LAMPEDUSA - I primi a subirne le conseguenze sono stati gli operatori che si occupano dell'accoglienza dei migranti: per 40 assunti a tempo determinato non c'è più lavoro. Niente rinnovo di contratto, sostanzialmente licenziati. A ruota soffrono le attività commerciali che per mesi hanno lavorato, grazie all'imponente presenza di forze dell' ordine. Potrà sembrare paradossale, ma da quando è cominciata la politica dei respingimenti Lampedusa deve fare i conti con le ricadute occupazionali dovute alla mancanza di immigrati. Da un mese il numero di sbarchi è drasticamente calato: solo due piccole imbarcazione sono riuscite ad approdare sull' isola, mentre tre giorni fa 73 immigrati sono stati dirottati a Porto Empedocle. Risultato: nel centro di accoglienza sono rimasti 23 immigrati. «Sono in gran parte quelli della Pinar - spiega il prefetto Giovanni Finazzo, delegato per l' immigrazione - e sono tutti richiedenti asilo. Ormai il centro è tutto per loro». Entrando si stenta a credere che sia la stessa struttura dove i materassi venivano sistemati all' esterno perché nelle camerate non c'era posto per tutti. Niente code per mangiare o lavarsi. I pochi ospiti giocano a pallone e gli operatori hanno poco da fare. Niente rispetto ai periodi in cui c'erano da assistere anche 2.000 persone. E così la Cooperativa «Lampedusa Accoglienze» che gestisce dal trasferimento in pullman alla mensa alle pulizie è costretta ad adeguarsi. Per il momento sono stati tagliati del 50% i lavoratori a tempo determinato, quasi tutti lampedusani. «Non c' era altra scelta - spiega il presidente Cono Galipò - da un picco di 120 addetti siamo passati a circa 60 tra effettivi e stagionali». Ma si ferma anche l' indotto. «A febbraio - spiega il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio - tra carabinieri e polizia avevamo 550 uomini mentre ora ne bastano 30. E se i militari alloggiano nelle caserme, questo è personale che va in albergo». Finita anche la ressa nei ristoranti. «C'è stato un calo del 50% - ammette il titolare del Nautic, ristorante-albergo sempre affollatissimo - ma non è detto che sia un male: in certi momenti il locale sembrava una caserma. Meglio riempirlo di turisti che speriamo arrivino col rilancio dell'immagine dell' isola». Per il sindaco De Rubeis «molti giovani che lavoravano nel centro non saranno contenti, ma siamo convinti che la risorsa di quest'isola sia il turismo, non l' immigrazione». E poi aggiunge: «Quella di Maroni è solo una mossa a fini elettorali. Dopo le europee vedrete che gli immigrati torneranno». In effetti, nonostante la piccola crisi economica dovuta all' assenza di immigrati a Lampedusa non si respira certo aria di smobilitazione. Lo dimostrano i lavori nell' ex base Loran ultimati rapidamente per creare il nuovo Cie, anche se all' interno non c' è un solo immigrato.
Sciacca Alfio - Pagina 23 (25 maggio 2009) - Corriere della Sera
Intanto diciamo a quel cretino di De Rubeis che noi, a differenza sua, speriamo che non torni NEMMENO un clandestino dopo le elezioni perchè non si possono più regalare soldi e assistenza a nessuno, operatori coop inclusi.
0 commenti:
Posta un commento