Francia sulla laicità”, precisano le autorità britanniche sul sito web di Downing Street in risposta a una petizione online. Quest’ultima chiedeva al Primo Ministro Gordon Brown di consentire alle donne musulmane di fare le proprie scelte su niqab o burqa, invece di opprimerle.Da notare che anche un’altra petizione “per sostenere la volontà di Sarkozy di vietare il velo,” con 54 firmatari, è presente sul sito web del primo ministro britannico. Conferma che tale argomento provochi dibattiti anche oltre Manica, c’è una terza petizione che vorrebbe fosse vietato a qualsiasi persona che indossi un pezzo di stoffa coprente il volto (e parte dell’ampiezza di visuale), di guidare un veicolo a motore, per motivi di sicurezza. Infine un’ altra petizione preme su Gordon Brown per vietare il burqa in luoghi pubblici. “In Inghilterra siamo a nostro agio di fronte all’espressione delle diverse convinzioni, sia che si indossi un turbante, il hijab, il crocifisso o la kippà. Questa diversità è una parte importante della nostra identità nazionale e uno dei nostri punti di forza“, ha precisato il governo. Egli ha sottolineato che “le esperienze culturali e storiche della Francia hanno portato ad una posizione diversa sulla laicità e il fatto di indossare i simboli religiosi”, facendo esplicito riferimento alla legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa. La laicità è considerata il secondo valore più importante della Repubblica [francese] per suffragio universale, ha osservato. “Il governo britannico comprende le inquietudini che accompagnano le restrizioni supplementari di indossare segni religiosi in Francia”, ma sottolinea che è problema della politica nazionale francese.

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