lunedì 25 maggio 2009

Immigrati? No, italiani

L'emergenza abitativa in città. I nuovi senza casa: italiani, anziani, soli di Silvia Marchetti

A marzo previsto un ulteriore boom di richieste di alloggi popolari. Cresce in città il numero di richieste di case popolari da parte di famiglie italiane. I nuovi «disperati» sono anziani soli, senza figli, spesso non autosufficienti e con pensione minima, o famiglie monogenitoriali e monoreddito, con minori a carico. Gli italiani costituiscono l’82% degli inquilini degli alloggi Erp. La percentuale è destinata ad aumentare ancora, a causa della crisi.Non solo immigrati dunque in lista d’attesa per avere una casa popolare. A Carpi ci sono tante famiglie italiane in seria difficoltà, non in grado di pagare l’affitto e le rate del mutuo e, per questo motivo, sfrattate. Si tratta di anziani soli e con pensione minima, di coppie di genitori con minori a carico e che arrivano a stento alla fine del mese perché hanno perso il lavoro. La crisi economica sta portando, infatti, un tasso di disoccupazione elevato e, di conseguenza, diverse famiglie, soprattutto quelle che già erano in difficoltà prima della recessione, sono costrette a rivolgersi ai Servizi Sociali per ricevere aiuto. Nel 2008 le domande per l’assegnazione di alloggi di Edilizia residenziale pubblica sono state in tutto 578, cifra destinata ad aumentare nei prossimi mesi, già a marzo-aprile, quando gli effetti della crisi si avvertiranno di più. Sono gli italiani ad avere le condizioni più critiche per l’assegnazione di un alloggio Erp. Oggi le 591 case popolari della città sono abitate per l’82% proprio da italiani e la sensazione è che il peggio debba ancora arrivare. Il Comune ha già messo le mani avanti per affrontare l’emergenza povertà: in programma ci sono progetti come la costruzione di nuovi alloggi in città e l’aumento dei finanziamenti rivolti alle famiglie. Tante le richieste di cittadini per ottenere il fondo sociale per l’affitto: 16450 le domande presentate allo sportello Nemo di via Trento Trieste nel 2008. Se, fino al 2007, erano principalmente gli stranieri, comunitari e non, a fare domanda, oggi gli italiani sono in crescita e costituiscono i due terzi dei bisognosi. Per partecipare al bando di assegnazione occorre rispettare certi requisiti. Ad esempio, l’Indicatore situazione economica Ise, cioè i redditi e le rendite patrimoniali a cui sono sottratte le spese per l’affitto, non deve superare i 32.520 euro all’anno; l’Indicatore situazione economica equivalente (Isee), il quale tiene conto della composizione del nucleo familiare, della presenza di invalidi, di minori, ecc..., non deve superare i 16.260 euro. Può presentare domanda anche il cittadino che ha subito uno sfratto esecutivo da eseguire con la Forza pubblica, o in seguito a un provvedimento del Tribunale, oppure chi si trova in emergenza abitativa attestata dal Servizio Sociale. Il comune accoglie tutte le domande e valuta i singoli casi. In Comune spiegano che purtroppo non tutte le richieste possono essere soddisfatte entro i tempi: molte famiglie dovranno attendere per avere una casa a disposizione.

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