La sortita anti italiana del Cairo ha provocato una levata di scudi anche tra molti egiziani. Tra questi Nagag Nayel, direttore del Programma arabo per i militanti dei Diritti umani, secondo cui egiziani e arabi sono più razzisti degli occidentali. Nayel, commentando l’intervento egiziano sui fatti di Rosarno, sottolinea come il proprio governo «adotta il più severo razzismo contro gli immigrati clandestini, fra cui gli africani e anche i palestinesi». E ricorda le violenze della polizia egiziana contro un gruppo di rifugiati sudanesi, il 31 dicembre 2005, con 25 immigrati uccisi nello sgombero di un loro accampamento in una piazza del Cairo. Ma Nayel cita anche i migranti disarmati diretti verso Israele talvolta uccisi dai soldati egiziani nel Sinai, e il «rimpatrio inumano dei palestinesi» trovati in condizione di clandestinità in Egitto. Oltre ai numerosi «arresti per reati politici e di opinione», e «torture e violazioni dei diritti umani». Nayel condanna inoltre l’Egitto per le «discriminazioni contro i copti», chiedendo al governo di garantire loro protezione e pari accesso agli incarichi pubblici. Stupore per le dichiarazioni del ministero è stato espresso anche dal direttore della Rete araba di informazione sui diritti umani Gamal Abdel Aziz Eid, dato che «il ministro non ha fatto nulla per i lavoratori egiziani oggetto di aggressione in certi Paesi arabi», con riferimento a quelli del Golfo. Il portavoce del ministero Hossam Zaki, sottolinea ancora Eid, «sembra perorare le cause di tutto l’universo ma si sottrae proprio a quella egiziana». Commenti a cui fa eco anche il messaggio dell’associazione Musulmani moderati che opera nella Penisola: «In Italia non vi è alcuna discriminazione contro le minoranze arabe musulmane. Forse il ministero degli Esteri egiziano non sa che in questo Paese ci sono oltre 800 moschee».
Uccidono i cristiani e ci danno dei razzisti di Paolo Granzotto
Riferendosi ai fatti di Rosarno l’Egitto sale in cattedra e ci mette in riga: siamo razzisti - tremendamente razzisti - e nemici dell’islam. Siamo responsabili di una «campagna di aggressione e violenza subita da arabi immigrati e minoranze arabe e musulmane». Ragion per cui il Cairo chiederà al governo italiano di prendere le misure necessarie per la protezione delle minoranze e degli immigrati e come non bastasse si rivolgerà anche alla comunità internazionale affinché intervenga con tutto il suo peso per impedire che incidenti come quello di Rosarno abbiano a ripetersi e cessi la «discriminazione religiosa, razziale e l’odio contro gli stranieri». E se lo facessimo anche noi? Se anche noi chiedessimo al governo egiziano, per non dire della comunità internazionale, di proteggere invece di scannarle, le minoranze? Di cessare la campagna di aggressione e di violenza subita dagli immigrati (anche, soprattutto musulmani)? L’Egitto che ci impartisce lezioncine di bon ton umanitario è nella lista nera di Amnesty International per gravi violazioni dei diritti umani: respingimento alle frontiere a colpi d’arma da fuoco (solo qualche settimana fa, 28 morti e decine di feriti. Lasciati lì, per terra); torture nei locali della famigerata Ssi (State Security Intelligence) dove vengono rinchiusi, prima d’essere rimandati al mittente, i rifugiati e i richiedenti asilo provenienti dal Sudan e dall’Eritrea. Rimpatri forzati, cioè a suon di botte e scaricati dai camion in corsa. L’Egitto che predica la tolleranza e la protezione delle minoranze è quel posto dove la sera di Natale otto cristiani sono stati accoppati nell’indifferenza delle così dette forze dell’ordine. L’Egitto che ci accusa di essere nemici dell’islam è lo stesso che ha alzato il «muro d’acciaio», una barriera protettiva invalicabile per impedire che i fratelli palestinesi di Gaza si riforniscano di generi di prima necessità dai fratelli egiziani. Non solo: ha allagato con acqua di mare, e chi c’era c’era, le centinaia di cunicoli che precedentemente al «muro d’acciaio» collegavano le due fratellanze islamiche. Siamo sempre pronti a migliorare, a far meglio e dunque a trarre insegnamento dall’esperienza e dalla saggezza altrui, ma è inammissibile che a indicarci, con quel tono, poi, la via da seguire sia una nazione, un governo come quello egiziano, ad alto tasso di inumanità e responsabile a casa propria di cento, mille ben più funesti casi Rosarno. Potremmo rispondergli per le rime, ma ha ragione Bossi: basta un’alzata di spalle.
1 commenti:
no, no, altro che alzata di spalle! Qui io convocherei una conferenza stampa a livello internazionale e risponderei per le rime a queste teste di cazzo beduine, perchè ormai non è più questione di "fare i superiori" facendo finta che le loro accuse non ci tocchino. Loro vengono sempre ascoltati, non fanno altro che berciare e per questo passano per vittime. Magari se stessimo un po' meno zitti e cominciassimo anche noi a dirla tutta, forse le cose cambierebbero un pochino e loro dovrebbero occupare un po' del loro tempo anche a difendersi dalle accuse. A costo di una crisi internazionale, i nostri politici dovrebbero parlare chiaro e non farsi mettere i piedi in testa per paura dei loro berci.
Ma che s'è rincoglionito pure Bossi, ora?!
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