Il Presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad, ha attirato recentemente l’attenzione del mondo pronunciando un importante discorso alla Conferenza dell’ONU sul razzismo, tenutasi a Ginevra il 20 Aprile scorso (denominata Durban II). Noi riproduciamo qui sotto il testo integrale così come l’abbiamo ricevuto, anche se ci dispiace non poter garantire la fedeltà della traduzione in quanto manca il nome del traduttore. Si tratta di un discorso molto interessante, sia per comprendere alcuni punti di vista di carattere religioso nei confronti dell’Occidente, sia per poter valutare in modo documentato la cattiva fede dei nostri mezzi d’informazione, i quali si sono lanciati in una critica totale, perfino equiparando Ahmadinejad a Hitler, senza riportarne però neanche una frase. In realtà, l’uso del concetto di “razzismo”, indotto dall’Occidente, non è utile oggi a nessuno in quanto nasconde il problema vero che è quello della distinzione fra le Nazioni e gli Stati, fra popoli e culture diverse, e Ahmadinegjad se ne serve, come fanno i governanti d’Occidente, per spingere alla riforma delle istituzioni di governo mondiale, non per abolirle. Per quanto riguarda una tale riforma, non si può certo dargli torto: nessun’istituzione nella quale siano presenti degli Stati che hanno diritto di veto può essere “giusta”. E' l’esistenza di queste istituzioni che va messa in discussione: il diritto di veto segnala che esistono Stati o Governi più potenti di altri, o che pretendono di esserlo. Questa è, però una realtà che non ci si può illudere di cancellare e sarebbe molto più utile rendersene conto, rinunciando al governo mondiale e cercando gli accordi indispensabili di volta in volta, piuttosto che aspettare che altri Stati o altri Governi impongano la loro forza e prendano il posto di quelli oggi in declino. Un altro aspetto molto interessante del suo discorso è il riferimento a Dio e alla spiritualità che ne deriva, una spiritualità che nelle sue parole appare molto influenzata dal Dio di Gesù di Nazaret più che da quello dell’Antico Testamento e del Corano. Anche su questo tema, non si può dare torto ad Ahmadinegjad: l’Occidente odierno mostra una faccia in concreto quasi del tutto priva di spiritualità, malgrado l’ostentato rispetto per le religioni e per i “poveri”, immigrati o meno; anche quando ci si riferisce agli Ebrei, lo si fa in funzione dell’antisemitismo, in ricordo dell’Olocausto o in difesa di Israele, certamente non per motivi religiosi. Noi, però - gli Italiani - non abbiamo la possibilità di portare in posizioni più equilibrate (o meglio più sincere) il nostro rapporto con il Medio Oriente. Non c’è permesso capire quasi nulla di quello che avviene perché la politica dei nostri governanti, così come l’informazione, è dominata dagli interessi dell’Unione Europea e di conseguenza da quelli ebraico-americani. E' un fatto che si vede chiaramente dalla preparazione alle prossime elezioni: non una sola parola viene detta riguardo ai problemi dell’Europa. Ci si accapiglia, in modo indecoroso, sulla presenza delle belle donne o di nomi noti nelle liste, contando sulla loro funzione di “esca” per i voti in quanto non hanno nessun altro compito. Il Parlamento Europeo serve esclusivamente a collocare i propri adepti nelle ricche poltrone di Strasburgo rafforzando il partito in patria, e ad ingannare i cittadini sull’esistenza politica dell’Europa. Forse converrà ripetere per coloro che non lo sapessero che il nome di “Parlamento” è un orribile bluff in quanto quello europeo è un organismo che non può emanare leggi e che non governa. Quelli che governano sono la Commissione, il Consiglio e la Banca Centrale, e lì non arrivano Veline.
domenica 3 maggio 2009
Riflessioni
Commento al discorso del Presidente dell'Iran di Ida Magli
Il Presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad, ha attirato recentemente l’attenzione del mondo pronunciando un importante discorso alla Conferenza dell’ONU sul razzismo, tenutasi a Ginevra il 20 Aprile scorso (denominata Durban II). Noi riproduciamo qui sotto il testo integrale così come l’abbiamo ricevuto, anche se ci dispiace non poter garantire la fedeltà della traduzione in quanto manca il nome del traduttore. Si tratta di un discorso molto interessante, sia per comprendere alcuni punti di vista di carattere religioso nei confronti dell’Occidente, sia per poter valutare in modo documentato la cattiva fede dei nostri mezzi d’informazione, i quali si sono lanciati in una critica totale, perfino equiparando Ahmadinejad a Hitler, senza riportarne però neanche una frase. In realtà, l’uso del concetto di “razzismo”, indotto dall’Occidente, non è utile oggi a nessuno in quanto nasconde il problema vero che è quello della distinzione fra le Nazioni e gli Stati, fra popoli e culture diverse, e Ahmadinegjad se ne serve, come fanno i governanti d’Occidente, per spingere alla riforma delle istituzioni di governo mondiale, non per abolirle. Per quanto riguarda una tale riforma, non si può certo dargli torto: nessun’istituzione nella quale siano presenti degli Stati che hanno diritto di veto può essere “giusta”. E' l’esistenza di queste istituzioni che va messa in discussione: il diritto di veto segnala che esistono Stati o Governi più potenti di altri, o che pretendono di esserlo. Questa è, però una realtà che non ci si può illudere di cancellare e sarebbe molto più utile rendersene conto, rinunciando al governo mondiale e cercando gli accordi indispensabili di volta in volta, piuttosto che aspettare che altri Stati o altri Governi impongano la loro forza e prendano il posto di quelli oggi in declino. Un altro aspetto molto interessante del suo discorso è il riferimento a Dio e alla spiritualità che ne deriva, una spiritualità che nelle sue parole appare molto influenzata dal Dio di Gesù di Nazaret più che da quello dell’Antico Testamento e del Corano. Anche su questo tema, non si può dare torto ad Ahmadinegjad: l’Occidente odierno mostra una faccia in concreto quasi del tutto priva di spiritualità, malgrado l’ostentato rispetto per le religioni e per i “poveri”, immigrati o meno; anche quando ci si riferisce agli Ebrei, lo si fa in funzione dell’antisemitismo, in ricordo dell’Olocausto o in difesa di Israele, certamente non per motivi religiosi. Noi, però - gli Italiani - non abbiamo la possibilità di portare in posizioni più equilibrate (o meglio più sincere) il nostro rapporto con il Medio Oriente. Non c’è permesso capire quasi nulla di quello che avviene perché la politica dei nostri governanti, così come l’informazione, è dominata dagli interessi dell’Unione Europea e di conseguenza da quelli ebraico-americani. E' un fatto che si vede chiaramente dalla preparazione alle prossime elezioni: non una sola parola viene detta riguardo ai problemi dell’Europa. Ci si accapiglia, in modo indecoroso, sulla presenza delle belle donne o di nomi noti nelle liste, contando sulla loro funzione di “esca” per i voti in quanto non hanno nessun altro compito. Il Parlamento Europeo serve esclusivamente a collocare i propri adepti nelle ricche poltrone di Strasburgo rafforzando il partito in patria, e ad ingannare i cittadini sull’esistenza politica dell’Europa. Forse converrà ripetere per coloro che non lo sapessero che il nome di “Parlamento” è un orribile bluff in quanto quello europeo è un organismo che non può emanare leggi e che non governa. Quelli che governano sono la Commissione, il Consiglio e la Banca Centrale, e lì non arrivano Veline.
Il Presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad, ha attirato recentemente l’attenzione del mondo pronunciando un importante discorso alla Conferenza dell’ONU sul razzismo, tenutasi a Ginevra il 20 Aprile scorso (denominata Durban II). Noi riproduciamo qui sotto il testo integrale così come l’abbiamo ricevuto, anche se ci dispiace non poter garantire la fedeltà della traduzione in quanto manca il nome del traduttore. Si tratta di un discorso molto interessante, sia per comprendere alcuni punti di vista di carattere religioso nei confronti dell’Occidente, sia per poter valutare in modo documentato la cattiva fede dei nostri mezzi d’informazione, i quali si sono lanciati in una critica totale, perfino equiparando Ahmadinejad a Hitler, senza riportarne però neanche una frase. In realtà, l’uso del concetto di “razzismo”, indotto dall’Occidente, non è utile oggi a nessuno in quanto nasconde il problema vero che è quello della distinzione fra le Nazioni e gli Stati, fra popoli e culture diverse, e Ahmadinegjad se ne serve, come fanno i governanti d’Occidente, per spingere alla riforma delle istituzioni di governo mondiale, non per abolirle. Per quanto riguarda una tale riforma, non si può certo dargli torto: nessun’istituzione nella quale siano presenti degli Stati che hanno diritto di veto può essere “giusta”. E' l’esistenza di queste istituzioni che va messa in discussione: il diritto di veto segnala che esistono Stati o Governi più potenti di altri, o che pretendono di esserlo. Questa è, però una realtà che non ci si può illudere di cancellare e sarebbe molto più utile rendersene conto, rinunciando al governo mondiale e cercando gli accordi indispensabili di volta in volta, piuttosto che aspettare che altri Stati o altri Governi impongano la loro forza e prendano il posto di quelli oggi in declino. Un altro aspetto molto interessante del suo discorso è il riferimento a Dio e alla spiritualità che ne deriva, una spiritualità che nelle sue parole appare molto influenzata dal Dio di Gesù di Nazaret più che da quello dell’Antico Testamento e del Corano. Anche su questo tema, non si può dare torto ad Ahmadinegjad: l’Occidente odierno mostra una faccia in concreto quasi del tutto priva di spiritualità, malgrado l’ostentato rispetto per le religioni e per i “poveri”, immigrati o meno; anche quando ci si riferisce agli Ebrei, lo si fa in funzione dell’antisemitismo, in ricordo dell’Olocausto o in difesa di Israele, certamente non per motivi religiosi. Noi, però - gli Italiani - non abbiamo la possibilità di portare in posizioni più equilibrate (o meglio più sincere) il nostro rapporto con il Medio Oriente. Non c’è permesso capire quasi nulla di quello che avviene perché la politica dei nostri governanti, così come l’informazione, è dominata dagli interessi dell’Unione Europea e di conseguenza da quelli ebraico-americani. E' un fatto che si vede chiaramente dalla preparazione alle prossime elezioni: non una sola parola viene detta riguardo ai problemi dell’Europa. Ci si accapiglia, in modo indecoroso, sulla presenza delle belle donne o di nomi noti nelle liste, contando sulla loro funzione di “esca” per i voti in quanto non hanno nessun altro compito. Il Parlamento Europeo serve esclusivamente a collocare i propri adepti nelle ricche poltrone di Strasburgo rafforzando il partito in patria, e ad ingannare i cittadini sull’esistenza politica dell’Europa. Forse converrà ripetere per coloro che non lo sapessero che il nome di “Parlamento” è un orribile bluff in quanto quello europeo è un organismo che non può emanare leggi e che non governa. Quelli che governano sono la Commissione, il Consiglio e la Banca Centrale, e lì non arrivano Veline.
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