Il dipietrista Luigi De Magistris, abbandonato il rigore linguistico che la toga gli imponeva, si lascia andare e galoppando con l'immaginazione, descrive così il suo "lodo" ideale. «Forse sarebbe saggio che qualcuno proponesse veramente un Lodo, ma per salvare il paese da Berlusconi. Qualche idea me la sono fatta e in osservanza alla prassi inaugurata dal governo, lo chiamerei "Lodo de Magistris". Pochi punti da definire insieme e non serve nemmeno cambiare la Costituzione, perché approvato in sua difesa, e se anche ci fosse un referendum, credo passerebbe con grande consenso. La proposta di fondo è questa: garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze». Parole in libertà, che senza troppo girarci intorno mandano a quel tal paese il premier. Ovviamente in ossequio alla democrazia e al supremo bene della nazione. Si legge infatti sul blog dell'europarlamentare dell'Idv: «Non c'è trucco e non c'è inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile». Per De Magistris «carta e tv liberate potranno riprendere a fare il loro dovere: informare sui fatti, gli stessi che da anni cerca di occultare perseguitando i giornalisti anche se pongono solo domande, cioè fanno il loro mestiere, ovviamente quelli che sopravvivono all'infezione dell'autocensura preventiva» e il Parlamento «tornerebbe al proprio compito perché svincolato dalla sua agenda giudiziaria che oggi detta i temi, anzi il tema alle istituzioni: le necessità giudiziarie del fuggitivo da garantire prima di quelle degli italiani». «La magistratura - prosegue ancora - non più costretta agli assaliti quotidiani potrebbe dedicarsi senza timore alla missione che le spetta e le mafie non si sentirebbero più di poter spadroneggiare indisturbate. Per le casse dello Stato il guadagno sarebbe altissimo, per non parlare di quello dell'etica pubblica. Finito l'inquinamento di tutti gli ambiti economici e mediatici, il mercato finalmente alleggerito dalla cappa del suo conflitto di interessi, forse riprenderebbe a girare normalmente. E le somme ritrovate - propone De Magistris - anche con una lotta all'evasione certa, potrebbero essere investite nella formazione e nell'istruzione: una sorta di 8 per mille dell'antibelusconismo».
domenica 3 gennaio 2010
Lodo De Magistris
Il lodo democratico di De Magistris. "Berlusconi in esilio fuori dall'Italia"
Il dipietrista Luigi De Magistris, abbandonato il rigore linguistico che la toga gli imponeva, si lascia andare e galoppando con l'immaginazione, descrive così il suo "lodo" ideale. «Forse sarebbe saggio che qualcuno proponesse veramente un Lodo, ma per salvare il paese da Berlusconi. Qualche idea me la sono fatta e in osservanza alla prassi inaugurata dal governo, lo chiamerei "Lodo de Magistris". Pochi punti da definire insieme e non serve nemmeno cambiare la Costituzione, perché approvato in sua difesa, e se anche ci fosse un referendum, credo passerebbe con grande consenso. La proposta di fondo è questa: garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze». Parole in libertà, che senza troppo girarci intorno mandano a quel tal paese il premier. Ovviamente in ossequio alla democrazia e al supremo bene della nazione. Si legge infatti sul blog dell'europarlamentare dell'Idv: «Non c'è trucco e non c'è inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile». Per De Magistris «carta e tv liberate potranno riprendere a fare il loro dovere: informare sui fatti, gli stessi che da anni cerca di occultare perseguitando i giornalisti anche se pongono solo domande, cioè fanno il loro mestiere, ovviamente quelli che sopravvivono all'infezione dell'autocensura preventiva» e il Parlamento «tornerebbe al proprio compito perché svincolato dalla sua agenda giudiziaria che oggi detta i temi, anzi il tema alle istituzioni: le necessità giudiziarie del fuggitivo da garantire prima di quelle degli italiani». «La magistratura - prosegue ancora - non più costretta agli assaliti quotidiani potrebbe dedicarsi senza timore alla missione che le spetta e le mafie non si sentirebbero più di poter spadroneggiare indisturbate. Per le casse dello Stato il guadagno sarebbe altissimo, per non parlare di quello dell'etica pubblica. Finito l'inquinamento di tutti gli ambiti economici e mediatici, il mercato finalmente alleggerito dalla cappa del suo conflitto di interessi, forse riprenderebbe a girare normalmente. E le somme ritrovate - propone De Magistris - anche con una lotta all'evasione certa, potrebbero essere investite nella formazione e nell'istruzione: una sorta di 8 per mille dell'antibelusconismo».
Il dipietrista Luigi De Magistris, abbandonato il rigore linguistico che la toga gli imponeva, si lascia andare e galoppando con l'immaginazione, descrive così il suo "lodo" ideale. «Forse sarebbe saggio che qualcuno proponesse veramente un Lodo, ma per salvare il paese da Berlusconi. Qualche idea me la sono fatta e in osservanza alla prassi inaugurata dal governo, lo chiamerei "Lodo de Magistris". Pochi punti da definire insieme e non serve nemmeno cambiare la Costituzione, perché approvato in sua difesa, e se anche ci fosse un referendum, credo passerebbe con grande consenso. La proposta di fondo è questa: garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze». Parole in libertà, che senza troppo girarci intorno mandano a quel tal paese il premier. Ovviamente in ossequio alla democrazia e al supremo bene della nazione. Si legge infatti sul blog dell'europarlamentare dell'Idv: «Non c'è trucco e non c'è inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile». Per De Magistris «carta e tv liberate potranno riprendere a fare il loro dovere: informare sui fatti, gli stessi che da anni cerca di occultare perseguitando i giornalisti anche se pongono solo domande, cioè fanno il loro mestiere, ovviamente quelli che sopravvivono all'infezione dell'autocensura preventiva» e il Parlamento «tornerebbe al proprio compito perché svincolato dalla sua agenda giudiziaria che oggi detta i temi, anzi il tema alle istituzioni: le necessità giudiziarie del fuggitivo da garantire prima di quelle degli italiani». «La magistratura - prosegue ancora - non più costretta agli assaliti quotidiani potrebbe dedicarsi senza timore alla missione che le spetta e le mafie non si sentirebbero più di poter spadroneggiare indisturbate. Per le casse dello Stato il guadagno sarebbe altissimo, per non parlare di quello dell'etica pubblica. Finito l'inquinamento di tutti gli ambiti economici e mediatici, il mercato finalmente alleggerito dalla cappa del suo conflitto di interessi, forse riprenderebbe a girare normalmente. E le somme ritrovate - propone De Magistris - anche con una lotta all'evasione certa, potrebbero essere investite nella formazione e nell'istruzione: una sorta di 8 per mille dell'antibelusconismo».
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