Oltre 4.900 confezioni di steroidi, 100 mila compresse di Pramil contraffatto (medicinale con caratteristiche simili al Viagra), farmaci salvavita senza principio attivo, mercato illecito di Talidomide (cura un tumore, il mieloma multiplo, ma nonostante le rigide norme di farmaco-vigilanza, arriva come generico da India e Brasile). E farmaci off label, a carico del servizio sanitario per le indicazioni approvate, ma non per altre cure anche se funzionano: in attesa di approvazione, per risparmiare, fiorisce la loro vendita parallela. Molto pericolosa. Nas e Guardia di Finanza sono all’erta: il mercato dei farmaci risente della crisi globale e oltre alle contraffazioni sono in aumento le «truffe». L’ultima settimana è stata ricca di sequestri, soprattutto di carichi provenienti dall’Est e dal Medio Oriente. Ma a rischio vi sono anche gli acquisti online. Incidono sul mercato parallelo anche la povertà e gli immigrati che preferiscono i «loro» farmaci. E la politica fin qui adottata in Italia sui cosiddetti farmaci generici, meno costosi perché ormai fuori brevetto ma anche poco promossi (siamo al penultimo posto tra i 25 Paesi dell’Unione europea per incidenza sul mercato complessivo). O meglio, tutti ne parlano, ma nessuno li compra. Almeno in farmacia, perché poi il «falso Viagra» sequestrato alla dogana di Fiumicino non è altro che un generico prodotto in India. In tempi di nuova influenza, infine, circolano «finti» farmaci anti-virali. Effetti perversi della paura pandemica. Non si mangia carne di maiale, ma poi ci si avvelena con falsi farmaci che mercanti senza scrupoli propongono quali salvavita. La contraffazione farmaceutica è un fenomeno in aumento in tutto il mondo e, mentre sino a qualche anno fa era considerato limitato ai Paesi in via di sviluppo, oggi è in crescita anche in Europa. Purtroppo a volte le emergenze sanitarie, come l’influenza A/H1N1, possono divenire occasione per sfruttare l’ondata emotiva e immettere sul mercato, attraverso canali non controllati come Internet, prodotti contraffatti simili ai farmaci maggiormente richiesti che nella migliore delle ipotesi non hanno effetti ma, più spesso, sono tossici. Le nostre farmacie, e i negozi autorizzati, sono invece sicure poiché vendono solo farmaci protetti da un sistema di tracciatura all’avanguardia, e i controlli degli ispettorati sanitari pubblici sulla filiera produttiva rappresentano un’importante barriera contro le attività dei contraffattori: fuori da questi canali, i pazienti rischiano di perdere soldi (oltre il 50% dei siti di un recente studio Impact Italia era dedito al phishing, la truffa informatica), o peggio la salute. La nuova Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, guidata da Guido Rasi punta sulla promozione dei generici e sul progetto «tracciabilità del farmaco». Che prevede una Banca dati centrale, finalizzata a monitorare le confezioni dei medicinali all’interno del sistema distributivo. Un sistema che nelle intenzioni consentirà la prevenzione e la repressione di eventuali attività illegali e il monitoraggio degli approvvigionamenti di farmaci, sia negli ospedali, sia nelle farmacie territoriali, sia per la distribuzione diretta. Ovviamente, i truffatori seguono altri canali. E tocca alle forze dell’ordine intercettarli. Così le 4.900 confezioni di steroidi sequestrate ad Ancona dalla Guardia di finanza erano nascoste in mezzo ai colli del carico di un autoarticolato, sbarcato da un traghetto proveniente da Patrasso. E attenzione agli integratori per sportivi: alcuni cocktail contengono ormoni, della crescita o Epo, che dovrebbero essere in vendita solo in farmacia. Anzi, non dovrebbero proprio entrare negli integratori. Privi di scrupoli anche i «santoni» della dieta, che fanno preparare prodotti galenici brucia grassi a base di anfetamine assolutamente vietate. Qualche tempo fa, negli Stati Uniti, circolavano via Internet capsule dimagranti che contenevano le spore della tenia: il verme solitario. Alcune adolescenti sono finite ricoverate in rianimazione. Per fortuna in Italia non c’è traccia di queste compresse letali. Frode nelle pubbliche forniture, commercio di medicinali guasti e truffa al servizio sanitario nazionale sono i reati scoperti dai Nas di Livorno e Cagliari impegnati nell’inchiesta «Ubidex» fra la Toscana e la Sardegna sulla fornitura all’Asl 8 di Cagliari di un farmaco privo di principi attivi ma venduto come «salvavita» per la cura di gravi patologie cardiache. Sono finiti agli arresti domiciliari quattro dirigenti di un’industria farmaceutica toscana, la «Off» (Officina farmaceutica fiorentina) di Viareggio (Lucca). È indagata in stato di libertà la responsabile del Servizio farmaceutico dell’Asl di Cagliari per omessa denuncia delle irregolarità. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, fra il 2007 e l’anno scorso, all’azienda sanitaria locale sarda sono state vendute confezioni del farmaco «Ubidex» con gravi imperfezioni: blister completamente vuoti, capsule vuote oppure contenenti sostanza solidificate. Il principio attivo indicato nelle scatole, ubidecarenone, è impiegato per la cura di malattie genetiche rare, come l’encefalopatia mitocondriale. Pochi giorni fa, il Servizio antifrode delle Dogane di Roma 2 e la Guardia di finanza, con la consulenza dell’Istituto superiore di Sanità, ha scoperto e sequestrato 100 mila blister contenenti compresse di pramil contraffatto, un farmaco con lo stesso principio attivo del Viagra. La merce è stata rinvenuta all’interno di alcuni colli provenienti dalla Siria che, secondo quanto riportato nei documenti di trasporto aereo, dovevano contenere comuni integratori dietetici. Il «Viagra dei poveri», posto in commercio anche via Internet, avrebbe reso oltre 5 milioni di euro. «Evasione fiscale e importazione illecita di principi attivi»: sono le ipotesi di reato che hanno fatto scattare le perquisizioni in diverse sedi italiane del gruppo farmaceutico Menarini da parte dei Nas nell’ambito di un’inchiesta della procura di Firenze. Gli indagati sarebbero nove, fra cui i vertici dell’azienda. La procura contesta allaMenarini l’importazione illecita di principi attivi anche dalla Cina, grazie a triangolazioni con Paesi off-shore. Questo, secondo gli investigatori, avrebbe comportato un’evasione fiscale di diversi milioni di euro, oltre all’elusione dei diritti di brevetto farmaceutico. È stato anche scoperto un giro di farmaci che ruota tra Italia, Hong Kong, Svizzera e Norvegia. Infine il caso Cytotec, nome di un farmaco a base di misoprostol, spesso usato per provocare un aborto. Fu introdotto nel 1985 come gastroprotettore ed è registrato in 80 paesi. In Brasile e in Egitto è registrato per l’induzione del travaglio di parto. Il suo uso è ampiamente diffuso nei Paesi ove l’aborto è vietato. In Italia è utilizzato da donne straniere per provocare l’interruzione di gravidanza. Di solito si tratta di donne che non sanno a chi rivolgersi, che temono di andare ai consultori e agli ospedali, che vogliono evitare iter lunghi per loro incomprensibili o che semplicemente non vogliono far sapere dell’aborto. Un’inchiesta del procuratore di Torino Raffaele Guariniello è in corso per scoprire chi tira le fila di questo lucroso e illecito mercato parallelo.
Mario Pappagallo
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