Islam, politici Pd provano (e bocciano) il burqa: "Come in una prigione". A Imola, alcuni consiglieri comunali indossano il burqa prima di discutere un odg sull'argomento. alla fine, documento approvato: "Donne umiliate, difendere i loro diritti"
IMOLA - E' una sorta di lenzuolo appena sagomato sulla figura umana, con una fessura ricamata all'altezza degli occhi, e lungo abbastanza da coprire interamente anche la corporatura di un uomo. Come quella del capogruppo Pd al Comune di Imola, Davide Tronconi, che assieme alla presidente del Consiglio comunale, Paola Lanzon, e alla presidente della commissione Sanità, Carla Govoni, prima di votare un ordine del giorno presentato dalla minoranza sull'esclusione dalla città di chiunque si copra col burqa, ha voluto verificare di persona cosa si prova ad indossarlo. "Potevamo limitarci a una bocciatura in Consiglio, ma abbiamo ritenuto giusto fare una riflessione che non restasse chiusa nell'aula", spiega Tronconi. E così, per saperne di più, lo scorso novembre alcuni consiglieri del Pd si sono rivolti all'associazione "Trame di terre", che da circa dieci anni è il punto di riferimento delle donne straniere che arrivano a Imola, e hanno fissato un incontro. In quest'occasione, la presidente dell'associazione, Tiziana Dal Pra, dopo aver riportato le testimonianze di alcune donne musulmane provenienti da diverse nazioni, ha messo a disposizione dei consiglieri un burqa in tutta regola, di tessuto azzurro. "Io quando l'ho provato non respiravo - racconta il capogruppo Pd - è una sensazione di costrizione, anche perché ti obbliga a non avere le mani libere. Non c'è neanche un centimetro scoperto, è fatto per impedire qualsiasi rapporto col mondo". E Govoni è ancora più scossa: "Ti sembra di essere dentro una prigione. Vedi il mondo attraverso questi forellini, e non hai neanche la percezione del pavimento né dei laterali". Senza contare, spiega la presidente della commissione Sanità, che "a lungo andare provoca problemi alla vista, irritazioni alla pelle e agli occhi". Lanzon dice di "non essere riuscita a indossarlo più di due minuti" per via del "senso di soffocamento". Mettere il burqa anche solo per pochi secondi, racconta, "è stata un'esperienza orribile, che anche propando a immaginare non si può capire. Ma Tronconi ci tiene a precisare che hanno voluto indossarlo non per un motivo folkloristico, ma perché è giusto che la politica, quando si approccia a certi temi, abbia l'umiltà e anche la curiosità di avvicinarsi il più possibile. Da qui è nata la prova del burqa". E dopo averlo provato, Govoni non ha dubbi: "Sicuramente per una donna non può essere una scelta libera e consapevole". La questione è poi stata portata in commissione Pari opportunità del Consiglio comunale di Imola, dove se ne è discusso per tre mesi. Infine, ieri sera, il Pd ha presentato in aula una serie di emendamenti al testo del capogruppo della lista civica Ucd, Riccardo Mondini, in cui si dichiarava che "la città di Imola non è disponibile ad accogliere persone con burqa e chador", e si stabiliva di "affiggere un cartello alle entrate della città" con questa scritta, "escludendo da ogni beneficio comunale le persone che si vestono con tali paludamenti". Passaggi, questi, "da rigettare", secondo Tronconi, il cui gruppo, il Pd, infatti, ha riformulato quasi tutto il testo con tre emendamenti. Il risultato è stato un odg votato da tutta la maggioranza, in cui si dice che "il burqa umilia la donna e la discrimina" e si manifesta l'impegno dell'amministrazione a difendere i diritti delle donne e l'integrazione. Intanto, la Consulta degli stranieri fa sapere che a Imola c'è un'unica donna che lo indossa. "Ma questa è una questione di frontiera - afferma Tronconi - e in futuro dovremo misurarci con altre quantità".
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